Secondo post dedicato alla special guest di luglio: intervista a Bianca Marconero

Buon pomeriggio cuplovers, oggi per la nostra rubrica una bevuta in compagnia ospitiamo Bianca Marconero, la special guest di luglio! Vi ricordo che il fan più attivo (colui o colei che avrà fatto sentire di più la sua presenza sulle nostre pagine) si aggiudicherà una copia cartacea di “Un altro giorno ancora” e la proclamazione avverrà a inizio del mese successivo.

Intervista a Bianca Marconero
A CURA DI STREGA DEL CREPUSCOLO (Chiari)

Benvenuta nel nostro angolino virtuale Bianca, la prima domanda è un classico: parlami di te.
Ma ciao, Chiara, grazie di cuore. Guarda non basterebbe un libro e allo stesso tempo c’è poco da dire. Sono una persona che non si spaventa, con più entusiasmo che buon senso e un sacco di storie in testa.

La tua prima opera letteraria, Albion, è un fantasy, come sei passata dal fantasy al romance? Come mai hai scelto di cambiare genere?
Albion era un progetto molto lungo e articolato, nel maggio del 2016 vivevo uno stallo creativo. Ero alle prese con il terzo capitolo della saga e non riuscivo a trovare la giusta prospettiva. Mio marito mi disse: “Cambia genere, prova con una storia romantica, datti un mese per finire e poi vediamo che succede”. E in effetti in 28 giorni nacque L’ultima notte al mondo. Ho richiesto al mio editore una liberatoria e invece mi mandò un contratto di edizione. Quindi visto che Albion nel frattempo affrontava parecchie difficoltà il resto del 2016 fu all’insegna del “perché no?” Così, tra agosto e ottobre scrissi “Un altro giorno ancora”, da ottobre e dicembre mi dedicai a “Il maledetto per sempre” (ancora inedito) e da gennaio a marzo conclusi “Non è detto che mi manchi”. Sono stati mesi davvero incredibili.

Con “Non è detto che mi manchi” uscito pochi giorni fa, hai pubblicato il tuo quarto romanzo con Newton, ormai sei un’autrice affermata, ti va di parlarci della tua esperienza con questa casa editrice?
Allora prima di tutto vorrei precisare, non per puntiglio o per sfoggio di modestia, che non mi ritengo affermata. Non lo sono. Ogni libro è un esordio. L’espressione “i miei lettori” contiene in sé una menzogna conclamata. Io non ho lettori che siano miei. Nessun libro ti garantisce il futuro. Oggi i miei romanzi sono in libreria, domani sono pubblicati in self. Oggi qualcuno dice che le mie storie sono carine, domani le stesse persone diranno che sono terribili. Quindi ogni volta si inizia da capo, anche se riconosco che vedersi intorno gli stessi compagni di viaggio è sempre una gioia. Il mio rapporto con Newton è sereno e basato sulla collaborazione. Sono davvero riconoscente a chi mi ha scelto. Quella telefonata non me la scorderò mai. Comunque vada.

Elisa, la protagonista di “Un altro giorno ancora” è, tra le tue protagoniste, quella con il passato più difficile, ti va di accennarmi qualcosa e di spiegarmi come, il suo passato, ha influito sul suo carattere?
Molto spesso capisci i personaggi solo dopo che li hai scritti e dopo che li hai riletti mille volte. Elisa per me era una giovane donna ferita che attua una elementare forma di difesa nei confronti della vita. Però le sfumature le ho sentite solo revisionando più volte, nell’arco di sei mesi. È significativo che le parole con cui si presenta nel prologo io le abbia scritte per ultime, poche settimane prima di andare in stampa. Quel “manifesto” non avrei mai potuto scriverlo in prima battuta. Prima ho dovuto prestare la mia testa a questa ragazza inventata per i mesi che sono stati necessari a rifinire la bozza.

