Maid: recensione della miniserie Netflix


Buon giorno cuplovers. oggi torno sul blog per parlarvi di serie tv. Ho appena finito di guardare la seconda stagione della Ruota del Tempo, ma visto che Amazon Prime non ha fatto uscire tutti gli episodi insieme (non so voi, ma io non sono più abituata e mi scoccia aspettare), mentre attendevo l’uscita delle nuove puntate ho recuperato la miniserie Maid su Netflix.

Maid, tratta dal memoir di Stephanie Land “Maid: Hard work, low pay and mother’s will to Survive” è una serie che ho amato e odiato. Narra le disavventure di Alex, una giovane donna in fuga da un marito violento. È una storia di sopravvivenza, di sbagli, ma anche di speranza.

Maid miniserie Netflix locandina per la recensione su Le Tazzine di YokoNel piattino abbiamo:
recensione film serietv DRAMA sul blog le tazzine di yoko

Maid

DISPONIBILE SU Netflix
Miniserie -conclusa-

Davvero bella 4 tazzine 1/2
voto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del CrepuscolotazzinaMEZZA+_stregaDELcrepuscolo
Maid è una miniserie intensa, mentre la guardi non sembra di vedere una serie tv, ma di assistere davvero alla vita di Alex e, non a caso, la serie è tratta da una storia vera e, proprio per questo, più difficile da digerire nei suoi momenti più bui.

Alex è una protagonista difficile da amare, è una ragazza madre con un passato non semplice alle spalle che si ritrova a vivere con un compagno violento e la figlia, la piccola Maddie. Sean è un personaggio distruttivo che ho caldamente detestato. È debole e, anche se dice di amare Alex e sua figlia, solo nell’ultima puntata farà una sola cosa buona per entrambe, l’unica che abbia mai fatto. Sean è un alcolizzato, un violento e vede Alex e la figlia come delle sue proprietà. Non ha mai lasciato che Alex avesse un lavoro e sfoga su di lei le sue frustrazioni. Fino a quando, un giorno, Sean da un pugno nel muro, mancando di pochi centimetri la testa di Alex e facendo cadere dei pezzi di intonaco nei capelli di Maddy è allora che Alex raggiunge il limite e capisce che deve scappare.

Alex non ha nulla, solo sua figlia e pochi stracci, ma è pronta a fare qualsiasi cosa per difendere Maddie, ed è così che entrerà in un rifugio per donne maltrattate e che inizierà a lavorare come maid (donna delle pulizie). Uno dei tanti temi che emerge dalla visione di Maid è come sia complicato ottenere dei sussidi in America, gli aiuti esistono ma per averli devi già essere stata aiutata, avere un lavoro, compilare mille moduli (non semplicissimi da compilare) e sperare che te li concedano.  Un vero e proprio incubo burocratico che sembra fatto apposta per scoraggiare chi ha bisogno di aiuto e non ha i mezzi per chiederlo… La vita di Alex è costantemente in salita e, anche quando inizia a lavorare come maid, la sfortuna sembra continuare a perseguitarla. Incidenti, materiale danneggiato, e tanti soldi persi non faciliteranno per nulla la sua vita.
Nel corso delle dieci puntate che compongono la serie impereremo a conoscere anche i genitori di Alex. Paula è un’eccentrica artista di strada che vive in una roulotte mentre il padre, per motivi all’inizio poco chiari, è inesistente. Paula è un personaggio… difficile. La donna ha evidenti problemi mentali non curati, è ingenua all’estremo, pronta a fidarsi ciecamente del nuovo marito (interessato solo a portarle via i pochi risparmi rimasti), ma non ad aiutare la figlia e la nipote. Paula è un personaggio che, da un lato, mi ha messo tristezza. È una persona estremamente vulnerabile e approfittarsi di lei è fin troppo semplice per il compagno di turno, ma d’altra parte il suo lesinare il suo aiuto a figlia e nipote (le uniche parenti che ha e che hanno davvero a cuore la sua salute) in nome di un’impossibile carriera come artista me l’ha anche resa insopportabile. Anche Paula ha combattuto le sue battaglie, anche lei ha lottato per Alex ma sempre in modo… blando. Paula non vuole accettare di essere malata e comprendo che gestire una persona simile non sia affatto semplice ma, una volta di più, questo evidenzia i mille problemi della sanità in America e mi ha ricordato la tragica figura di Arthur Fletcher in Joker.

La relazione che ha più risalto nella serie, dopo quella tra Alex e sua figlia è, purtroppo, quella tra Alex e Sean, una relazione tossica in cui la donna tende tragicamente a ricadere. Non sono davvero riuscita a capire come Alex abbia potuto ricascarci, illudendosi ogni volta che Sean possa cambiare, non tanto per lei, ma per Maddie. Anche quando Sean sembra provare a ripulirsi, allo spettatore è ovvio che l’uomo non è davvero cambiato. Non è chiaro se, perché non ne ha la forza o la voglia. Sean vuole impedire ad Alex di crescere, di emanciparsi, per questo le impedisce di lavorare in modo che la donna non abbia soldi suoi. Per fortuna, sulla sua strada Alex incontrerà delle persone in grado di aiutarla e di darle la forza per crescere. Tra di loro, la mia preferita è senza dubbio Regina una donna ricca e, in apparenza, autoritaria e senza cuore che, in realtà, dietro un’apparenza felice nasconde un matrimonio privo d’amore e il disperato desiderio di avere un figlio ma, allo stesso tempo, la paura di non riuscire a crescerlo da sola. Regina è la proprietaria di una delle ville che Alex pulisce come maid e diventerà una delle protagoniste del libro di Alex. Regina è una donna forte e indipendente, ricca, eppure, anche lei nasconde delle fragilità e, quando si ritroverà da sola a crescere suo figlio, avrà bisogno del supporto di Alex. Mi è piaciuto molto come si è evoluto il loro rapporto, dapprima padrona e domestica per finire con una sincera amicizia.

Il percorso di Alex verso una vita felice non sarà semplice, cadrà spesso e molte volte non sono davvero riuscita a capire le sue scelte, ma non ho potuto fare a meno di sperare in un piccolo lieto fine per lei e la sua bambina.

Maid è una miniserie che vi consiglio davvero di vedere, anche se, a volte, odierete Alex, anche se non capirete perché lei stessa si mette i bastoni tra le ruote, anche se vorrete prendere a pugni qualcosa, la sua lunga risalita verso la luce merita una visione.

Unbelievable locandina per la recensione su Le Tazzine di Yoko