Unbelievable: recensione della miniserie netflix
Buon pomeriggio cuplovers! In attesa di potervi parlare della mia ultima lettura, ho scelto di recuperare la recensione di una miniserie uscita qualche anno fa che mi ha colpito molto, sto parlando di Unbelievable.
Unbelievable è una miniserie di soli 8 episodi molto diversa dai generi che guardo di solito, tempo fa la stava guardando mio padre e io ne avevo intravisto qualche scena, ma solo da poco mi sono decisa a guardarla per bene e posso, quindi, parlarvene.
nel piattino abbiamo:
Unbelievable
DISPONIBILE SU Netflix
EPISODI 8
Davvero una bella serie, QUASI 5 TAZZINE
Unbelievable è una serie che mi ha fatto arrabbiare e tanto, con la protagonista, con i personaggi, con i fatti. Mi ha saputo coinvolgere davvero molto pur non avendo una trama complicata. Unbelievable parla di violenza non solo fisica ma soprattutto psicologica, parla di traumi, di dolore e di come, nel momento del bisogno, sia molto più facile tirarsi indietro che essere presente.
Marie è quella che viene considerata una ragazza problematica, cresciuta tra diverse famiglie affidatarie, insicura e portata a vedersi sempre come la parte sbagliata della società. È una ragazza sola, vive in una comunità per ragazzi problematici e ha solo due ex-madri affidatarie come figure genitoriali. Una vita non semplice che viene stravolta quando un uomo si introduce nella sua stanza e la violenta per ore.
Le scene della violenza sono… crude, scioccanti, difficili da guardare. Marie viene legata, violentata e, prima di andarsene, l’uomo le scatta una foto.
Da questo momento inizia un vero e proprio calvario per Marie. Come sapete guardo tante serie tv ma poche mi ha fatto “arrabbiare” come questa, ci sono stati momenti in cui l’impulso di prendere i personaggi a schiaffi è stato davvero fortissimo. I due detective che ascoltano la sua testimonianza non le credono convinti che sia inventata tutto per ottenere qualche attenzione in più… Quello che mi ha dato profondamente fastidio è che non solo loro, ma anche altri pensano che il dolore si possa manifestare solo in un modo. Marie non piange, non urla, è apatica, distratta, rassegnata e per questo, secondo la società, sta mentendo perché non è così che si comportano le vittime di stupro. Come se tutte le donne fossero uguali, come se tutti reagissimo al dolore allo stesso modo. I detective partono prevenuti nei suoi confronti già convinti di trovarsi di fronte una ragazzina problematica in cerca di attenzioni. Sfogliano il suo dossier, leggono due o tre cose sul suo passato e si convincono di conoscerla, come se bastasse questo… la leggerezza con cui trattano Marie è agghiacciante.
Marie non solo non viene creduta ma, a un certo punto, dopo l’ennesima volta che le viene chiesto di rivivere quell’incubo, dopo ore di interrogatorio, decide che vuole solo tornare a casa e che non vale la pena di lottare contro chi dovrebbe difenderla ma che, a priori, ha già deciso che sta mentendo. Marie soffre in silenzio e vedrà allontanarsi tutti quelli che la circondano tutti pronti, così rapidamente, a credere che abbia mentito. La cosa più agghiacciante è proprio come gli amici cambino così rapidamente idea, nessuno che si chieda se Marie potrebbe essersi sentita costretta a mentire, se possa aver ritrattato per qualche motivo, se sta bene, se è vero che gli amici si vedono nel momento del bisogno Marie è davvero più sola che mai.
Il percorso di Marie, d’ora in poi, è tutto in salita tanto che, a un certo punto, la ragazza arriva a pensare che, se tornasse indietro, non solo mentirebbe sulla violenza ma lo farebbe prima.
Unbelievable è un grido contro un sistema che punta il dito prima di tutto contro la vittima e poi, forse, contro l’aggressore. È una serie che fa arrabbiare con un sistema ingiusto, con l’aridità delle persone, con l’indifferenza ma anche, a un certo punto, con la stessa Marie che sembra non indignarsi, non arrabbiarsi quando, oltre al danno, arriva anche la più crudele delle beffe. Nessuno, né amici né figure genitoriali riescono a capire la ragazza e a starle accanto l’unica persona che riesce a capirla e ad aiutarla sarà la psicologa da cui, per ironia della sorte, viene obbligata a recarsi dal tribunale. Già perché, dopo tutto quello che ha sofferto, Marie viene anche citata per aver sporto falsa denuncia…
Unbelievable è una serie che tratta un tema terribile e delicato, l’ho trovata molto coinvolgente, ben recitata, mi ha fatto arrabbiare e indignare, mi ha fatto venir voglia di prendere a sberle i personaggi e mi ha fatto soffrire con Marie, sono arrivata a fine serie senza nemmeno accorgermene. Consigliata.
ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE
Proprio quando stavo perdendo le speranze e credevo che Marie non avrebbe mai ottenuto vendetta, arriva la svolta. Le due detective hanno un sospettato e, quando perquisiscono casa sua, trovano degli hard disk, delle foto, tantissime e, alla fine, trovano anche quella di Marie, la prova inconfutabile che la ragazza non ha mai mentito. Mi è piaciuto moltissimo il confronto finale tra Marie e l’uomo che, all’epoca, non le aveva creduto. Ho apprezzato che il detective abbia deciso di chiederle scusa e mi piace credere che abbia imparato qualcosa da tutta quella storia. Che la sofferenza di Marie possa impedire che altre subiscano la stessa sorte…