Recensione di “TENET”
Buona sera cuplovers, negli scorsi giorni ho assistito alla prima di “Tenet”, l’attesissimo nuovo film di Nolan. Avevo aspettative alte per questa pellicola che purtroppo sono state disattese.
Tenet è uno spy movie cervellotico inutilmente complesso, con dialoghi poco chiari e tanti aspetti delle dinamiche degli eventi non spiegati. Un Nolan che tenta di bissare il successo di “Inception”, ma non riesce nell’intento. Regia, fotografia e colonna sonora eccelse, purtroppo la sceneggiatura, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, è il punto debole.
nel piattino abbiamo:
SCRITTO E DIRETTO da Christopher Nolan
DISTRIBUZIONE Warner Bros
Il mio voto è di
3 tazzine e mezzo sono un giusto compromesso tra la confusione della sceneggiatura e la magnificenza dell’estetica, una seconda visione potrebbe aumentare il punteggio perciò stay tuned 😎
Appena uscita dalla sala la prima sensazione che ho provato è stata pura e semplice confusione. Una sensazione che mi aspettavo di provare durante la visione, essendo le pellicole di Nolan notoriamente complesse ad un primo sguardo, ma credevo che con le opportune spiegazioni e chiarimenti il regista nel corso della pellicola avrebbe rimosso la nebbia dalla mia mente, così come è avvenuto per Inception o Interstellar, lasciandomi grande ammirazione ed entusiasmo. Purtroppo con Tenet questo non è avvenuto.
Tenet mi ha profondamente delusa. Probabilmente sono partita con delle aspettative troppo alte, ma dai trailer erano emerse delle vibes alla Inception, segnali di un ritorno al Nolan delle origini, fantascientifico, cervellotico e con basi di spy movie. Tutto quello che cercavo. In realtà Tenet presenta tutti questi tratti tipici di Nolan, compresa la sua tematica ricorrente, il tempo, soltanto che vengono narrati in maniera contorta e per nulla chiara.
Tenet è ambientato nel mondo dello spionaggio internazionale. Al Protagonista (John David Washington), un agente ben addestrato, viene assegnato un importante compito: fermare quella che potrebbe rivelarsi come un’apocalisse planetaria, una minaccia peggiore dell’Armageddon. Ma in questa ardua missione non sarà solo, in suo aiuto accorrerà un partner (Robert Pattinson) Neil. L’unico modo per salvare il mondo sembra essere racchiuso in una misteriosa parola, Tenet.
Per fronteggiare la minaccia globale, infatti, i due agenti speciali dovranno svolgere le loro azioni in qualcosa al di là del tempo reale e dovranno essere in grado di attuare una manipolazione temporale, nota come inversione. Non si tratta di un viaggio nel tempo, ma di un’alterazione del flusso, che apporta una deviazione del corso naturale delle cose. L’inversione è l’idea della materia con una sua entropia invertita, quindi attraversa il tempo in senso inverso, relativamente a noi. È un’arma a doppio taglio, perché se impiegata su larga scala potrebbe diventare una forma di terrorismo e allo stesso tempo è il mezzo più efficace che il Protagonista e il suo partner hanno per salvare l’umanità ed evitare una terza guerra mondiale.
È un film dal montaggio serratissimo, lo spettatore non ha un attimo di respiro, non sono presenti scene distensive di introspezione dei personaggi, di inquadramento della vicenda e di contestualizzazione. Lo spettatore viene catapultato all’interno degli eventi senza un minimo di premessa. Si incomincia a comprendere ed a tirare i fili della storia solo verso la metà della pellicola, quando le vicende si complicano ulteriormente. A mio modesto parere la mancanza di contestualizzazione si è fatta sentire parecchio, soprattutto in un contesto in cui i personaggi non sono per nulla caratterizzati ne approfonditi. Il montaggio incalzante ha reso senza dubbio la pellicola scorrevole e piena d’azione, ma il susseguirsi di informazioni poco chiare enunciate dai personaggi con l’utilizzo di termini ambigui e di non facile comprensione ha reso la pellicola confusionaria ed a tratti monca. Sono palesemente state tagliate delle scene dal montaggio finale, in una scena vediamo i personaggi in un determinato luogo, mentre in quella immediatamente successiva, senza un qualche motivo, sono in un luogo diverso senza alcuna spiegazione logica. Anche lo scorrere del tempo non è chiaro, non si comprende quanto tempo sia realmente trascorso tra l’inizio del film e la sua conclusione.
