Recensione a “Requiem” di Lauren Oliver

Buon giorno cuplovers, oggi vi parlo di “Requiem”, l’ultimo romanzo della trilogia distopica di Lauren Oliver.
In un mondo dove l’amore è proibito un gruppo di ribelli combatte per la libertà di amare, per riappropriarsi della propria casa, per la libertà di essere imperfetti.

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Requiem

(Requiem)
Lauren Oliver
Edito da Piemme Freeway (gennaio 2014)
Pagine 335
€  17,00 cartaceo – € 5,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Mi chiamo Lena e sono infetta, perché mi sono innamorata di Alex in un mondo in cui l’amore è considerato una malattia, e come una malattia viene curato. lo e Alex siamo scappati, ma poi ci hanno separati. Io sono andata avanti, ho incontrato Raven e gli altri ragazzi della Resistenza. Ho imparato a combattere per quello in cui credo, a lottare per essere davvero me stessa. E ho incontrato Julian che è il ragazzo più dolce del mondo e mi vuole con sé. Poi però Alex è tornato, quando pensavo di averlo dimenticato, quando mi ero convinta di riuscire a fare a meno di lui. E ora, mentre il mondo attorno a noi cade a pezzi, io sto male, e penso che forse avevano ragione loro: l’amore è davvero una malattia!


Quattro tazzine… meno qualche piccolissima cosina.
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La trilogia iniziata con Delirium era partita benissimo, per poi perdersi un po’ di più ad ogni volume. Avevo grandi aspettative per quest’ultimo libro, mi aspettavo un finale con il botto, soprattutto visto e considerando il titolo “Requiem” che mi faceva pensare a un finale tragico o comunque sofferto ed emozionante ma, purtroppo, per me non è stato così. Quello che ho apprezzato maggiormente del romanzo è il messaggio finale, estremamente attuale, che l’autrice fa arrivare forte e chiaro al lettore.

In quest’ultimo volume l’autrice ha scelto un doppio pov: quello di Lena e quello di Hana per mostrarci da un lato, la vita dura dei ribelli e dall’altro quello di una ragazza curata che vive nell’agio. Se Lena lotta per avere una vita libera e migliore, Hana sembra aver accettato di buon grado la sua nuova esistenza sebbene qualcosa della vecchia Hana, sepolto dentro di lei, lotti per riemergere.
Al centro della storia c’è anche lo strano triangolo amoroso tra Lena, Alex e Julian. Alex è cambiato, sembra che non riesca più a sorridere e tratta Lena con freddezza, è sopravvissuto nelle Cripte nella speranza di rivederla e scoprirla tra le braccia di Julian gli ha spezzato il cuore, lasciando, al posto di quell’amore proibito solo tanta rabbia. Alex respinge Lena che, rivendendolo, ha sentito rinascere tutti i sentimenti che provava per lui. Lena non sa come gestire la situazione, essere allontanata da Alex la fa soffrire e, per questo, non riesce a stare vicino a Julian cambiando repentinamente atteggiamento nei confronti del ragazzo che, ovviamente, non capisce perché la ragazza si allontani all’improvviso da lui.
I ribelli non possono più contare sulla sicurezza delle Terre Selvagge perché il governo ha deciso di eliminarli a qualsiasi costo: comincia così una lunga serie di fughe dove i protagonisti appaiono sempre in netta minoranza, senza abbastanza armi per difendersi, braccati, impotenti.
A Portland, Hana è stata accoppiata con Fred Hargrove, nuovo sindaco che non nasconde il proprio desiderio di rendere sempre più ricchi quelli come lui e di far crescere l’odio verso i non-curati. Fred è un discreto villain: arrogante, crudele e abbastanza sociopatico da voler tenere in pugno la sua stessa fidanzata. Nonostante gli effetti della cura si facciano sentire, Hana comincia a farsi delle domande sul suo promesso sposo, specialmente quando scopre che il ragazzo ha già avuto una moglie, misteriosamente scomparsa nel nulla dopo il divorzio… Due domandine me le sarei fatte anche io, ma anche più di due, a dire il vero. Hana, nonostante sia stata curata e i suoi sentimenti siano affievoliti, non è il robot che ci si potrebbe aspettare, in realtà, l’errore più grande che ha commesso lo ha compiuto quando non era ancora stata curata… Il personaggio di Hana non mi ha colpito né in modo positivo ma nemmeno in negativo, la sua storyline è staccata da quella degli altri personaggi e il suo scopo sembra essere solo quello di far conoscere al lettore Fred Hargrove… un po’ poco visto che ha addirittura un suo pov.
Ai personaggi secondari, che già non erano molto caratterizzati prima, se ne aggiungono altri che sono appena abbozzati e che avrebbero decisamente meritato una maggiore caratterizzazione. Coral, che all’inizio sospettavo essere una spia ma che si rivelerà una ragazza coraggiosa, Pippa, una figura importante della Resistenza, coriacea e leale e Bee… il rapporto tra Bee e Lena è quello che, tra tutti, avrebbe decisamente meritato un approfondimento ben maggiore. Anche perché non mi tornano i tempi legati alla sua storyline…

Requiem chiude la storia di Lena lasciando diverse domande che, probabilmente, trovano risposta nelle ben quattro novelle, dedicate ad altrettanti personaggi della saga (Hana, Annabel, Raven e Alex) che, purtroppo, non sono mai arrivate in Italia. Chissà che, prima o poi, qualche casa editrice non le faccia arrivare da noi, magari pubblicando il volume che le contiene tutte.

