Intervista a Leonardo Patrignani
- Oggi, per la nostra rubrica una bevuta in compagnia, abbiamo il piacere di ospitare Leonardo Patrignani, autore della Multiversum saga. Le recensioni dei libri le trovate qui (Multiversum, Multiversum Memoria, Multiversum Utopia).
- Com’è nata l’idea del Multiverso?
- Quanto c’è di te nei protagonisti della tua saga?
- L’idea di un luogo come Memoria, un posto fatto di memorie condivise è davvero interessante e originale. Cosa rappresenta, per te, la memoria?
- Jenny, Alex e Marco hanno delle capacità molto particolari come, ad esempio, manipolare i pensieri altrui. Come mai hai scelto queste particolari abilità?
- Nel terzo e ultimo romanzo della trilogia i protagonisti esistono sia su Gea sia nella dimensione di Sam-en. Hai incontrato difficoltà a gestire le diverse versioni dei protagonisti?
- Chi è Ivan, l’uomo che, nell’ombra, governa su tutta Gea?
- Tra Ivan e sua figlia Dana c’è un rapporto complesso. Dana ha sempre cercato l’approvazione del padre arrivando, alla fine, ad ucciderlo. Puoi dirmi qualcosa di più sul loro rapporto?
- Il finale che hai scritto per Marco l’ho trovato davvero perfetto: l’avevi deciso fin dall’inizio?
- Potresti scegliere, per i nostri lettori, una citazione dai tuoi romanzi?
- Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai lavorando a un’altra trilogia?
Intervista a Leonardo Patrignani
A CURA DI STREGA DEL CREPUSCOLO
Ciao Leonardo, benvenuto sul blog delle Tazzine, posso offrirti qualcosa? Un caffè o una cioccolata virtuale?
Ciao! Beh, una cioccolata non si rifiuta mai.
Sono un appassionato di scienza, e da profano leggo moltissimi articoli, guardo video, documentari… quando mi sono imbattuto, tanti anni fa, nella Teoria del Multiverso (grazie ai video di Brian Greene), l’ho trovata sin da subito uno spunto straordinario per architettare una trama avventurosa, dal sapore fantascientifico, applicando le leggi della fisica quantistica (che spiegano le interazioni tra le particelle subatomiche) a dei personaggi in carne e ossa.
Forse c’è un po’ di me in ognuno di loro. Qualcuno rispecchia di più il mio modo di interpretare la realtà. Naturalmente il personaggio dagli occhi del quale vedo l’intera storia è Marco, tutti i lettori della saga se ne sono accorti, specialmente chi è[custom_frame_left][/custom_frame_left] arrivato fino al paradossale epilogo di Utopia. Ma anche Ben, un personaggio chiave di Memoria, è molto vicino al mio pensiero.
Ti ringrazio. La memoria è un vasto oceano di informazioni. Un archivio immenso nel quale ci aggiriamo curiosi, sapendo che non siamo in grado di arrivare agli scaffali più alti, o di percorrere l’intero labirinto di ricordi senza perderci per l’eternità. In un certo senso, parlando di memoria del mondo e non del singolo uomo, mi viene in mente la Biblioteca di Babele di Borges, che credo possa rappresentare un ottimo parallelo narrativo.
Ho ripetuto più volte, quasi come un tormentone della saga, l’affermazione “la nostra mente è la chiave”. Senza rischiare spoiler per chi non ha letto il secondo romanzo, i nostri protagonisti hanno qualcosa in più rispetto al resto della popolazione (e il motivo non emerge nel corso del primo libro). Non si tratta però di una capacità legata alla magia, ma di un dono sviluppato grazie a una sperimentazione di cui sono stati inconsapevoli cavie. Un essere umano il cui sviluppo cerebrale sia stato a tal punto potenziato è capace di influenzare il pensiero altrui, inserirsi nei ricordi del proprio interlocutore, utilizzare la propria mente come chiave, appunto, per sbloccare l’accesso alle zone più oscure del pensiero degli altri. Mi piaceva pensare che il vero territorio d’indagine, specialmente in Memoria, fossero proprio i ricordi delle persone, che costruiscono una vera e propria mappa mentale in cui orientarsi alla ricerca di informazioni.
