Intervista a Valentina Pinzuti, autrice della dilogia dei Discendenti per TEA

Buon pomeriggio cuplovers, oggi, dopo tanto tempo, torno con una puntata della rubrica Una bevuta in compagnia, la nostra rubrica dedicata alle interviste. L’ospite del nostro salottino virtuale sarà Valentina Pinzuti, autrice della dilogia dei Discendenti edita da TEA. Se non avete ancora letto i suoi libri potete dare un’occhiata alla mia recensione del primo volume che trovate QUI.

Benvenuta nel nostro salottino virtuale Valentina, ti va di presentarti ai nostri lettori?

Ciao, e grazie mille per ospitarmi in questo spazio! Sono nata in provincia di Siena, anche se da ormai molti anni vivo a Bruxelles; infatti, al Nord Europa che mi ha adottato devo molto per le atmosfere e l’ambientazione della dilogia. Nella vita, oltre che scrittrice, sono traduttrice, copywriter e grafica freelance, e da sempre una lettrice appassionata. Amo il fantasy perché sono affascinata dalla libertà di immaginazione che permette. Metteteci anche dei personaggi incompresi, quelli che vivono un po’ ai margini, e mi avete conquistata.

Come è nata l’idea che ha portato alla stesura della dilogia dei Discendenti e come sei arrivata alla pubblicazione con TEA?

Le mie storie nascono spesso dai personaggi e così è stato anche per Di Cenere e Ombra. Ricordo l’immagine molto chiara di una ragazza – che poi è diventata Mys, la protagonista – che si ritrovava in un casino più grande di lei e che continuava a farmi chiedere: di cosa hai paura? Il resto della storia è venuto da sé quando ho iniziato a esplorare cosa l’avesse portata a diventare una persona così diffidente, il modo in cui il mondo attorno l’avesse plasmata e che percorso avrebbe potuto fare per affrontare le sue paure. Non a caso, la paura di essere se stessi, o di perdersi, o di non appartenere, è un tema ricorrente nei due libri.
Nel periodo in cui cercavo opportunità di pubblicazione, avevo iscritto il romanzo anche a IoScrittore, una sorta di torneo letterario indetto ogni anno dal gruppo GeMS per fare scouting di nuovi talenti. Ogni anno i romanzi che partecipano sono migliaia, di tutti i generi, quindi non avevo davvero nessuna aspettativa. Con mia grande sorpresa, il romanzo è arrivato tra i finalisti e TEA lo ha scelto per la pubblicazione.

Di Cenere e Ombra cover per la recensione su Le Tazzine di YokoUna delle cose più importanti in un romanzo, è la cover, è la prima cosa che attira lo sguardo del lettore che si aggira tra gli scaffali della libreria, ci racconti come è stata scelta la cover Di Cenere e Ombra?

Con la redazione, abbiamo parlato un po’ del concept e delle atmosfere che volevamo evocare e ci siamo trovati subito in sintonia. È stata poi la redazione a scegliere l’artista e seguire il processo, ma quando ho visto i primi bozzetti mi sono resa conto che era proprio così che me l’ero sempre un po’ immaginata. Non sapevo che dietro ci fosse Paolo Barbieri finché non ho visto il nome sulla prova di stampa ed è stata una bellissima sorpresa. È un artista eccezionale.

Ho amato molto la coppia formata da Mys e Liam trovo che siano due ottimi protagonisti e, in generale, trovo che la parte romance sia inserita davvero bene nella storia. Ti va di parlarci un po’ di loro?

