Le Cinque Rive: recensione del libro di Chiara Cecilia Santamaria

Buona sera cuplovers, oggi torno sul blog per parlarvi della mia ultima lettura: “Le Cinque Rive” di Chiara Cecilia Santamaria. Se mi seguite da un po’ saprete che, per me, le recensioni più difficili da scrivere non sono né quelle positive, né quelle negative, ma quelle come questa. “Le Cinque Rive” è un libro che mi è piaciuto molto e, per questo, ho voluto premiarlo con un buon voto, ma non è esente da difetti. Non ho apprezzato il finale, ma penso di averne compreso il senso e il messaggio, che approvo, la storia mi ha preso e ho letto il libro davvero con piacere, mi sono piaciuti i protagonisti e sono curiosa di leggere un seguito, anche per scoprire se qualcosa è destinato a cambiare.

Nel piattino abbiamo:

Le Cinque Rive
Gli anni delle fiamme

Chiara Cecilia Santamaria
Edito da Gribaudo (16 maggio 2023)
Pagine 547
€ 19,50 cartaceo – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE

Aveva il cuore già spezzato per tutto quello che, inevitabilmente, sarebbe accaduto fra di loro. Perché se lei fosse stata sconfitta, l’avrebbe persa. E se avesse vinto, l’avrebbe persa ancora di più. Cosa faresti se ti dicessero che sei il villain della storia?

Delizioso, 4 TAZZINE E MEZZO
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Bram era il momento di bellezza che rendeva sopportabile il dolore e che per un attimo trasformava tutto il resto in una nebbia di fondo. Avrebbe voluto spalancare la porta che li separava ed entrare nell’acqua insieme a lui, ma le riusciva più facile immaginare di affrontare le guardie dell’Imperatrice.

Le Cinque Rive è il primo libro di quella che potrebbe diventare un’ottima saga fantasy. Il libro ha un suo finale che non prevede per forza un seguito, ma che io, sinceramente, spero esca, per approfondire tutte quelle cose che mi sono sembrate un po’ troppo accennate. La forza di Le Cinque Rive è tutta nei quattro protagonisti: Deva, Bram, Evanette e Lyran quattro persone molto diverse tra loro destinate a incrociare le proprie vite e a instaurare legami profondi. I quattro protagonisti sono tutti davvero ben caratterizzati, li ho apprezzati tutti nonostante qualche scivolone.

Bram è il personaggio più problematico e quello il cui percorso non mi ha convinto. Il ragazzo è stato cresciuto in una specie di convento i cui confratelli si allenano a mantenere l’equilibrio del cerchio un potere mistico che solo Bram sembra non riuscire a gestire. Tutto dipende dall’armonizzarsi con gli altri, dal sentire il Cerchio degli altri e rafforzarlo, restando sempre parte di un insieme. Bram non riesce ad armonizzarsi con gli altri e questo lo fa costantemente sentire un fallito costretto a tollerare lo scherno degli altri confratelli. Il suo desiderio più grande è quello di riuscire a usare il suo potere e rendere così orgoglioso il Reggente, l’uomo che, per lui, è come un padre. Il bisogno di approvazione di Bram è qualcosa di totalizzante che influenzerà non solo la sua vita ma anche quella degli altri. Da un lato, non ho potuto fare a meno di provare pena per lui e sperare che riuscisse a maturare e liberarsi di questo bisogno, dall’altro devo dire che, in più occasioni, mi ha fatto cadere le braccia.  La sua occasione per dimostrare il proprio valore arriverà quando un bambino verrà rapito. La missione di salvataggio di Aral è il motore che mette in moto tutti gli eventi e che condurrà i protagonisti a incontrarsi. Missione guidata dal Capitano Lyran, il ragazzo d’oro, la cui vita è sempre stata facile ma che, adesso, dovrà mettersi in gioco, affrontare gli spettri del suo passato e rischiare più di quanto immagina. Lyran ha sempre avuto tutto quello che voleva su un piatto d’argento e non ha mai dovuto fare i conti con le conseguenze delle sue azioni. Nel corso del romanzo è il personaggio che matura maggiormente, si rende conto del male che ha commesso e di quanto sia stato incurante nei confronti degli altri. Lyran dovrà rivolgersi alla donna che, anni prima, ha abbandonato: Evanette. Astromante caduta in disgrazia, Evanette è una donna fragile, distrutta e disillusa. Aveva tutto; fama, potere, soldi ma ha perso ogni cosa per un solo, grande errore: donare il suo cuore a un giovane affascinante Capitano e, ora che lui è tornato per chiederle aiuto, solo le stelle potrebbero convincerla a concederglielo. Evanette è fragile, spezzata, dipendente da una droga che è allo stesso tempo in grado di darle forza e di distruggerla, un personaggio umanissimo sia nel suo odio che nel suo amore disperato. Evanette è forse il personaggio meglio tratteggiato ed è anche quella che mi ha colpito di più: il suo amore mutato in odio, la disperazione, la dipendenza sono tratteggiati benissimo.