Quando si gioca con i paradossi temporali si deve stare molto attenti a non fare pasticci. Ho dovuto prendere appunti, con enormi tabelle grafiche per tener conto delle diverse timeline narrative, nella speranza di evitare errori o incongruenze madornali. Non è stato semplice, lo ammetto. Basti pensare al fatto che in Utopia abbiamo una realtà dove i ragazzi hanno diciotto anni, e quella parallela di Gea in cui Alex e Jenny ne hanno il doppio, mentre Marco sta marcendo in un penitenziario ed è anziano ormai (i lettori sanno il perché di queste diverse età). Certo, la sfida era ardua sin dall’inizio, con una tematica del genere a reggere l’intero arco narrativo.
In teoria, uno che dovrebbe ringraziare Marco per avergli salvato la vita durante una certa fine del mondo, in una delle infinite realtà. In pratica, uno che ha capito che il motivo per cui è ancora vivo può rappresentare una grande possibilità: quella di utilizzare la conoscenza in possesso di Marco per ottenere tutto ciò che si può ottenere. Mai dare a una persona assetata di potere un’arma come quella che Marco è costretto a barattare alla fine di Memoria…
Dovrei scrivere uno spin off apposito su Ivan e Dana. Ho deciso di tratteggiare il loro rapporto mediante vari flash, ricordi e suggestioni di Dana, che facessero intendere le motivazioni dietro ai gesti di entrambi, senza dedicare a questa coppia di antagonisti uno spazio eccessivo, anche perché compaiono in uno dei punti di maggiore azione di Utopia e avrei rischiato di smorzare la tensione per fare salti all’indietro, col rischio di rallentare e perdere ritmo. Ma chissà, come saprai esiste l’antologia Multiversum Stories per raccontare retroscena interessanti per il pubblico della saga, e potrei approfittarne…
A dire il vero, no. La storia mi ha portato lì. I personaggi mi hanno portato lì. Forse è stato proprio Marco a chiedermi di poter “vedere ancora”, prima del suo saluto estremo. Ma qui non vorrei sul serio spoilerare, perché dopo innumerevoli tentativi credo di aver confezionato esattamente l’epilogo che sotto sotto desideravo scrivere sin dalle prime battute della saga. Un epilogo che potesse far riflettere anche sul senso stesso dell’esistenza umana, delle nostre scelte, delle sfide che ogni giorno ci pongono di fronte a ostacoli talvolta insormontabili.
Conosco una sola persona in grado di provvedere alla mia libertà, e quella persona sorride ogni mattina nel mio specchio.”
Sto aspettando l’uscita del mio prossimo romanzo, già consegnato e in fase di revisione redazionale, per il quale ho firmato ancora con Mondadori. Non ho ancora ufficializzato né il titolo né la data d’uscita, ma posso confermarti che si tratterà di un romanzo autoconclusivo che ruota attorno al tema delle esperienze di premorte. Una nuova sfida, dopo Multiversum, da vari punti di vista. Specialmente quello stilistico, dal momento che questo libro è narrato in prima persona dagli occhi di una ragazza di diciannove anni.
Ti ringrazio per la tua disponibilità e spero di poter leggere presto un tuo nuovo libro che sia in questa dimensione del Multiverso o in un’altra.
In qualsiasi dimensione possibile, l’importante è amare la lettura. Grazie dell’ospitalità e un saluto ai tuoi lettori! LP
Laura Lombardozzi
6 Febbraio, 2015Io ho già letto la saga. Molto bella U.U
Non vedo l’ora di leggere il suo prossimo libro :3
strega del crepuscolo
6 Febbraio, 2015Bisognerà attendere ancora un pò. Verso l’estate credo ^_^