Review Tour dedicato a “La guerra dei papaveri”

Buongiorno cuplovers, il 13 ottobre è uscito per Oscar Vault “La guerra dei papaveri”, libro di esordio di R.F. Kuang ispirato a fatti realmente accaduti durante la guerra sino-giapponese, ma arricchito con la presenza di una trama fantasy, inoltre sono presenti vibes di Mulan.

Attendevo questo libro da tanto tempo dato che avevo letto tante recensioni positive provenienti dall’estero perciò l’aspettativa era alta, purtroppo l’ho trovato carino, ma non eccezionale. La prima parte è la migliore, con il cliché dell’accademia e l’introduzione dello sciamanesimo mi ha davvero convinta ed intrattenuta. I problemi compaiono nella seconda e terza parte in cui la guerra domina, ma senza essere introdotta a dovere. I personaggi compaiono come funghi e nessuno (forse solo Altan) è ben caratterizzato.

nel piattino abbiamo:

R.F. Kuang

(The Poppy War)
R.F. Kuang
Edito da Mondadori (29 settembre 2020)
Pagine 480
€ 22,00 cartaceo – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell’Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell’antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo.

TRE TAZZINE E MEZZO, la classica lettura che si definisce carina

“La guerra dei papaveri” è il primo libro di una trilogia fantasy per adulti basata su fatti reali. L’autrice cinese nel suo libro d’esordio si è ispirata alla guerra sino-giapponese (più precisamente alle due guerre che hanno coinvolto tra fine 1800 e prima metà del 1900 il popolo cinese e giapponese, guerre che vedono la Cina sempre attaccata dal Giappone desideroso di affermare il proprio predomino sul continente asiatico) che infatti presenta notevoli somiglianze con le due guerre dei papaveri richiamate nel romanzo, sia per gli schieramenti coinvolti sia per il fatto che sono proprio due i conflitti che vedono coinvolto lo stato del Nikan contrapposto alla federazione di Mungen.
L’ambientazione e la cultura è certamente quella tipica cinese, elemento che ho davvero apprezzato dato che nel panorama fantasy sono ancora pochi i romanzi che richiamano la cultura cinese.

Rin, la protagonista, è una piccola Mulan: da ragazza orfana di campagna destinata a trovare marito decide di studiare notte e giorno per due anni ed entrare nella più prestigiosa scuola militare del Nikan, la Sinegard, e diventare una guerriera. Rin è una ragazza determinata e forte, è disposta davvero a tutto pur di diventare la donna che ha sempre sognato di essere. Non si arrende mai di fronte alle difficoltà, è disposta a subire umiliazioni e dolori pur di raggiungere il suo obbiettivo. Rin può sembrare in un primo momento la solita eroina fantasy, ma è più complessa e sfaccettata di cosi. Brama il potere e non sopporta le ingiustizie, anche se ha un concetto tutto suo di cosa sia giusto e sbagliato. È più opportuno qualificare Rin come un personaggio grigio: ha luci ed ombre, sta al lettore scegliere da che parte pende di più la sua anima.

Il romanzo è nettamente diviso dall’autrice in 3 parti. La prima, a mio avviso, è la migliore: l’introduzione lascia letteralmente incollati alle pagine, è efficace e d’effetto, tutto succede in poco più di 50 pagine, ma le vicende sono tanto ben raccontate e descritte che avrei gradito anche qualche capitolo in più solo destinato a questi primissimi momenti. La presentazione della scuola e della vita degli studenti con i vari insegnanti ed i vari corsi è davvero ben realizzata e ricorda altri romanzi del genere (soprattutto Nervernight) ma senza infastidire, il cliché dell’accademia lo apprezzo sempre tanto e lo ritengo un ottimo espediente narrativo. Gli studenti ed i professori (tranne Jiang) purtroppo sono solo abbozzati, mancano profondità e tridimensionalità, pecca che contraddistingue anche la miriade di nuovi personaggi che vengono introdotti nelle due parti successive, che purtroppo non ho apprezzato come volevo.
Nella seconda e terza parte la guerra entra nel vivo senza però aver lasciato, nella prima parte, il sentore che potesse accadere. La guerra non alleggiava nell’aria. Il lettore non viene preparato all’orrore che sta per leggere, si trova catapultato in una situazione drammatica senza le giuste premesse. Un forte difetto delle ultime due parti è rappresentato dal fatto che introducono troppi personaggi, di cui non ricordo nemmeno i nomi, senza identificarli a dovere e lasciando completamente da parte i vecchi. Dei compagni di accademia di Rin ritroviamo, in un ruolo maggiormente in luce, solo Kitay e Nezha. Nemmeno i professori, tutti abili combattenti, compaiono più, tranne lo scorbutico Jun e lo stravagante maestro di demonologia Jiang. Le ultime due parti diventano così caotiche e confusionarie.

