Avatar- La leggenda di Aang recensione del liveaction Netflix


Buon pomeriggio cuplovers, appena tornata dal Giappone torno a parlarvi di serie tv 🙂 più precisamente dell’ennesimo adattamento in liveaction realizzato da Netflix: Avatar – La leggenda di Aang. Prima di vedere la serie, ammetto che di Avatar conoscevo soltanto il film del 2010 che non mi era dispiaciuto pur non trovandolo chissà che. Questa serie è un adattamento basato sulla serie animata prodotta da Nickelodeon, che non ho mai visto; perciò non potrò dire nulla in merito alla fedeltà al prodotto originale. Detto ciò, Avatar – La leggenda di Aang è una serie che mi è piaciuta moltissimo.

avatar la leggenda di aang recensione su Le Tazzine di Yokonel piattino abbiamo:
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Avatar la leggenda di Aang

LIVEACTION dell’omonima serie animata
DISPONIBILE SU Netflix
EPISODI 8
Rinnovata per una seconda e terza stagione, la serie dovrebbe concludersi con la terza stagione

Bellissimo, QUASI 5 TAZZINE
voto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del CrepuscolotazzinaMEZZA+_stregaDELcrepuscolo
Avatar-la leggenda di Aang è una serie che mi ha colpito moltissimo per la bellezza degli scenari, per gli effetti speciali, la cura dei costumi, per le creature, insomma per tutto il comparto tecnico, si vede che Netflix deve avere investito davvero molto in questa serie, anche di più che in One Piece e sicuramente di Yu Yu Hakusho.

La storia narrata in Avatar- la leggenda di Aang è piuttosto semplice ed anche per questo funziona bene. Ci troviamo in un mondo diviso in diverse nazioni, una per ogni elemento: fuoco-aria-acqua-terra. Ogni elemento ha i propri dominatori, persone che sanno usare la magia degli elementi poi c’è l’Avatar, l’unico che può imparare a usarli tutti. Aang è un bambino felice e spensierato, fino a quando gli viene comunicato che è lui l’avatar e, da questo momento, sentirà sempre un peso sulle spalle aggravato da quello che succede nella primissima puntata. La nazione del Fuoco decide di attaccare quella dell’Aria sterminando tutti i dominatoritranne Aang che, al momento dell’attacco, era lontano, in balia di una tempesta. Aang finisce ibernato nel ghiaccio per più di un secolo e, quando si risveglia, troverà ad attenderlo un mondo molto diverso da quello che ricorda.

La Nazione del Fuoco in questi cento anni ha portato avanti i suoi piani di conquista riscontrando pochissima resistenza. Senza un avatar a mantenere l’equilibrio, la Nazione del Fuoco ha potuto spadroneggiare e molti hanno sofferto per questo. La scomparsa di Aang, anche se non è avvenuta per sua volontà, ha fatto soffrire moltissime persone e questo peserà come un macigno sulle sue giovani spalle. Come se questo non bastasse Aang non ha avuto modo di apprendere il dominio degli altri elementi e questa è forse l’unica pecca di questa serie. Mi aspettavo, e sarebbe stato anche logico, che nel corso di questa prima stagione Aang imparasse, quanto meno, uno degli altri dominii, e invece la serie si concentra totalmente sull’azione trascurando questa parte…

Dopo aver fatto la conoscenza di Katara e Sokka, due giovani della nazione dell’acqua, Aang parte insieme a loro per un viaggio che dovrebbe portarlo a scoprire come padroneggiare gli altri elementi ma che si rivelerà ben più avventuroso. I tre si ritroveranno braccati dal principe Zuko, l’erede al trono della Nazione del Fuoco. I villain (se così possiamo definirli) mi sono piaciuti moltissimo. Il Signore del Fuoco, Ozai, è spietato e non esita a manipolare i suoi stessi figli, Zuko e Azula mettendoli l’uno contro l’altra pur di raggiungere i propri scopi. Entrambi i figli mi hanno fatto pena. Zuko ha sacrificato tutto per il padre e, in cambio, è stato costretto all’esilio, cui potrà porre fine solo dopo aver catturato l’avatar. Zuko è in grado di provare sentimenti, è l’unico che ha mostrato un briciolo di pietà per lo zio Iroh quando ha perso l’unico figlio e spero che, in futuro, capirà il perverso gioco del padre e riuscirà ad opporvisi. Azula è totalmente succube di Ozai, sembra crudele e pronta a tutto per soffiare la posizione del fratello, in realtà farebbe di tutto solo per ottenere l’approvazione del genitore… Un padre che non sembra provare il minimo affetto per i figli. Che li considera solo strumenti. Ozai è un ottimo villain, detestabile sotto ogni aspetto.

Aang, Sokka e Katara sono un buon trio di protagonisti, a rubare la scena è senza dubbio Aang un bambino con troppe responsabilità sulle spalle che solo di rado riesce ad avere qualche momento spensierato ma mi è piaciuto molto anche Sokka. All’inizio, Sokka sembra quasi arrogante, in realtà, si sente responsabile per la sua gente, vuole essere forte ma, allo stesso tempo, non si sente all’altezza. Sfortunatamente Katara risulta un personaggio un po’ piatto, non che non mi sia piaciuta, ma è un po’ poco sfaccettata. Mi è piaciuto moltissimo Zuko e sono curiosa di vedere che strada prenderà il suo personaggio se si ribellerà al padre oppure se continuerà a ostinarsi a voler catturare l’avatar per tornare nelle grazie paterne.

Avatar- la leggenda di Aang è davvero un’ottima serie con un buon cast, bellissimi set, tanta azione e un sacco di magia. Se non l’avete ancora vista vi consiglio di recuperarla.