Ultima ad unirsi alla spedizione è Deva una ragazza che credeva di sapere quale fosse il suo posto nel mondo, amata e coccolata da una famiglia affettuosa che vedrà morire ogni certezza nel fuoco che le porterà via tutto e che la condurrà a incontrare Bram.

Sulla missione dei ragazzi incombe un passato fatto di guerra, un luogo dove, un tempo, governava un’imperatrice maledetta che ha portato alla guerra delle Cinque Rive, una figura che, a distanza di anni, ancora popola gli incubi di chi, in quella guerra, ha perso i figli o i genitori. Riusciranno a salvare il piccolo Aral?

Le Cinque Rive è davvero un buon fantasy, mi è piaciuto moltissimo, mi ha coinvolto e mi ha fatto affezionare ai personaggi ma ci sono delle cose che non mi hanno convinto. I villain sono poco approfonditi e, anche se le loro ragioni vengono spiegate, ho sentito la mancanza di un maggior approfondimento e di un villain ben definito. D’altra parte, i buoni appaiono troppo perfetti e la storia d’amore ha delle fondamenta un po’ troppo fragili che non mi hanno permesso di affezionarmi appieno alla coppia.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

L’involuzione del personaggio di Bram mi ha enormemente deluso. Il ragazzo non riesce a liberarsi dei dogmi che gli sono stati inculcati e, anche quelle poche domande che aveva iniziato a porsi vengono spazzate via dalla certezza che Sarshan Kean sia il male e che al Convicto abbiano tutte le risposte. Bram rifiuta la sua vera identità perché le storie che gli hanno inculcato fin da bambino sono troppo difficili da abbandonare perché, anche solo immaginare di essere dalla parte del torto, non è concepibile. Al contrario, Deva, che non è stata così fortemente indottrinata, riesce a vedere le cose come stanno con facilità. Tuttavia, la sua storia con Sarshan non mi ha convinta, le due si innamorano fin troppo rapidamente e non sono riuscita a vedere altro che ammirazione e una forte attrazione a legarle, sebbene ci sia un tentativo di approfondire il loro rapporto…

Sono rimasta scioccata dal triste finale di Lyran ed Evanette, ci sono rimasta davvero male. Fino all’ultimo ho sperato che questa coppia, ostacolata da un destino avverso, alla fine, potesse avere un lieto fine e invece… L’odio e la disperazione di Evanette hanno portato all’irreparabile, bisogna sempre stare attenti a ciò che si desidera perché non sempre si può tornare indietro.

Il fatto che, tutte e Quattro le altre Rive siano i villain, non mi è piaciuto. L’ho trovata una scelta un po’ semplicistica. Le loro ragioni non vengono minimamente approfondite, agiscono solo per avidità? Sono tutti malvagi? La paura di una nuova guerra li spinge ad attaccare per primi e questo lo capisco ma il fatto che vengano tutti descritti come avidi, crudeli etc non mi ha convinto mi sarebbe piaciuto avere un villain ben approfondito come, d’altronde, non mi ha convinto che Sarshan e i morvhan siano tutti buoni.