Sapevo, quando ho iniziato a scrivere, di volere una coppia principale che oltre a essere un pairing romantico fosse prima di tutto una partnership affiatata. Mys e Liam sono in un certo senso complementari, lei è più calcolatrice e diffidente, lui più impulsivo e idealista. Vengono da ambienti molto diversi, ma nonostante questo imparano ad ascoltarsi, a capirsi, a supportarsi nelle decisioni prese e a guardarsi le spalle a vicenda. La loro attrazione nasce da questo legame prima ancora che dall’attrazione fisica. Mi piaceva l’idea di avere in Mys un’antieroina, una donna che non è necessariamente sempre coraggiosa e che lotta spesso con sentimenti di egoismo; mentre per Liam mi piaceva l’idea di un protagonista maschile che, pur cresciuto in un ambiente che esalta l’uso della forza, rifiutasse questo modello, i cui punti di forza fossero in realtà l’empatia e la capacità di ascolto.

C’è stato un personaggio più difficile da scrivere rispetto agli altri?

Brazer, senz’altro. Un po’ perché, per gran parte del primo libro, è un personaggio molto enigmatico, quindi andava caratterizzato restando sempre su un confine di detto-non-detto; ma soprattutto perché è un uomo che ha represso molto di se stesso, e non è facile esplorare l’interiorità di personaggi così.
E poi direi Celia, perché scrivere il suo personaggio è stata una vera sfida.

Da lettrice apprezzo moltissimo quando, in un libro, trovo dei villain interessanti e senza scrupoli. Celia mi è piaciuta molto proprio per questo, l’ho trovata davvero priva di empatia, disposta a tutto per raggiungere il suo obiettivo. Ci parli un po’ di lei? Avevi in mente fin dall’inizio di inserire una villan femminile?

Non nella fase di progettazione, no. Ma quando ho iniziato a scrivere, ho sentito fin dai primi capitoli che mancava qualcosa e l’ho trovata proprio nel suo personaggio. Lì ho capito quanto mi entusiasmasse l’idea di scrivere una villain femminile, in particolare una che fosse ambiziosa, intelligente e davvero temibile. Celia è una donna che è spesso stata messa in ombra e che ha accettato di rinunciare alla compassione come prezzo da pagare per raggiungere i suoi obiettivi. La detesti perché la sua ideologia è deprecabile, ma ci sono anche momenti in cui capisci da dove viene e vorresti quasi tifare per lei. Alla fine, è quello che ti mette in crisi, e a me piacciono i cattivi capaci di metterti in crisi. Sono ancora rare le ‘cattive’ così, e credo che ce ne sia un gran bisogno per dare una rappresentazione di personaggi femminili il più variegata e complessa possibile.

Nonostante la storia dei Discendenti si concluda con Di Spiriti e Polvere, ci sono alcuni spunti per possibili altri24ottobre Di spiriti e polvere saga discendenti 2 cover Le Tazzine di Yoko libri legati a questa dilogia, la storia dei Primi mi ha incuriosito molto e uno spin off su di loro sarebbe davvero interessante. L’hai preso in considerazione o stai già lavorando ad altro?

Quando inventi un mondo fantasy secondario, sai che ha preso davvero vita nel momento in cui le possibilità di nuove storie ambientate in quel mondo ti appaiono infinite. I Discendenti, e Di Spiriti e Polvere in particolare, è una saga dove sono molte le porticine lasciate socchiuse che potenzialmente potrebbero aprirsi di nuovo. Sui Primi, non nego di aver considerato l’idea di un racconto o una novella, ma al tempo stesso mi piace che la loro storia resti più nell’ambito del mito e della leggenda, perché alla fine è lì che appartiene. Ogni storia che li riguardi, quindi, dovrebbe avere quel tono lì, tra il mistico e il fiabesco. Mi piacerebbe molto, invece, spostarmi a sud del Continente ed esplorare quelle terre con un’avventura dalle atmosfere piratesche, e chi ha letto sa già quale personaggio sarebbe perfetto per l’impresa. È tra i progetti, ma non è ancora il suo momento. Questa storia mi ha accompagnato per almeno dieci anni, e adesso sento il bisogno di dare spazio ad altre storie e altri personaggi, visto che è un po’ che aspettano il loro turno. Ma il mondo de I Discendenti è sempre lì, e spero davvero un giorno di poterci tornare.