Dune parte 2: recensione del film di Villeneuve

Buon pomeriggio cuplovers, oggi vi parlo di un film che attendevo da moltissimo tempo Dune parte 2.

Non è un segreto che, negli ultimi anni, siano sempre più pochi i film fantasy usciti al cinema, anche se le serie tv, per fortuna, sono parecchie. Dune, non è un fantasy ma ha tutta l’epicità propria del genere e, proprio per questo, attendevo con ansia l’uscita di questo secondo film. Dune parte 2 è un film grandioso, maestoso, con scene in grado di mozzare il fiato ma non esente da difetti.

Vedere Dune parte 2 al cinema è un’esperienza visiva che vi consiglio assolutamente di fare.

Se ve la siete persa QUI trovate la recensione della parte 1 →

Locandina di Dune parte 2 per la recensione su Le Tazzine di Yokonel piattino abbiamo:
recensione film serie tv drama SCI-FI fantascienza sul blog Le Tazzine di Yoko

Dune parte 2

REGIA DI Denis Villeneuve
DURATA DI 165 min
TRATTO DA il romanzo di Frank Herbert

4 TAZZINE 1/2, un’ottima visione
voto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del CrepuscolotazzinaMEZZA+_stregaDELcrepuscolo
Dune parte 2 è un film mastodontico che mi sento di definire con una parola: epico. L’epicità in Dune si respira in ogni scena, anche il semplice atterraggio di un’astronave è reso un momento intenso, sia dalla fotografia che dalle musiche. Sfortunatamente però, per me, i tempi non sono stati gestiti al meglio. Dune parte 2 presenta una prima parte molto lenta, troppo, incentrata sull’integrazione di Paul tra i Fremen e una seconda parte, troppo rapida, dove succede… tutto. In alcuni momenti della parte iniziale mi sono annoiata, mentre la seconda mi è sembrata davvero troppo veloce, tutta l’azione concentrata nella parte finale e con un villain davvero interessante sfruttato molto poco.

Il film segue il viaggio di Paul Atreides su Dune, dove apprende usi e costumi dei Fremen. Paul impara non solo a combattere come loro, ad ascoltare il deserto come fanno loro o a cavalcare i colossali vermi delle sabbie, ma si avvia sulla strada che lo condurrà a diventare il messia quel usul mua dib che i fremen stanno aspettando. Dune affronta diverse tematiche, tra cui la predestinazione e il fanatismo religioso. Il popolo dei Fremen avrebbe potuto ribellarsi anni prima alla dominazione straniera, ma hanno atteso l’arrivo del messia perché una profezia dice che egli sarebbe giunto per guidarli. La profezia li ha intrappolati, immobilizzandoli, facendo credere loro che, da soli, non avrebbero potuto ribellarsi. Ed è anche per questo che vogliono disperatamente credere che Paul sia il messia che stavano aspettando. Ma è davvero lui? Dune parla proprio di questo, di predestinazione e di accettazione del proprio destino. Paul si oppone al suo destino, cerca di evitarlo perché sa che, se intraprende quella strada, perderà Chani, la ragazza di cui è perdutamente innamorato, ma riuscirà a opporvisi quando tutti, persino le sue visioni del futuro sulla sorella non ancora nata, lo spingono in quella direzione? Ci si può opporre a un destino già scritto o è meglio accettarlo?

Locandina di Dune parte 2 per la recensione su Le Tazzine di YokoMi aspettavo che questo secondo film approfondisse un po’ di più tutta la questione della Spezia; invece, continua ad esserci poca chiarezza pur essendo la Spezia il vero e proprio motore attorno a cui ruotano gli eventi. Ed è proprio per garantirne la produzione che il barone Harkonnen invia il nipote, Feyd-Rautha, sul pianeta per fermare gli assalti dei Fremen. Adoro i villain e devo dire che mi aspettavo grandi cose da questo personaggio e non sono rimasta delusa, sebbene mi aspettassi di vederlo molto di più. Feyd-Rauta è un personaggio folle, crudele, che ama la violenza e il sangue. Adora combattere e non è privo di una certa teatralità. Ho adorato le scene tutte bianche dove combatte. Nonostante abbia poche scene Feyd-Rautha riesce comunque a rimanere impresso, merito, senza dubbio, dell’interpretazione di Butler. Feyd-Rauta, in certo senso, è l’immagine contorta e speculare di Paul in quanto entrambi sono il risultato di uno sforzo secolare per produrre il messia cosmico definitivo, noto come Kwisatz Haderach. Proprio per questo mi sarebbe piaciuto vederli confrontarsi un po’ più a lungo. Se Paul e Feyd-Rauta sono due possibili messia chi manovra tutto sono le Bene Gesserit. Donne che dovrebbero essere imparziali ma che, di fatto, vogliono manipolare il messia per i loro scopi, la stessa Lady Jessica ha manipolato il destino per avere Paul… trovo interessante che, dietro a tutto, ci siano i piani e le manipolazioni di queste donne che sembrano un fronte unito ma che, in realtà, hanno le loro aspirazioni personali.

Paul deve adempiere alla profezia, anche se farlo significa non solo perdere chi ama, ma dare inizio a una guerra santa che provocherà moltissimi morti. Di fronte a un destino ineluttabile, Paul deve arrendersi e accettare il ruolo che altri hanno scelto per lui prima ancora che nascesse.

Dune parte 2 è un film lungo, epico, ricco di scene memorabili, che ho molto apprezzato ma che, devo ammetterlo, non è esente da difetti. Profezie, destini ineluttabili, una fotografia sontuosa e intrighi familiari fanno di Dune un film come non se ne vedono più al cinema. Il finale, sebbene non sia la fine della storia, è comunque abbastanza chiuso da non lasciare troppo in sospeso lo spettatore. Spero in un terzo film ma, qualora non dovesse uscire, sarei lo stesso soddisfatta.