Primo post dedicato alla special guest di novembre: recensione a “I Fiori non hanno paura del temporale” di Bianca Rita Cataldi

Buon pomeriggio cuplovers, oggi vi parlo del romanzo che il fortunato vincitore o vincitrice del fan del mese di novembre si aggiudicherà in formato cartaceo. Cosa dovete fare per vincere una copia di “I fiori non hanno paura del temporale”? Leggete qui 😉

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I fiori non hanno paura del temporale

Bianca Rita Cataldi
Edito da Harper Collins Editore (22 febbraio 2018)
Pagine 277
€ 17,00 cartaceo – € 6,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Bologna 1997. La stanza è in penombra e i libri e le musicassette sono sparsi dappertutto. Distesa sul letto, la camicia a quadri e i Nirvana sparati nelle orecchie dal walkman, Corinna muove i piedi a tempo e non stacca il naso dalla pagina. Ha sedici anni, i capelli rossi come fili di rame e un viso ricoperto di lentiggini su cui spiccano due occhi d’acciaio. È la figlia del primo grande amore di sua madre che se ne è andato poco prima del parto. Serena, detta Poochie, ha sette anni, i capelli scuri stretti in due codini fermati da elastici a forma di arcobaleno ed è la sua sorellastra. Il suo desiderio più grande è farsi considerare da quella sorella maggiore così misteriosa, sempre rintanata dietro le pagine di un libro e con le cuffie calcate sulla testa. Vivono in una grande e caotica tribù allargata in cui vige il matriarcato e dove per ogni decisione ci si rivolge al consesso delle antenate riunite nella cappella di famiglia al cimitero. Una famiglia fatta di donne dal sangue cocciuto e in cui nessuna tristezza può resistere di fronte al sapore magico di un tiramisù al pistacchio. Eppure l’equilibrio familiare comincia a vacillare quando Corinna riceve una strana scatola da scarpe chiusa malamente con del nastro adesivo. Dentro ci sono degli oggetti apparentemente scollegati tra loro, ma che sono l’ultimo regalo del suo vero padre, scomparso improvvisamente in un incidente. Corinna non ha dubbi: quegli oggetti hanno un significato e lei deve scoprirlo. Decide così di partire, insieme a Serena, per una caccia al tesoro per le vie di Bologna. La scatola in borsa e un sogno tra i capelli ribelli: trovare il segreto delle sue radici e, inevitabilmente, la propria strada nel mondo.

RECENSIONE DI STREGA DEL CREPUSCOLO:
Cinque tazzine… meno qualche piccolissima cosina.
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I fiori non hanno paura del temporale è una storia di donne, di madri e figlie, di sorelle è una storia che ha radici antiche eppure è senza tempo, scritta magistralmente, riesce ad arrivare al cuore del lettore e a incatenarlo alle pagine, ad ammaliarlo con la sua magia fatta di parole e inchiostro. L’ho adorato, era davvero tanto che non leggevo un romanzo come questo, in grado di portarmi indietro nel tempo e di farmi provare nostalgia per qualcosa che non ho mai vissuto e per altre cose che si sono perse con gli anni.

“I fiori piccoli sono i più preziosi. Così delicati, così fragili. Viene da pensare che basti una goccia di pioggia per distruggerli. E invece resistono. Non hanno paura di niente, neanche della pioggia, neanche del vento.”

I fiori non hanno paura del temporale ci racconta la storia di una famiglia di donne dal sangue testardo, una famiglia in cui si cela un pizzico di magia nel legame con la terra, nelle chiacchierate con gli spiriti nella cappella di famiglia e nel modo in cui certe cose si sanno prima ancora che accadano. Questa è la storia di Serena e di sua sorella Corinna, sorella solo per parte di madre, ed è la storia di Bruna, del suo primo amore e delle sue scelte.
Tutto inizia dove, di solito, le storie finiscono: con una morte. Una telefonata e una scatola affidata nelle mani di Corinna, una scatola che racchiude tutto ciò che resta del suo padre naturale, Marco, l’uomo che non ha mai incontrato e di cui la madre non le ha mai raccontato nulla. E, del resto, Bruna avrebbe forse poco da raccontare sul quel ragazzo di cui s’innamorò follemente, quello che scriveva poesie su un taccuino, quello che partecipava a tutte le manifestazioni studentesche, lo stesso che, quando ha saputo che era incinta è partito per Milano e non ha più fatto ritorno. Bruna, una ragazzina minuta ma forte e caparbia, ce l’ha messa tutta e ha cresciuto quella figlia con l’aiuto della madre e di Donna Marzia fino a quando ha incontrato l’uomo che il destino sembra aver messo sulla sua strada apposta per lei, i nomi sono importanti, definiscono chi siamo e lei non poteva che sposare proprio Salvatore.
Nella scatola, Corinna trova diversi oggetti che, a loro volta, sono indizi che daranno inizio a una caccia al tesoro lungo le strade della memoria. Ogni oggetto le farà scoprire qualcosa del padre e, a volte, le farà incontrare qualcuno che lo conosceva. Un paio di forbici la condurranno da un barbiere di nome Giulio che per Marco fu un padre e un amico e un quaderno le svelerà i pensieri di Marco tramite le sue poesie. Corinna, in qualche modo, si immedesima fortemente con il padre e, anche se il comportamento del padre dovrebbe ferirla, questo non scalfisce i suoi sentimenti per lui.
Marco… nel corso del romanzo non posso dire di aver provato simpatia per lui: ha abbandonato una giovanissima Bruna sapendo che era incinta, dopo averle chiesto più volte di abortire e poi è sparito nel nulla, senza nemmeno avvertire Bruna della sua imminente partenza. Bruna, abbandonata, sola e infuriata con quel ragazzo capace di scrivere poesie tanto belle ma anche di un gesto così terribile ha dovuto farsi forza e ha chiuso Marco fuori dalla sua vita e da quella della figlia.

