Recensione del film “The New Mutants”


Buongiorno cuolovers, il 2 settembre 2020 è finalmente uscito il tanto rinviato “The New Mutants”, ultimo film targato Fox sui Mutanti. La critica internazionale l’ha massacrato, ma in realtà è molto meglio di quanto ci si potrebbe aspettare, ovvio non è un capolavoro e sono, infatti, presenti dei difetti, ma la trama e le tematiche proposte sono interessanti e per certi versi inesplorate nei vari cinecomic passati.

Cast giovane e conosciuto, è presente Maise Williams (Arya di Got), Ana Taylor Joy e Charlie Heaton (Jonathan di Stranger Things). È palesemente un film introduttivo -i personaggi solo solo abbozzati- a cui avrebbero dovuto fare seguito altri film che non vedremo mai, ma ad ogni modo riesce ad intrattenere ed incuriosire lo spettatore. Tinte horror solo leggermente presenti ed effetti speciali non eccellenti, anzi.

nel piattino abbiamo:

REGISTA: Josh Boone
CASA DI PRODUZIONE: 20th Century Studios
DATA DI USCITA: 28 agosto 2020 (Italia)

TRAMA

Twentieth Century Studios in associazione con Marvel Entertainment presenta The New Mutants, un thriller originale con sfumature horror ambientato in un ospedale isolato dove un gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.


3 TAZZINE MERITATISSIME: è un film godibile ma senza troppe pretese

The New Mutants è stato uno dei film che non mi sarei mai aspettata di vedere realmente al cinema. È stato fin da subito afflitto da diversi problemi: in primis al termine delle riprese il materiale girato non convinceva la Fox che decise di programmare dei reshoot mai effettivamente realizzati, in secundis con l’acquisizione di Fox da parte di Disney ed il conseguente passaggio dei diritti dei Mutanti alla Marvel è stato rimandato nuovamente. Per finire il lockdown ha comportato l’ennesimo rinvio. Possiamo definirlo un film sfortunato, se il mondo dei mutanti Fox fosse ancora in vigore sarebbe stato sicuramente interessante seguire l’evoluzione dei nuovi mutanti e le loro interazioni con gli X Men. Ora, fortunatamente i Mutanti sono tornati a casa Marvel e perciò il leader supremo Kevin Faige ha ben pensato di reboottare il franchise all’interno dell’MCU rendendo quindi “The New Mutants” l’ultimo film targato Fox sui Mutanti.
In tanti si sono chiesti come mai fare uscire “The New Mutants” al cinema ed invece “Mulan” su Disney +, la risposta è presto data: se il film di produzione Fox fosse stato distribuito in streaming la piattaforma destinata ad accoglierlo, per accordi contrattuali presi precedentemente da Fox, sarebbe stata HBO max e non Disney +. Per tale motivo “la casa delle idee” ha ben pensato di raggranellare quanto più poteva mandando il film in sala anche se gli incassi non sarebbero stati dei migliori.

Il film è stato massacrato dalla critica americana, ma a mio avviso senza troppi motivi dato che non si può assolutamente definire un film brutto, con dei difetti sì, ma accettabile e godibile. È una pellicola che avrebbe dovuto introdurre nell’universo degli X Men i Nuovi Mutanti, cinque ragazzini alle prime armi alla scoperta e alle prese con il controllo dei loro poteri, ragazzini che vengono rinchiusi in un ospedale psichiatrico perché considerati pericolosi e non vengono seguiti da Charles Xavier, ma da una dottoressa mutante dalle dubbie finalità.
A livello di collocazione nella continuità dei film sugli X Men questo si colloca di sicuro prima di X Men Dark Phoenix, ma non saprei dire con esattezza il punto preciso, dato che ha collegamenti molto labili con la serie d’origine, per tale motivo si può visionare in scioltezza anche se non si ha una conoscenza approfondita dei film pregressi.