Arriviamo ai due, a mio avviso, punti dolenti: la mancanza di chiarezza espositiva e l’assenza di caratterizzazione dei personaggi. Nolan è il maestro delle sceneggiature complesse per la loro trama che però riescono ad essere comprensibili e chiare mediante le opportune spiegazioni. Ecco in questo film mancano proprio le spiegazioni, le contestualizzazioni e le regole ferree tipiche di Nolan. Tramite i dialoghi vengono introdotte le premesse di base, l’inversione degli oggetti provenienti dal futuro e che per un qualche motivo sono arrivati fino a noi, tuttavia quando le vicende si complicano e non sono più solo gli oggetti ad essere invertiti ma, tramite apposite capsule, le persone stesse, allora le spiegazioni dovute tentennano, si complicano con l’utilizzo di espressioni come “alterazione del flusso del tempo” o “entropia invertita” quando in realtà è un vero e proprio viaggio nel tempo, e le regole ferree che dovrebbero esistere (come l’utilizzo della maschera d’ossigeno, poiché essendo aria invertita non deve essere respirata) non vengono rispettate o meglio vengono alcune volte ricordate dai personaggi, altre no.
L’alterazione del tempo è un concetto di per sè complicato, sta alla narrazione renderlo accessibile e comprensibile. Questa volta Nolan non è riuscito nell’intento. Servono almeno due visioni per riuscire a cogliere tutti i concetti e per comprendere bene le dinamiche e le tempistiche. Un cinefilo appassionato si potrebbe recare al cinema per una seconda visione, ma il pubblico generalista rigetterà l’idea e classificherà il film come indecifrabile.
Nolan ci ha abituati a personaggi sfaccettati e tormentati, interessanti ed affascinati. Niente di tutto questo è presente in Tenet. I personaggi non sono né approfonditi né caratterizzati. Il protagonista non ha nemmeno un nome, o meglio noi non lo conosciamo, ma si autodefinisce “il Protagonista” della storia. I personaggi secondari vengono introdotti, tranne che per Kat e Sator (rispettivamente moglie ricattata dal marito e costretta a non lasciarlo e marito e uomo d’affari non proprio legali che detiene un grande potere), senza un minimo di background.
Neil compare all’improvviso presentando al pubblico solo il suo nome, nulla di più. Davvero un peccato perché Neil aveva a mio avviso molto potenziale, Robert Pattinson in poche scene ha mostrato le sue capacità attoriali e la sua flessibilità. È magnetico. La sua presenza attrae da subito l’attenzione fino ad oscurare un ottimo Jonh David Washington. Non vedo l’ora di rivedere Pattison in “The Batman”, sono certa che sarà all’altezza del ruolo. Purtroppo, non sono riuscita ad affezionarmi a nessun personaggio, forse solo a Neil perché risultava simpatico, ironico ed intelligente al tempo stesso. È per me necessario provare empatia con almeno uno dei personaggi per riuscire ad entrare meglio nelle dinamiche del film. Comprendo che la scelta del regista sia stata quella di dare maggior risalto all’intreccio a discapito dei personaggi ma questo li ha resi dimenticabili. Il personaggio di Branagh è un cattivo stereotipato e decisamente sopra le righe, si poteva certamente fare di meglio nello sfaccettare il personaggio.
La sospensione dell’incredulità non regge. I personaggi vengono catapultati in una realtà contorta ed inverosimile e non si pongono domande, accettano senza remore le novità.
Meritano di essere menzionate la regia, la fotografia e la colonna sonora eccellenti. Una regia alla Nolan con anche alcune scene action ben girate, anche se non sempre chiarissime; una fotografia dai toni freddi e luminosa ed infine la colonna sonora di Ludwig Göransson (in sostituzione dello storico collaboratore di Nolan, Hans Zimmer, già impegnato come compositore di Dune) che ha accompagnato magistralmente le scene di azione e di dialogo diventando addirittura più impattante delle parole stesse.
È un film che non posso definire banalmente con il classico “brutto”, perché non lo è. Coinvolge, tiene lo spettatore incollato allo schermo ed intrattiene, ma è troppo confusionario, troppo incalzante e impreciso per definirlo come all’altezza dei precedenti film di Nolan. “Inception” è di molto superiore dal punto di vista della narrazione. Ho apprezzato l’ambizione di Nolan, ha cercato di creare un “Inception 2.0” ma non è riuscito nel suo intento.
Nonostante tutto vi consiglio la visione della pellicola, sotto il punto di vista dei comparti tecnici è ottima, inoltre intrattiene e merita senza dubbio almeno una visione. Resta pur sempre un buon film, ma da Nolan ci si aspetta di meglio.