Buongiorno cuplovers😃, oggi voglio proporvi la recensione del primo volume di una delle mie saghe preferite di sempre: “Il dominio del fuoco” di Sabaa Tahir.
È uno degli inizi migliori che abbia mai letto, a mio avviso è perfetto. Si tratta di un fantasy ispirato all’antica Roma ma con ambientazioni desertiche e atmosfere quasi arabeggianti. Il cliché dell’accademia da sempre mi affascina ed attrae, la Tahir lo sfrutta al meglio per raccontare la crudeltà e la spietatezza del suo mondo. I personaggi sono tridimensionali, profondi e con ampio spazio di evoluzione.
Sabaa Tahir mi ha conquistato ed è certamente tra le mie autrici del cuore ❤️
Il dominio del fuoco
(An Ember in the Ashes)
Sabaa Tahir
Edito da Nord (8 ottobre 2015)
Pagine 422
€ 16,90 cartaceo – € 8,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
C’è stato un tempo in cui la sua terra era ricca di arte e di cultura. Laia non può ricordarsene, eppure ha sentito spesso i racconti su come fosse la vita prima che l’Impero trasformasse il mondo in un luogo grigio e dominato dalla tirannia, dove la scrittura è proibita e in cui una parola di troppo può significare la morte. Laia lo sa fin troppo bene, perché i suoi genitori sono caduti vittima di quel regime oppressivo. Da allora, lei ha imparato a tenere segreto l’amore per i libri, a non protestare, a non lamentarsi. Ma la sua esistenza cambia quando suo fratello Darin viene arrestato con l’accusa di tradimento. Per lui, Laia è disposta a tutto, anche a chiedere aiuto ai ribelli, che le propongono un accordo molto pericoloso: libereranno Darin, se lei diventerà una spia infiltrata nell’Accademia, la scuola in cui vengono formati i guerrieri dell’Impero… Da quattordici anni, Elias non conosce una realtà diversa da quella dell’Accademia. Quattordici anni di addestramento durissimo, durante i quali si è distinto per forza, coraggio e abilità. Elias è la promessa su cui l’Impero ripone le proprie speranze. Tuttavia, più aumenta la fiducia degli ufficiali nei suoi confronti, più lui vacilla, divorato dai dubbi. Vuole davvero diventare l’ingranaggio di un meccanismo spietato e senza scrupoli? Il giorno in cui conoscerà Laila, Elias troverà la risposta. E il suo destino sarà segnato.
5 TAZZINE, direttamente nei miei preferiti
Confesso che sono da sempre affascinata dal cliché dell’accademia (o della ormai quasi più famosa dark accademia) e amo i libri con vibes orientali ed ancora meglio se d’ispirazione araba o indiana. “Il dominio del fuoco”, perciò, mi ha da subito catturata. Il worldbuilding è meraviglioso: la geografia è perfettamente descritta e in maniera mai pesante, la divisione della popolazione in tribù è ben studiata,
“Il dominio del fuoco” è sì un fantasy che si ispira all’antica Roma (infatti compaiono vari riferimenti soprattutto nei nomi delle casate e nella gerarchia dei soldati, come la presenza dei centurioni) ma la storia e le particolarità dei personaggi costituiscono la trama principale dell’opera senza fare di questo un difetto, anzi. Le relazioni e le avventure dei personaggi sono così interessanti ed avvincenti da portare il lettore a mettere in secondo piano l’aspetto fantasy, tanto che la scrittrice lascia indizi importati per i seguiti già in questo primo volume ma il lettore facilmente può non coglierli perché maggiormente concentrato sulle reazioni dei suoi beniamini.
Tutto si aggira intorno a Rupenera: l’accademia delle “maschere”, i soldati migliori e più spietati dell’impero. Il nome maschera non è casuale, infatti tutti coloro che ne fanno parte sono costretti ad indossare fin da subito, senza mai rimuoverla, una maschera d’argento che pian piano si fonderà con la pelle. La maschera rende uguali tutti coloro che la indossano ed è uno strumento utile per simboleggiare la perdita della personalità del soldato e la devozione all’impero.
Laia, la ragazza Dotta protagonista femminile della storia, è bellissima ed intelligente, coraggiosa e spavalda, ama la sua famiglia ed è disposta a tutto pur di riaverne almeno una parte indietro. Laia ha una bella crescita nel romanzo, da ragazzina insicura e chiusa diventa determinata e ribelle, soffre in silenzio e patisce la peggiore sorte pur di riportare Darin (il fratello che l’impero ha arrestato ed imprigionato) a casa. Laia e Darin sono cresciuti lontano dai genitori ed allevati dai nonni che li hanno istruiti ed educati. L’amore ed il valore della famiglia si percepisce in maniera forte, aspetto che mi ha colpita molto; famiglia che non deve essere necessariamente di sangue ma che si forma del bene più profondo.
L’inevitabile triangolo amoroso non è dei più classici, qui il sentimento non viene quasi mai palesato ma riempie le pagine e porta i personaggi a compiere azioni che prima non avrebbero mai pensato di portare a termine.
Il villan del romanzo è certamente la Comandante, la direttrice di Rupenera, donna spietata e crudele fino in fondo. È subdola e manipolatrice, inflessibile e fredda. È la madre naturale di Elias ma prova solo disprezzo e rimpianto verso il figlio. Solo il nonno di Elias, padre della Comandante, lo considera parte della famiglia, tanto da attribuirgli il cognome della casa e d’addestrarlo personalmente.
La scrittura della Tahir è scorrevole e piacevole senza mai risultare banale o pesante, una pagina tira l’altra. I colpi di scena sono dietro l’angolo ma vengono bene inseriti senza essere allucinati o irragionevoli, indizio di una buona preparazione della storia e di un’ottima visione della trama generale.
La Tahir ha assicurate le mie copie delle sue prossime opere, ormai è una garanzia.
Ho amato questo primo volume e lo straconsiglio a qualsiasi amante del genere fantasy. È coinvolgente ed intrigante, vi lascerà col fiato sospeso. Mi dispiace che purtroppo sia poco conosciuto nel mondo di bookstagram e di booktube perché merita davvero la lettura e vale molto di più di tanti altri libri ultra pubblicizzati.
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