I personaggi hanno tutti un passato tormentato in cui, a causa di un evento traumatico, hanno manifestato i loro poteri. Purtroppo sono soggetti soltanto abbozzati, caratterizzati sì, perciò lo spettatore è in grado di empatizzare con loro, ma fino ad un certo punto. Infatti i loro poteri sono purtroppo l’aspetto meno approfondito, tanto che di Illyana/Magik non si comprende granché se non si è lettori dei fumetti. Ha il potere del teletrasporto, sa utilizzare la magia e la stregoneria e più l’utilizza più la sua armatura di Eldritch (mostrata nel film) ricopre parti del suo corpo, inoltre brandisce la spada dell’anima, strumento dotato di un enorme potere magico avente la capacità di distruggere magie, costrutti e creature formate da essa. Tutti questi elementi che contraddistinguono il personaggio sono presenti nella pellicola tuttavia, anche se vengono mostrati, non viene fornita nessuna spiegazione che contestualizzi il tutto. Sappiamo che è potente, ma non perché e come utilizza i suoi poteri, anzi in alcuni momenti lo spettatore è indotto a pensare che Magik (nome tra l’altro non utilizzato mai dentro il film) sia leggermente psicopatica, soprattutto quando parla con il suo pupazzo Lockit.
Roberto “Bobby” da Costa/Sunspot, interpretato da Henry Zaga è un mutante brasiliano che può manipolare l’energia solare fino a trasformasi in un inceneritore vivente, forse il personaggio meno approfondito assieme a Magik. Il mio preferito è senza dubbio Samuel “Sam” Guthrie/Cannonball interpretato da un ottimo Charlie Heaton, mutante del Kentucky che può volare ed emanare una potente energia termodinamica.
La protagonista è Danielle “Dani” Moonstar/Mirage, una mutante nativa americana, di cui apprendiamo lo stretto legame con il padre, che ha la capacità, inizialmente sconosciuta, di leggere nella mente e creare illusioni nella mente altrui. Tra lei Maise Williams interpreta Rahne Sinclair/Wolfsbane (una mutante scozzese in lotta tra la sua fede ed il suo potere di trasformarsi in un lupo mannaro) si instaura una relazione che travalica l’amicizia divenendo di fatto la prima relazione esplicitamente omosessuale all’interno di un cinecomic. Per la prima volta la protagonista appartiene alla comunità LGBT+, una vera novità all’interno dei film di genere che rende la pellicola interessante e particolare. La tematica della religione che condanna le relazioni omosessuali è trattata con sfumature horror, ma risulta efficace e d’impatto, probabilmente il sotto tema che emerge maggiormente tra tutti.

Il contesto in cui si cala il film è diverso rispetto ai precedenti, qui siamo all’interno di un ex ospedale psichiatrico e non all’interno delle lussuose mura della casa di Xavier, qui i mutanti vengono trattati come pazienti, vengono sottoposti a test e valutazioni per comprendere quanto sono pericolosi e potenti al tempo stesso. Il potere di ciascuno di loro viene visto sotto una luce diversa, più come fonte di pericolo che come ausilio alla società.
Le paure dei ragazzi vengono utilizzate come pretesto per esplorare i personaggi e come elemento horror della pellicola. In realtà non è nulla di innovativo, ma per il genere certamente rappresenta una novità che verrà forse riproposta nella seconda pellicola dedicata a Doctor Strange.
Gli effetti speciali sono decisamente sotto tono, la CGI è stata utilizzata male e in maniera tale da rendere i vari effetti quasi giocosi e “plasticosi”.

Nel complesso il film mi ha intrattenuto e soddisfatto, certo non avevo grandi pretese sapendo già che non avrebbe avuto un seguito, ma ad ogni modo merita la visione quanto meno per gli spunti interessanti ed innovativi che propone.


Veniamo a conoscenza del fatto che la dottoressa Reyes in realtà è al soldo della Essex Corporation, società che si occupa di individuare ed assumere mutanti che hanno le potenzialità di diventare veri e propri assassini. Il superiore citato dalla dottoressa in realtà non è Xavier, ma questa associazione che sfrutta i mutanti che ritiene idonei ai propri scopi.