Sweet Tooth: recensione della seconda stagione della serie tratta dal fumetto di Jeff Lemire


Buon giorno cuplovers, oggi torno sul blog per parlarvi della seconda stagione di Sweet Tooth, stagione della cui uscita non mi ero per nulla accorta. La serie tratta dal fumetto di Jeff Lemire sta per concludersi con la terza stagione e quale momento migliore per rimettersi in pari?

[recensione PRIMA STAGIONE]

Sweet Tooth seconda stagione recensione su Le Tazzine di Yokonel piattino abbiamo:
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Sweet Tooth

DISPONIBILE SU Netflix
STAGIONI 2 -la terza stagione sarà l’ultima-
BASATA SU l’omonimo fumetto di Jeff Lemire

Bellissimo, QUASI 5 TAZZINE
voto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del CrepuscolotazzinaMEZZA+_stregaDELcrepuscolo
Sweet Tooth è una serie post apocalittica che ha il grande pregio di avere dei protagonisti adorabili, una trama abbastanza angosciosa e un villain detestabile ma ha la pecca di una storia, nel complesso, un po’ prevedibile.

Ammetto di non essermi letteralmente accorta dell’uscita di questa seconda stagione (forse è stata poco pubblicizzata?) e di averla recuperata solo adesso e che i miei ricordi della precedente non erano poi così nitidi. La storia narrata in Sweet Tooth vorrebbe parlare di tanti temi interessanti ma lo fa, purtroppo, senza mai approfondirli e senza una direzione troppo precisa. La storia riprende lì dove si era fermata con gli ibridi prigionieri del generale Abbott. Abbott è forse uno dei personaggi più riusciti, sebbene poco approfondito. Il generale è un uomo spietato interessato solo al potere. Non gli importa se, per realizzare la cura, bisogna uccidere dei bambini e non vuole nemmeno la cura per aiutare gli altri, ma solo per esercitare più potere sui propri avversari. Abbot è un uomo egoista e crudele incapace di amare persino l’unico famigliare che gli è rimasto, l’ho davvero detestato, cosa che lo ha reso un ottimo villain. Oltre a lui ritroviamo il Dr. Aditya Singh, a cui, nella prima stagione, avevo voluto dare il beneficio del dubbio. Singh è il personaggio che ho detestato maggiormente. Abbot pensa solo a se stesso e al potere che può ottenere dalla cura ma, almeno, è onesto con se stesso, sa di essere spietato. Il Dr. Singh tortura dei bambini e si giustifica dicendosi che lo fa per salvare la moglie, Rani, ma quando potrà scegliere tra la libertà e la sua ricerca si vedrà di che pasta è davvero fatto.

Gus è prigioniero assieme agli altri bambini, separato da Big Man e, quel che è peggio, verrà allontanato anche dai suoi stessi simili che, per tanto tempo, aveva cercato. Singh si rende conto che Gus è diverso dagli altri ibridi e non solo perché parla ma perché in lui c’è qualcosa di diverso. Gus è il primo ibrido e, a differenza di tutti gli altri, è stato creato. Finalmente questa stagione esplora il passato di Gus, ma non spiega come si sia giunti al morbo… Gus fu creato come soluzione per tutti i mali, avrebbe dovuto portare a creare una specie di elisir dell’immortalità e, invece, dopo la sua nascita sono cominciati ad apparire gli ibridi come se la ricerca dell’immortalità sia stata punita con il morbo…

L’unica cosa chiara a Singh è che Gus e le ricerche di sua madre sono la chiave per trovare la tanto agognata cura. Fin dove si spingerà per salvare Rani? Ma lo sta facendo davvero per lei o è solo la bugia che si racconta per giustificare le atrocità che ha commesso?

La ricerca di una cura a qualsiasi costo e la prigionia dei bambini sono i temi principali di questa seconda stagione, mentre le altre due storyline, quella che vede coinvolti Aimee e Jepperd che cercano un modo per salvare i bambini e quella dedicata a Bear sono due archi narrativi meno interessanti. Quello più debole è quello che vede coinvolta Bear che apporta molto poco alla storia principale sebbene debba ammettere che sono stata contenta per lei quando si è riunita alla sorella.

In questa stagione diventa più chiaro che il mutamento rappresentato dagli ibridi è quasi un tentativo del pianeta di liberarsi degli esseri umani, in favore di creature più legate alla natura, tuttavia, le risposte che cerchiamo dall’inizio della serie sono ancora lontane dall’avere una risposta.

La seconda stagione di Sweet Tooth mi ha tenuto col fiato sospeso e mi ha coinvolto. Mi sono piaciuti i temi trattati in questa stagione, sono rimasta sorpresa dall’evoluzione di alcuni personaggi e non sono mancate alcune scene quasi disturbanti, purtroppo, le storyline secondarie invece di arricchire la storia l’hanno, a mio avviso, rallentata. Adesso sono davvero curiosa di vedere l’ultima stagione e scoprire come andrà a finire la storia.