L’autrice mostra una spaccato crudo, ma quanto più veritiero possibile della guerra senza risparmiare al lettore scene davvero violente come quelle di battaglia, autolesionismo, genocidi e stupro. Non consiglio la lettura del romanzo ha chi ha uno stomaco debole.
Interessante è il modo in cui l’autrice tratta l’uso ed abuso di droghe, in particolare dell’oppio. I semi di papavero vengono ingeriti dai personaggi, non solo per perdere il contatto con la realtà e non pensare ai problemi quotidiani, ma soprattutto come strumento per entrare in contatto con gli dei e come mezzo per accedere ai loro poteri. La droga non è fondamentale per gli sciamani per accedere al pantheon, ma facilita il cammino indebolendo al tempo stesso la lucidità.

Ho davvero adorato il personaggio di Kitay, il mio preferito, è un ragazzo di nobile famiglia gentile e disponibile con Rin, l’unico vero amico che ha in accademia, l’unico disposto ad aiutarla ed ad accoglierla senza discriminarla o disprezzarla. Kitay sembra essere l’unico ad avere una morale solida, non accetta compromessi ed ha una corretta visione della giustizia. È l’ancora morale di Rin. La loro amicizia è, assieme alla prima parte, l’aspetto che ho apprezzato di più del romanzo.

Complessa e quanto mai articolata è la struttura religiosa, gli dei sono tanti ed ognuno rappresenta un potere diverso. In questo primo libro viene approfondita soprattutto la Fenice, spero che nei successivi si riescano ad esplorare meglio anche i poteri relativi agli altri dei.
Aspetto leggermente strano è il cliffhanger finale, che non può essere definito tale dato che al lettore già ad inizio seconda parte viene svelato. È un colpo di scena solo per i personaggi, ma non per il lettore che da tempo sa esattamente i giochi di potere ed i colpevoli di certe situazioni ostili. Avrei preferito fosse svelato anche a me solo alla fine, anche perché la seconda parte inizia in maniera davvero disorientante.

Lo stile dell’autrice è scorrevole e piacevole, descrittivo al punto giusto e non troppo pretenzioso, l’ho apprezzato.
In conclusione mi attendevo qualcosa in più da questo primo volume, soprattutto dopo una prima parte particolarmente interessate. Peccato, spero che la saga si riprenda con gli altri due volumi, che leggerò sicuramente anche solo per concedere una seconda possibilità all’autrice che ha certamente le capacità di fare molto meglio. Consiglio infine il romanzo a chi è amante di Mulan.


Ho odiato il personaggio di Altan. Sono convinta che questa sarà probabilmente una unpopular opinion, ma non importa. La ship forzata, anche se prevedibile, tra Rin e Altan poteva tranquillamente essere evitata e trasformata in un rapporto di fiducia e stima reciproca.

Altan è troppo forte, troppo altezzoso ed arrogante. Non accetta opinioni diverse dalle sue e non sopporta l’insubordinazione. È violento e nega di esserlo. Avrei preferito vedere Rin con il rinnovato Nezha, colui che in accademia è il rivale che odia e schifa Rin ma, quando vengono catapultati in guerra, l’appoggia e la difende da vera guardia spalla. Nezha e Rin combattono assieme con sinergia, s’intendono e conoscono l’uno le mosse dell’altro. Da nemici diventano alleati e confidenti, si stimano e rispettano a vicenda. La morte improvvisa di Nezha non mi convince, dato che poche pagine prima l’autrice aveva lasciato intendere che il ragazzo avesse una qualche capacità curativa. Spero davvero che non sia morto perché mi stava conquistando, tanto da trovarlo l’elemento più avvincente della seconda parte.

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1 Comment
  • Daria V.
    19 Ottobre, 2020

    A me è piaciuto moltissimo e mi ha ricordato anche un po’ il nome del vento oltre che Mulan 🙂 ma hai ragione quando parli dei personaggi, avrei voluto che focalizzassero di più su quelli conosciuti all’inizio, con gli altri poi non ho empatizzato molto

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