Nel complesso, Requiem si è rivelato una buona lettura con tanta azione, parecchio spazio dedicato ai sentimenti dei protagonisti e un bel messaggio finale. Anche se non è stato un finale all’altezza delle mie aspettative.
Pene d’amore, mura da abbattere, rapporti da ricostruire e mariti sociopatici vi attendono tra le pagine di Requiem.

Non scegliamo mai veramente, non del tutto. Siamo sempre sospinti e schiacciati verso una strada o un’altra. Non abbiamo altra possibilità che fare un passo avanti e poi un altro, e poi ancora un altro; all’improvviso ci ritroviamo su un sentiero che non avevamo scelto affatto.
Ma forse la felicità non sta nello scegliere. Forse sta nella finzione, nell’immaginare che il posto in cui siamo finiti sia quello in cui volevamo trovarci fin dall’inizio.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

La parte finale del romanzo risulta un po’ affrettata; certo, la Resistenza ha ottenuto un buon successo a Portland abbattendo il muro, dimostrando che non tutti i curati sono così indifferenti alle sorti delle altre persone che la situazione non è così… terribile come sembrava. Hana si è liberata del marito assicurandosi che rimanesse in casa e venisse quindi colpito dallo scoppio della bomba ma questo non assicura che le cose cambieranno anche nelle altre città o che il governo non interverrà per ristabilire l’ordine.
La morte rapida e brutale di Raven l’ho trovata un po’ affrettata, talmente veloce che non ho avuto quasi tempo di dispiacermi per lei. Raven si è sacrificata per Pippa con cui ha, sicuramente, un legame profondo che purtroppo non viene approfondito ma quasi dato per scontato… sicuramente il loro legame sarà stato approfondito nella novella dedicata a Raven ma almeno un qualche accenno in più poteva inserirlo nel libro!
Il triangolo amoroso non viene risolto lasciando il possibile esito all’interpretazione del lettore… Immagino che Lena abbia scelto Alex. I suoi sentimenti per Julian mi sono sembrati fin forzati … quasi che lei si sforzasse di provare qualcosa per Julian perché si sentiva in colpa verso di lui. Nel corso del romanzo i sentimenti di Lena per lui hanno vacillato più volte, fin dalla ricomparsa di Alex e la sua ammissione finale, di non aver mai smesso di amarlo (anche se la situazione è complicata) mi fanno immaginare che l’autrice abbia voluto lasciare aperto ben più di uno spiraglio per un futuro felice per Lena e Alex assieme.
Il messaggio lanciato dall’autrice nel finale spinge il lettore ad abbattere i muri, non importa se quello che c’è al di là ci spaventa o se non sappiamo cosa succederà. I muri ci portano a vivere nella paura, nella diffidenza, fuggendo dall’ignoto che potrebbe essere spaventoso ma anche meraviglioso… un messaggio potente ma che non basta a dare al lettore un finale soddisfacente.

Nel complesso non è il finale che avrei voluto ma nemmeno uno che mi abbia fatto pentire di aver letto questa trilogia.

Se l’avete letta e vi è piaciuta vi consiglio la duologia composta da The Programm e The Treatmeant.

La Serie

  1. Delirium
  2. Chaos
  3. Requiem

 

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6 Comments
  • Dinicola Sabrina
    7 Aprile, 2019

    Concordo con te, un vero peccato che il potenziale di questa trilogia si sia sprecato così e poi alcune domande mi sono comunque rimaste, peccato davvero, sei stata fin brava nella votazione

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      9 Aprile, 2019

      Vero… in realtà all’ultimo ero indecisa sul voto sono stata un po’ generosa, forse, ma alla fine, bene o male mi ero affezionata a Lena.

  • Tiziana Nurra
    7 Aprile, 2019

    Ti dirò a me nonostante tutto questa serie alla fine è piaciuta, l’ho ripresa in mano anni dopo averla letta la prima volta e in una seconda lettura credo di averla apprezzata ancora di più. Poteva essere stupenda certo ma non è comunque una di quelle serie che poi alla fine finisco per portare al libraccio

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      9 Aprile, 2019

      No al Libraccio proprio no! Però rispetto al primo volume, per me c’è stato un calo U_U il che è un peccato perchè aveva un grande potenziale.

  • Michela F.
    8 Aprile, 2019

    Non ho proseguito la lettura dopo il secondo libro e ho letto la recensione per vedere come andava a finire, che dire, sono contenta di non aver letto il terzo

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      9 Aprile, 2019

      Le recensioni servono anche a questo. Anche io non ho proseguito serie che non mi convincevano per poi andarmi a leggere qualche spoiler solo per togliermi la curiosità….

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