L’estate in cui imparammo a volare: recensione dell’ultima stagione


Buon pomeriggio cuplovers, oggi vi parlo della seconda e ultima stagione de L’estate in cui imparammo a volare, serie tratta dai libri di Kristin Hannah (la recensione della prima stagione QUI). L’estate in cui imparammo a volare non è il mio genere di serie preferito, l’ho iniziata abbastanza per caso e ho scelto di guardare la seconda stagione solo perché il finale della prima mi aveva lasciato una discreta curiosità di proseguire la visione. Ne è valsa la pena? NI.

L'estate in cui imparammo a volare locandina nella recensione su Le Tazzine di Yokonel piattino abbiamo:
recensione film serietv DRAMA sul blog le tazzine di yoko

L’estate in cui imparammo a volare

DISPONIBILE SU Netflix
TRATTO DA il romanzo “Firefly Lane” di Kristin Hannah
STAGIONI 2 -conclusa-

Una buona conclusione: 4 TAZZINE MENO QUALCHE PICCOLA COSINA
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L’estate in cui imparammo a volare è una serie incentrata sull’amicizia che lega, da sempre, le due protagoniste, Tully e Kate. Tuttavia, la prima stagione si chiudeva con la rivelazione scioccante che, nel presente, le due donne dovevano aver brutalmente litigato, tanto che Kate cacciava via Tully da un funerale (di chi si scopre solo più avanti). Il motivo per cui ho iniziato subito la seconda stagione è stato proprio questo: scoprire cosa fosse successo alle due amiche.

L’estate in cui imparammo a volare è una serie che cerca di stupire lo spettatore con dei colpi di scena che, purtroppo, risultano poi poco di impatto facendo ricadere la serie, inevitabilmente, nella prevedibilità. Non c’è stato praticamente nulla di inaspettato in questa seconda stagione, che è quindi perfetta per chi cerca una serie tranquilla, ma che, per me, non si è rivelata l’ideale. Non fraintendetemi, l’estate in cui imparammo a volare, mi è piaciuta, bene o male, mi sono affezionata ai personaggi che sono ben caratterizzati e profondamente umani, mi è piaciuto assistere alla crescita di Tully e Kate e il loro rimanere amiche pur essendo così tanto diverse. Mi è anche piaciuto che questa sia rimasta una serie sull’amicizia femminile, invece di virare sul lato romance. Certo, la storia d’amore tra Johnny e Kate è molto importante all’interno della serie, ma ciò che più conta è sempre l’amicizia che lega Kate e Tully. Cosa mai può essere successo, nel presente, da allontanare le due amiche, al punto che Kate caccia Tully dal funerale? La risposta a questa domanda è uno dei problemi di questa seconda stagione perché sì, quello che ha fatto Tully è grave e capisco che Kate e Johnny fatichino a perdonarla e capisco come poi tutto passi in secondo piano, ma mi è sembrata una scelta un po’ forzata…

La seconda stagione di L’estate in cui imparammo a volare approfondisce il passato di Tully, il suo difficile rapporto con Cloud e il mistero circa l’identità di suo padre. Anche questa parte lascia con l’amaro in bocca sebbene, quella scelta dall’autrice, sia una scelta realistica. Non sempre tutto va come vogliamo e non sempre è possibile recuperare un rapporto che non c’è mai stato. Tully arriva troppo tardi e le rimarrà sempre il rimpianto di non aver conosciuto il padre…

Sul fronte sentimentale assistiamo agli alti e bassi della storia tra Kate e Johnny, il loro è un rapporto splendido incrinato dalla decisione di Johnny di ritornare a lavorare sul campo. Anche se arrivano a divorziare, Kate e Johnny si sono sempre amati e devo dire che la loro storia è molto bella e si, alla fine, torneranno insieme, fino all’ultimo. In effetti, i motivi per cui divorziano, quasi non si capiscono e la separazione tra i due appare davvero breve. Se Kate sceglie di dedicarsi alla figlia e, di fatto, mette da parte la propria carriera, quella di Tully decolla. Anche lei deve affrontare dei problemi a livello lavorativo, c’è chi cercherà di metterle i bastoni tra le ruote, ma Tully dimostrerà la sua tenacia riuscendo a risalire dopo essersi vista portare via il suo programma… Se Kate ha scelto la famiglia invece della carriera, Tully ha fatto la scelta opposta e, in Kate, Johnny e la loro figlia, Marah, ha trovato una famiglia, una famiglia che si è scelta e senza legami di sangue ma, non per questo, meno importante. Ma cosa rimarrebbe a Tully se dovesse perderli?

Il personaggio di Tully è quello più complesso e interessante, non ha mai avuto una famiglia (Cloud non è proprio la madre ideale) e così, si è legata a quella di Kate, prima ai genitori di lei e poi a quella che l’amica ha costruito con Johnny e Marah. Tully è una donna all’apparenza forte, molto determinata ma non priva di fragilità e insicurezze. E, quando perderà l’amicizia di Kate, verranno tutte a galla.

L’estate in cui imparammo a volare è una serie piacevole da guardare, tranquilla, senza particolari colpi di scena, un po’ triste. Le due interpreti sono molto brave e anche il resto del cast convince. Se cercate una serie in stile Virgin River, questa potrebbe davvero fare al caso vostro.

A Time for Dancing - le tazzine di yoko Eppure cadiamo felici cover per la recensione su le tazzine di yoko Virgin River poster-le tazzine di yoko

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Ammetto che la svolta triste non me l’aspettavo, così come non credevo che Kate sarebbe morta sul serio. La scena finale, dove ci illudono che Kate sia guarita e che sia al fianco di Tully, è una vera carognata… ci sono rimasta malissimo. Chi altri pensava che sarebbe guarita?