Recensione al film live-action Dumbo

Buon giorno cuplovers, oggi vi parlo di Dumbo di Tim Burton, live-action del famoso classico Disney.
Sono andata al cinema a vederlo senza nessuna aspettativa e ho trascorso due ore piacevoli in compagnia di Dumbo e di tutti i suoi amici. Il piccolo Dumbo è adorabile e lo spettatore non potrà fare a meno di empatizzare per lui e desiderare un lieto fine.

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Dumbo 

Regia di Tim Burton
DURATA 112 minuti

Il mio voto è di

Holt Farrier è appena tornato dalla guerra, dove ha perso un braccio e si ritrova con una vita a pezzi. Sua moglie è morta mentre era lontano lasciandolo solo a crescere i figli, Milly e Joe, due bambini che conosce poco e di cui non era abituato ad occuparsi. Come se non bastasse, durante la sua assenza, il direttore del circo, l’apparentemente avido Max Medici, ha venduto i suoi cavalli per acquistare un elefante, lasciandolo così privo di un numero. Il povero Holt si ritrova così a dover cambiare lavoro accettando di essere declassato da cavallerizzo a… stalliere per l’elefante.
Max, d’altro canto, si ritrova ad essere a capo del circo in un momento in cui i piccoli circhi come il suo sembrano non andare più di moda a favore di parchi più grandi e così, l’uomo, in cerca di un modo per attirare spettatori, ha acquistato un’elefantessa che, dopo poco tempo, da alla luce il piccolo Dumbo.
Dumbo è un elefantino adorabile con due meravigliosi e dolcissimi occhi azzurri un elefantino strano che, all’inizio, verrà considerato troppo strano perfino dalla sua, già eccentrica, famiglia. Mentre Max già si dispera per i soldi spesi, i due figli di Holt si affezionano al piccolo facendo una straordinaria scoperta: Dumbo può librarsi in aria usando le sue grandi orecchie!
Ed è così che Dumbo diventa un po’ il simbolo di un sogno, la realizzazione dell’impossibile, che fa sognare ad occhi aperti tutti gli spettatori.
La storia di Dumbo è anche quella di una madre e di un figlio che vengono allontanati più volte, l’elefantessa, protettiva verso il suo cucciolo come ogni madre, quando sente il suo piccolo disperato per gli scherni del pubblico e per il fuoco che è stato acceso durante il numero, corre in suo aiuto come una furia, pronta a tutto per proteggerlo, perfino a far crollare il palo che regge il tendone.
Ed è così che la povera mamma Jumbo, viene prima rinchiusa in un carro, da cui, nonostante tutto, riesce a far uscire la proboscide per cullare il suo piccolo e poi venduta provocando la disperazione dell’elefantino e l’indignazione dei bambini e di Holt. I bambini diventeranno la nuova famiglia di Dumbo decisi a prendersi cura di lui fino a quando non riusciranno a riunirlo con la madre.
Il film rappresenta gli artisti del circo, in modo forse un po’ idilliaco, come una famiglia che si supporta a vicenda ma da cui è difficile uscire… Non tanto perché non si possa farlo, quanto perché gli stessi artisti non vedono altre strade. Infatti, di fronte alla grande passione per la scienza della piccola Milly, invece di incoraggiare la figlia, Holt cerca di spingerla a trovarsi un numero, uno spettacolo che le consenta di avere un futuro nel circo.

La seconda parte del film introduce quello che può considerarsi il villain della storia, un impresario senza scrupoli di nome Vandevere che, dopo aver sentito del successo del piccolo Dumbo, accompagnato dall’affascinante e dolce Colette, si reca a vedere il circo Medici con l’intenzione, nemmeno troppo velata, di acquistarlo. O, quanto meno, di portare via Dumbo. C’è così la contrapposizione tra l’enorme parco divertimenti, più alla moda, più tecnologico e scintillante ma freddo e impersonale creato da Vandevere e il vecchio circo dei Medici… meno scintillante ma più umano e che si avvicina maggiormente al sogno romantico del circo i cui membri sono una vera famiglia e non solo persone che lavorano assieme.

L’affetto per Dumbo e il desiderio di riunire una famiglia rimediando a un terribile errore conducono lo spettatore fino a un meritato, forse un po’ troppo idilliaco, lieto fine. Il live-action di Dumbo, tra quelli che ho visto fino ad ora, non si piazza certo in cima alla classifica dei miei preferiti ma si è rivelato meglio di quanto mi aspettavo. Un film ideale da vedere per passare due orette di svago il cui intento è quello di farci credere che i sogni possono avverarsi, che non abbiamo bisogno di piume e che se un elefantino può volare anche noi possiamo fare qualsiasi cosa.
Un ottimo cast, buoni effetti speciali e un elefantino davvero adorabile fanno da contraltare a una trama un po’ scontata e priva di colpi di scena.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Dumbo e Colette stanno per esibirsi quando la donna si accorge che si sono dimenticati di predisporre la rete di sicurezza cosa che la fa infuriare con Vandevere facendole capire, una volta di più, che all’uomo non importa nulla di lei e che la sua sola preoccupazione è il profitto. Per fortuna, anche Holt si accorge che manca la rete e riesce ad approntarla giusto in tempo: Dumbo sente la voce della madre che, intrappolata in un’area di Dreamland, chiamata Isola dell’Incubo, lo chiama disperatamente. L’elefantino vola via facendo cadere Colette che viene salvata da Holt.
Il piccolo Dumbo vola a cercare la madre facendo infuriare gli spettatori (davvero non gli basta vedere un elefantino che vola?) e Vandevere decide di far abbattere la madre di Dumbo affinché la sua star non si distragga più… molto umano c’è da dire.
Dopo aver scoperto le intenzioni di Vandevere, l’intero circo Medici, (Max compreso) ce la metterà tutta per regalare un lieto fine a Dumbo e alla sua mamma.

Il lieto fine mi è piaciuto e lascia anche un bel messaggio: il nuovo circo è senza animali e fa invece affidamento su nuovi artisti tra cui Colette. Certo, alcune cose sono un po’ affrettate e il reinserimento dei due elefanti nella jungla un po’ troppo rapido ma, in fin dei conti, questa rimane comunque una favola Disney. E tutti vissero per sempre felici e contenti…

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4 Comments
  • Federica R.
    20 Aprile, 2019

    Anche a me è piaciuto alla fine, credevo peggio, ma credo abbia fatto tanto il mio attaccamento a Dunbo di quando ero bambino, probabilmente se non ci fosse stato quello lo avrei definito un “filmetto”

  • Nadia Tronki
    20 Aprile, 2019

    A me non è piaciuto, un po’ come l’ultimo live action della Bella e la Bestia che ci hanno messo le musiche diverse (anche se di poco) e hanno voluto arricchirlo con elementi in più. Non ci voleva poi tanto a farlo fedele al 100% 🙁

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      25 Aprile, 2019

      Sinceramente io preferisco quando c’è qualcosa di diverso rispetto all’originale ^_^ se fosse uguale al 100% allora tanto varrebbe rivedere il film d’animazione…

  • Alessandra Nat.
    21 Aprile, 2019

    Come dici te è stata una visione piacevole, mi aspettavo di più lo ammetto, ma nel complesso è carino. Spero facciano di più per il re leone

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