Diabolik- Chi sei? recensione dell’ultimo film su Diabolik


Buongiorno cuplovers, qualche giorno fa sono andata in un cinema gelido a vedere l’ultimo film dedicato a Diabolik: Diabolik: chi sei?. Terzo film dedicato al ladro assassino interpretato, come nella seconda pellicola, da Giacomo Gianniotti che ho trovato molto più in parte rispetto allo scorso film. Diabolik: chi sei? è in linea con i film precedenti e, come gli altri, mi è piaciuto molto. La pellicola è, finalmente, incentrata sulla figura di Diabolik di cui scopriamo il misterioso passato.

Film precedente: Diabolik: Ginko all’attacco

Diabolik Chi sei? locandina per la recensione su le Tazzine di YokoNel piattino abbiamo:
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Diabolik- Chi sei?

REGIA DI Manetti Bros

4 TAZZINE E MEZZO
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Diabolik: chi sei? è la pellicola che, finalmente, ci svela più cose sul passato del ladro assassino. Questo film mi è piaciuto molto, lo stampo fumettistico è lo stesso delle prime due pellicole e gli attori mi sono piaciuti tutti. Diabolik: chi sei? è un bel film, qualcosa di diverso dai soliti film Marvel, sono uscita dalla sala soddisfatta della visione e un po’ dispiaciuta che questo sia l’ultimo.

La storia di questo film è incentrata su una banda di ladri spregiudicati cui un disperato Ginko dà la caccia. Si tratta della classica banda di rapinatori, armati di fucili, dediti a rapinare banche e a lasciare numerosi cadaveri sulla loro scia, niente di più lontano dallo stile di Diabolik, eppure, saranno proprio loro a mettere i bastoni tra le ruote al protagonista. Diabolik ed Eva stanno mettendo in atto uno dei loro colpi: hanno rapito una contessa ed Eva ha preso il suo posto per poter avere accesso alla cassetta di sicurezza della donna e mettere le mani sui suoi averi. Ma, proprio mentre Eva sta per prendere il malloppo, ecco che i rapinatori fanno irruzione nella banca minacciando tutti e mettendo le mani anche sulle monete desiderate da Diabolik ed Eva.

A questo punto non è solo Ginko a dare la caccia alla banda di rapinatori ma anche la coppia di ladri. È stato divertente vedere Diabolik ed Eva fare praticamente gli stessi passi della polizia per ritrovare il malloppo. Quando, infine, scopriranno il covo della banda di ladri succederà l’inaspettato. Sia Diabolik che Ginko s’introdurranno nella villa, (Diabolik vuole i gioielli, Ginko vuole capire se i ladri si nascondono davvero lì) e verranno entrambi catturati e imprigionati ed è proprio questa la parte più interessante del film. Qui, prigionieri e soli, Ginko e Diabolik hanno l’occasione, unica nella vita, di parlare ed è qui che Ginko e gli spettatori scopriranno come è nato Diabolik. La sua storia l’ho trovata interessante e strana. L’esistenza di Diabolik è un mistero che non verrà mai svelato, non sa chi sono i suoi genitori e, probabilmente, non lo saprà mai. Fu trovato, neonato, su una barca che andava alla deriva vicino a un’isola abitata da ladri, assassini e trafficanti. Diabolik è cresciuto senza un nome, passando il suo tempo con i peggiori criminali che, un po’ alla volta, gli hanno insegnato la loro arte. Ecco spiegato perché è così privo di sentimenti, così freddo e spietato perché, fin da bambino, è vissuto con uomini che lo avevano sì accolto tra loro ma che certo non lo consideravano uno di famiglia.

Il futuro Diabolik mostra ben presto di essere molto intelligente apprendendo con grande rapidità gli insegnamenti degli altri criminali, arrivando a perfezionare le tecniche dei suoi maestri, è così che attira l’attenzione di King, il misterioso capo dell’isola. King sembra sinceramente interessato al ragazzo tanto da diventare per lui quasi una figura paterna (o, per lo meno, a me è parso così) almeno fino a quando, per caso, il giovane lo ascolta mentre, parlando con uno dei suoi uomini, afferma che il ragazzo sta diventando pericoloso e che va eliminato. Ed ecco come nasce lo spietato Diabolik, certo, il non aver avuto una famiglia ha senza dubbio influito, ma che l’unica persona che sembrava affezionata a lui, abbia deciso di ucciderlo, deve aver contribuito parecchio a renderlo così freddo. Considerando il contesto in cui è cresciuto, mi sarei stupita se fosse venuto su come un bravo ragazzo… Ho adorato questa parte della storia con la pantera, chiamata Diabolik, uccisa da King che, nel momento in cui l’uomo spira, vedendo la pantera impagliata stagliarsi dietro al ragazzo, non può fare a meno di chiamarlo Diabolik dandogli, infine, un nome. In un certo senso è come se la pantera fosse tornata in vita per vendicarsi… poetico no?

Mi è piaciuto questo lungo flashback, ben inserito all’interno della narrazione. Così come mi è piaciuto vedere Eva Kant ed Althea, preoccupate per la scomparsa dei compagni, collaborare per salvarli. Le due donne sono più protagoniste rispetto ai film precedenti e devo dire che ho apprezzato entrambe. Il Diabolik di Gianniotti mi ha convinto molto di più rispetto allo scorso film ed è un peccato che questo sia l’ultimo.

Diabolik e Ginko si salutano da eterni nemici ma, forse, con un briciolo di comprensione e stima in più l’uno verso l’altro. Il loro rapporto poteva, col tempo, diventare più simile a quello che c’è tra Zenigata a Lupin… peccato.

Diabolik chi sei? È un film che scorre bene, piacevole da guardare e che mi ha intrattenuto, mi è piaciuto il background del protagonista, come sempre ho apprezzato i trucchi di Diabolik, i suoi mille nascondigli, le maschere e tutto quello che lo contraddistingue. Mi mancherà Diabolik…