Come fermare il tempo: recensione del romanzo di Matt Haig

Buon pomeriggio cucchiaini 🙂 in questi mesi ho ascoltato più audiolibri del solito (mi riprometto sempre di farvi una guida, prima o poi la vedrete, promesso!) e uno di questi è “Come fermare il tempo” di Matt Haig. Amo i viaggi nel tempo e tutte le letture legate a reincarnazioni, per cui sono stata subito attratta da questa lettura che si è rivelata una passeggiata affascinante attraverso i secoli.

nel piattino abbiamo:

Come fermare il tempo

(How to Stop Time)
Matt Haig
Edito da E/O (29 agosto 2018)
Pagine 360
€ 17,00 cartaceo – € 11,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Pensate a un uomo che dimostra quarant’anni, ma che in realtà ne ha più di quattrocento. Un uomo che insegna storia nella Londra dei giorni nostri, ma che in realtà ha già vissuto decine di vite in luoghi e tempi diversi. Tom ha una sindrome rara per cui invecchia molto lentamente. Ciò potrebbe sembrare una fortuna… ma è una maledizione. Cosa succederebbe infatti se le persone che amate invecchiassero normalmente mentre voi rimanete sempre gli stessi? Sareste costretti a perdere i vostri affetti, a nascondervi e cambiare continuamente identità per cercare il vostro posto nel mondo e sfuggire ai pericoli che la vostra condizione comporta. Così Tom, portandosi dietro questo oscuro segreto, attraversa i secoli dall’Inghilterra elisabettiana alla Parigi dell’età del jazz, da New York ai mari del Sud, vivendo tante vite ma sognandone una normale. Oggi Tom ha una buona copertura: insegna ai ragazzi di una scuola, raccontando di guerre e cacce alle streghe e fingendo di non averle vissute in prima persona. Tom deve a ogni costo difendere l’equilibrio che si è faticosamente costruito. E sa che c’è una cosa che non deve assolutamente fare: innamorarsi.

4 TAZZINE TONDE TONDE, una bella lettura
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“Come fermare il tempo” è stato mio compagno di innumerevoli viaggi in auto, quel sottofondo che esce placido dagli autoparlanti e ti culla fino a destinazione. Un audiolibro letto davvero bene, da un Neri Marcorè che ha saputo trasmettere al lettore più di quello che possono fare le mere parole. È stata una lettura decisamente instensa da cui però mi aspettavo di più dal finale.

Tom ha 436 anni, ma ne dimostra appena una quarantina. È affetto da anageria, una condizione per cui si invecchia di 1 anno ogni 15. Il primo pensiero di molti sicuramente sarà “che culo!”, ma questo fattore che sembra in apparenza una manna dal cielo si porta dietro una serie di perdite e dolori con cui è davvero difficile convivere. Tom ha vissuto per 4 secoli perdendo tutto e tutti, uno dopo l’altro… quando lo incontriamo è un uomo malinconico, che vive con uno sguardo sempre rivolto al passato, ma che in qualche modo vuole ancora vivere. Un pensiero lo tiene saldamente ancorato a questa vita: vuole ritrovare sua figlia, dopo averla persa ha scoperto che anche lei è affetta dalla sua stessa malattia e la cerca disperatamente.

“Come fermare il tempo”è un libro carico di riflessioni. La vita di Tom non è stata semplice, sua madre è morta additata di stregoneria e lui perseguitato. I tempi poi sono cambiati, ma quanto è duro vivere senza davvero affezionarsi a qualcuno? Quando sai che chi incontrerai potrà solo accompagnarti per un breve tratto il tempo diventa un bene prezioso o una condanna?

Inutile dirvi che la malinconia aleggia in queste pagine perchè Tom ricorda per la maggior parte del libro i momenti più significativi della sua vita. Mi aspettavo un libro triste, ma incuriosente e così è stato 🙂 Mi sono ritrovata ad ascoltarlo in ogni momento buono, quasi a volerlo divorare, ad apprezzare il carico di emozioni di un uomo che nel suo cuore cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno anche se il mondo prova a dimostrargli il contrario. I risvolti del passato di Tom sono affascinanti e il presente sembra essere carico di speranza grazie all’incontro con Marion.

È arrivato il momento. Il momento di vivere. […] Mi sento pronto a voler bene, a essere ferito e a correre il rischio di vivere.

Mi aspettavo onestamente un gran finale, come se per tutto il tempo mi avesse preparato al grande evento invece niente di tutto questo è arrivato, si è concluso in maniera un po’ banale e assai prevedibile lasciando però un bel messaggio: se si ha il coraggio di mettersi in gioco a 20 anni o a 436 non fa differenza, mettere da parte le nostre paure e aprirsi agli altri potrà sempre donare un’occasione per essere felici.