“Lei non è una Bosi. Non è figlia di suo padre perché lui non l’ha voluta. È mia, di mia madre, delle mie zie, di Donna Marzia che mi ha aiutata a farla nascere. È delle mie donne.”

In un viaggio tra passato e presente dinanzi al lettore si srotola la vita di queste donne testarde, con le loro scelte, forse non sempre giuste, non sempre comprensibili, scelte capaci di dividere per sempre una famiglia.
Bianca Cataldi narra una storia incredibilmente vera, con personaggi ben caratterizzati e splendidamente scritta. Ho letto “I fiori non hanno paura del temporale” tutto d’un fiato facendo fatica a staccarmi dalle pagine. Assolutamente consigliato.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Il finale, in un certo senso, mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca, mi sarebbe piaciuto vedere un confronto tra le due sorelle… Ammetto che non sono riuscita a comprendere o ad accettare tutte le scelte di Corinna e non posso fare a meno di chiedermi se non si sia pentita di aver punito la madre con la sua stessa moneta.
Quando Marco si fece vivo, molti anni dopo averla abbandonata, chiedendo di vedere la figlia, Bruna glielo negò. Aveva le sue ragioni, l’abbandono di Marco è stato incurante, totale e straziante. Ed ecco che, tanti anni dopo, Marco telefona e le chiede di vedere quella figlia di cui, per dieci anni, non si è mai interessato. Bruna aveva deciso che quella figlia era sua e delle sue donne, di coloro che l’hanno cresciuta e amata, quindi ha rifiutato… e non posso dire di non comprendere le sue ragioni, avrebbe potuto chiedere alla figlia cosa desiderava fare? Certo, e avrebbe anche potuto raccontarle come sono andate le cose, quello che aveva passato… ma Bruna non è fatta così e, presa una decisione, non è mai tornata indietro. Quello che mi chiedo è se davvero Corinna non si sia mai pentita di essere partita: non è stata accanto alla nonna quando è morta, non ha più rivisto la madre… crescendo pensavo che sarebbe arrivata a capire, almeno un po’, le scelte di Bruna e invece è rimasta ostinatamente chiusa nella sua rabbia. Ha fatto la sua vita e non metto in dubbio che sia felice ed è bello che voglia riallacciare i rapporti con la sorellina ma l’intera storia mi lascia un po’ con l’amaro in bocca. Avrei voluto rivederle insieme.

Ho amato questo romanzo: una storia di donne dal sangue cocciuto, ho adorato il particolare legame con i morti, le visite alla cappella delle zie, l’amore per la scrittura che traspare dal romanzo e le sue protagoniste con le loro storie non sempre facili e le loro decisioni non sempre giuste ma comprensibili. Era tanto, troppo tempo che non leggevo un romanzo di questo tipo e sono felicissima di aver letto il libro di Bianca. Se cercate un bel libro, uno che sappia catturarvi tra le sue pagine, una storia di cui innamorarvi, I fiori non hanno paura del temporale è il libro perfetto per voi.

“E le parole che formano mondi e, mentre li intrappolano nelle fibre della carta, li distruggono e li ricreano. Cosmogonia, la chiamano. La creazione dei mondi.”

Se avete già letto questo romanzo e vi è piaciuto vi consiglio di leggere “L’uomo che inseguiva i desideri” , “Borgo Propizio & E le stelle non stanno a guardare

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5 Comments
  • Lara Milano
    6 Novembre, 2018

    Ciao Strega del Crepuscolo, wow che recensione entusiastica la tua!! Se questo libro è riuscito a conquistarti così tanto, allora a maggior ragione devo inserirlo nella mia wishlist! e grazie dei consigli anche degli altri tre libri, che conosco di titolo ma che non ho ancora letto.
    Già mi aveva colpito la cover con quei capelli in stile Ariel la Sirenetta, ma dopo aver letto chi sono le protagoniste, ne sono rimasta ancora più incuriosita… e ammetto che nel ’97 ero piccolina, ma mi piacerebbe fare un tuffo indietro nel tempo per rivedermi assieme a Corinna tra musica, libri e poster nella cameretta… 😉

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      6 Novembre, 2018

      Nel 97 anche io ero ancora piccolina… (sono dell’85) però ricordo quegli anni e mi sono ritrovata molto nel libro di Bianca… i walkman con le cuffiette, le cassette, i quaderni dove appuntare di tutto e di più… ^_^

      • Lara Milano
        8 Novembre, 2018

        Ooh allora avevo intuito bene… un bel tuffo indietro nel tempo! 😉

  • Serena LaStrega
    6 Novembre, 2018

    Un po’ come fare un salto indietro a quando ero giovane, mi piace l’idea

  • Veroniky
    6 Novembre, 2018

    Un titolo senz’altro impegnativo che mi ha da subito dato l’idea di una lettura con dello spessore e dalla tua recensione credo di averci preso. Mi ispira molto

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