Elisa ha una grande passione: l’equitazione. Come mai, tra tanti sport, hai scelto proprio questo? Hai praticato o pratichi tutt’ora questo sport? Nel libro assistiamo ad alcune gare, ti va di spiegare a dei profani come si svolgono? C’è un tempo limite?
Per semplificartela al minino, in un concorso ippico, nella specialità del salto ostacoli, devi puntare a fare un percorso netto nel minor tempo possibile. Benché questa affermazione sia da perfezionare, spero rappresenti una buona approssimazione. L’equitazione è stata la mia vita. Molti dei concorsi che nomino nel romanzo facevano parte del circuito che frequentavo all’epoca: il GESE di Bologna, Fieracavalli a Verona, l’internazionale al Lido di Venezia, ho raggiunto il grado più alto delle autorizzazioni a montare e ho vinto tanto. Chiaramente nel testo ci sono una serie di piccoli ricordi personali. I nomi dei cavalli soprattutto, sono omaggi a cavalli realmente esistiti.
Una delle cose più belle di questo sport è che uomini e donne gareggiano insieme. Durante un concorso, che sia regionale, nazionale o di livello più alto, ci sono categorie che prendono il nome dall’altezza massima consentita degli ostacoli. I cavalieri scelgono a quale iscriversi in base alla propria autorizzazione a montare. Una vera e propria patente che viene rilasciata dopo che sono state accertate le capacità di amazzoni e cavalieri o in base ai risultati conseguiti.

Parlami di Andrea Serpieri: ti sei ispirata a qualcuno per il suo personaggio? Cosa mi puoi dire di lui?
In realtà Andrea è un gemello di Lance Chevalier, uno dei personaggi della mia saga fantasy. Sapevo tutto di lui perché sapevo tutto di Lance. Tuttavia, quando ho provato a scrivere un prequel dal suo punto di vista, mi sono spaventata. Nel prequel lui era un ragazzino, ma emergevano un cinismo, un’amarezza e un disincanto che mettevano a disagio persino me. Non sono riuscita a continuare.

Ti va di scegliere una citazione da uno dei tuoi romanzi e condividerla con i nostri lettori?

“Fidati di ciò che non sai con certezza. Delle intuizioni non confermate. Affidati ai colpi di testa che tutti giudicherebbero folli”.
Perché io credo ci sia una saggezza latente in certi colpi di testa. Insomma, se te la senti, fallo.

Ultimamente vengono pubblicati moltissimi romance quale “ingrediente segreto” aggiungi ai tuoi romanzi per renderli diversi dagli altri?
Se volessimo definire i romanzi rosa diremmo che sono storie che parlano della nascita e del coronamento, di un amore. La cosa che ci piace, dell’amore, è che sappiamo che esiste. Tutti lo abbiamo provato. L’esperienza di un grande amore che sia felice, infelice, corrisposto, osteggiato, impossibile , indimenticabile o da dimenticare appartiene a tutti. Questa è la grande forza della narrativa romantica: metti in scena la pulsione più potente nella storia dell’uomo. La forza attraverso cui la vita si propaga. E non hai bisogno di spiegare proprio niente, chi ti legge crederà sempre ai baci dei personaggi, alle palpitazioni che partono a mille e ai sospiri spezzati tra stomaco e cuore. Anche chi grida al cliché ci crederà, e non posso che compatire chi prende le distanze dai rosa, trincerandosi dietro uno snobismo che francamente si commenta da solo. Tutto questo per dire che io neanche ci provo a rendere i miei romanzi diversi. L’amore di cui parlo è lo stesso identico amore di cui parlano gli altri.
Scrivo rosa, Chiara, e ne vado davvero fiera.

Grazie per la tua disponibilità!
Grazie a voi, per la pazienza e per questa bellissima opportunità.

Qui trovate le nostre recensioni ai libri di Bianca Marconero:

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2 Comments
  • Emmanuela (TB)
    31 Luglio, 2018

    Ciao, Chiara!

    Non mento quando dico che ho amato quest’intervista. Bianca è diventata, con il tempo, una delle mie autrici italiane preferite. Credo di aver letto tutto (o quasi) ciò che sia nato dalla sua penna e ammetto che non mi ha mai deluso. Ritengo che il suo sia uno stile unico, capace di tenerti incollato alle pagine dall’inizio alla fine, di farti percepire pensieri ed emozioni dei personaggi come se fossero persone reali. Uno degli aspetti che apprezzo maggiormente è infatti la sua tendenza a creare figure (sia maschili che femminili) mai scontate e molto spesso lontani dai soliti stereotipi che si vedono ormai ovunque (benché lei affermi che le sue storie non siano poi così diverse dagli altri romanzi del genere). È originale, una ventata di freschezza e non vedo l’ora di leggere la sua prossima fatica!

    Grazie a entrambe per questo salto tra le riflessioni di Bianca Marconero!

    Un bacio,

    TB.

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      31 Luglio, 2018

      Ciao Emmanuela, concordo su tutto, trovo che le storie di Bianca abbiano davvero qualcosa di speciale e riescano, sempre, a distinguersi dagli altri romance, vuoi per un motivo o per l’altro ^_^

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