I miei stupidi intenti: recensione del libro di Bernardo Zannoni

Buongiorno cuplovers, oggi vi parlo di un libro che è stato una scoperta: “I miei stupidi intenti” di Bernardo Zannoni, sessantesimo vincitore del premio Campiello.
Mi sono imbattuta in questo libro per caso, vedendo una recensione su YouTube, e spero che qualcuno possa scoprire questo titolo grazie alla mia. “I miei stupidi intenti” è la storia di una faina ed è proprio lei che si racconterà e ci racconterà la sua vita.

I miei stupidi intenti cover per la recensione su Le Tazzine di YokoNel piattino abbiamo

I miei stupidi intenti

Bernardo Zannoni
Edito da Sellerio (26 agosto 2021)
Pagine 252
€ 15,20 cartaceo – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
«Esistono vari modi di strillare un libro magnifico. Ma solo un modo è giusto per “I miei stupidi intenti”: leggetelo, leggete questo romanzo in stato di grazia». Marco Missiroli. Questa è la lunga vita di una faina, raccontata di suo pugno. Fra gli alberi dei boschi, le colline erbose, le tane sotterranee e la campagna soggiogata dall’uomo, si svela la storia di un animale diverso da tutti. Archy nasce una notte d’inverno, assieme ai suoi fratelli: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola. Gli animali in questo libro parlano, usano i piatti per il cibo, stoviglie, tavoli, letti, accendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la sopravvivenza, dura e spietata, come d’altronde è la natura. Sono mossi dalle necessità e dall’istinto, il più forte domina e chi perde deve arrangiarsi. È proprio intuendo la debolezza del figlio che la madre baratta Archy per una gallina e mezzo. Il suo nuovo padrone si chiama Solomon, ed è una vecchia volpe piena di segreti, che vive in cima a una collina. Questi cambiamenti sconvolgeranno la vita di Archy: gli amori rubati, la crudeltà quotidiana del vivere, il tempo presente e quello passato si manifesteranno ai suoi occhi con incredibile forza. Fra terrore e meraviglia, con il passare implacabile delle stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe misteri e segreti. Archy sarà sempre meno animale, un miracolo silenzioso fra le foreste, un’anomalia. A contraltare, tra le pagine di questo libro, il miracolo di una narrazione trascinante, che accompagna il lettore in una dimensione non più umana, proprio quando lo pone di fronte alle domande essenziali del nostro essere uomini e donne. I miei stupidi intenti è un romanzo ambizioso e limpido, ed è stato scritto da un ragazzo di soli venticinque anni. Come un segno di speranza, di futuro, per chi vive di libri.
Recensione di Pamy per le Tazzine di Yoko
Delizioso, 4 tazzine 1/2
Tazzina piena di PamyTazzina piena di PamyTazzina piena di PamyTazzina piena di Pamy

Nella notte burrascosa, tutti assieme nel grande letto, guardavamo nostra madre disperarsi in cucina, alla penombra di una lampada e del soffitto basso della tana

I miei stupidi intenti è un libro che mi ha colpita ed appassionato molto. Una scoperta veramente bella. Non avevo aspettative alte su questo libro, ma una volta finita la lettura ero ancora lì che pensavo al libro e alla sua storia. Questo per farvi capire quanto mi sia piaciuto. Archy nasce una notte d’inverno assieme ai suoi fratelli, alla madre hanno ucciso il compagno e si ritrova a doverli crescere da sola… Certo, non un inizio promettente per il povero Archy.

Gli animali di questo libro parlano, usano i piatti, tavoli, letti, accendono fuochi. Ma il loro mondo è fatto di sopravvivenza dura e spietata come, d’altronde, è la natura. Il titolo “I miei stupidi intenti” è un riferimento agli intenti che Archy si impegna con tutto se stesso a raggiungere, ma purtroppo un incidente che lo farà diventare zoppo cambierà per sempre la sua vita. Salomon la volpe del bosco è l’altro personaggio fondamentale di questo romanzo. Conosce Archy perché gli viene venduto da sua madre, perché ormai per lei è solo un peso. Salomon è un personaggio duro, crudo e molto malvagio, nel bene e nel male sarà per Archy un mentore. Con lui, l’ossessione dell’esistenza e del significato della vita cambierà per sempre la sua prospettiva. Nonostante all’inizio non condivida il suo stile di vita, Archy ne rimarrà affascinato ed è così che inizia la sua l’evoluzione, la crudeltà quotidiana e la lotta per la sopravvivenza lo cambieranno molto.

Mi fu chiaro che il mondo non odia nessuno, e se è crudele, è perché noi siamo crudeli.

È da qui che diventa un personaggio difficile da amare. Il suo lato negativo, crudele e malvagio è quello che tende ad avere la meglio sul suo lato buono. Non ho approvato la metà delle cose che faceva, ma nonostante tutto capivo il suo essere diventato così “cattivo”. Ci sono molte scene crude e spietate nel libro, non lo consiglio alle persone sensibili. Nonostante questo, però, resta una lettura trascinante e, man mano che si prosegue nella lettura, si viene sempre più trascinati nella vita di Archy. Dall’inizio, fino al suo epilogo.
Anche se si parla di animali, l’autore vuole farci capire come noi viviamo le nostre vite e che tutti siamo un po’ Archy: non sempre i nostri intenti vanno a buon fine. Molte volte sono anche stupidi, ma nonostante tutto continuiamo a provarci. Se devo dire una cosa negativa del libro, è che non è sempre stato facile “capire” la parte esistenziale della vita da cui Archy è ossessionato, forse perché la maggior parte delle persone vive senza farsi troppe domande…
I miei stupidi intenti è un libro che, secondo me, si avvicina molto a La fattoria degli animali di Orwell. Anche quest’ultimo è un libro che ho amato, e se è piaciuto anche a voi, questo fa sicuramente al caso vostro.