Le bugie che cantiamo alle onde, la recensione in anteprima

Buon pomeriggio cucchiaini, sono di ritorno dal RARE di Firenze con una nuova recensione.
Sono stata al Rare 2023 e non riesco nemmeno a descrivere l’emozione che ho provato nell’incontrare Ali Hazelwood, Elena Armas e Julia Quinn. Non ho pianto per miracolo. Sicuramente avremo occasione per parlare a lungo del RARE, ma oggi sono qui per raccontarvi la mia opinione sul tanto chiacchierato “Le bugie che cantiamo alle onde” di Sarah Underwood. Il romanzo arriva oggi in Italia per Mondadori, ma è stato super controverso sul booktok a causa di alcune dichiarazioni dell’autrice. Complice la storia e le polemiche questo libro ha attratto la mia attenzione, ma merita davvero? Ecco cosa ne penso 😉

Le bugie che cantiamo alle onde cover per la recensione su Le Tazzine di YokoNel piattino abbiamo:
recensioni di libri romance

Le bugie che cantiamo alle onde

(Lies We Sing to the Sea)
Sarah Underwood
Edito da Mondadori (26 settembre 2023)
Pagine 348
20,90 € cartaceo – 10,99 € ebook
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La trama dell’editore:

Nel regno di Itaca ogni estate si compie un sacrificio barbaro: dodici fanciulle vengono impiccate sulla spiaggia per placare la furia del dio Poseidone. Leto è una di loro: ostinata e tenace, ha tentato fino all’ultimo di sottrarsi a quel patibolo ingiusto, ma non ce l’ha fatta. Eppure la morte non sembra troppo interessata a portarla via con sé. Infatti, la ragazza si risveglia su un’isola misteriosa, dove è accolta da Melanto, una creatura dalla bellezza soprannaturale. È quest’ultima a spiegarle che i sacrifici di Itaca hanno origine in tempi lontani, da quando le dodici ancelle di Penelope vennero accusate di tradimento e uccise per ordine di Odisseo, e infine gettate nel mare. Un atto feroce e ingiusto che fece imbestialire Poseidone al punto che di lì in poi, come riparazione per quelle morti innocenti, pretese, ogni anno, il sacrificio di dodici fanciulle dell’isola. Una maledizione che perseguita le giovani donne di Itaca ormai da secoli. Ma esiste una possibilità per spezzarla una volta per tutte, questa maledizione: occorre uccidere l’erede al trono, il principe Mathias. Per riuscirci, Leto e Melanto dovranno entrare a far parte della corte e guadagnarsi la fiducia del ragazzo. Ma le cose non vanno come previsto. Divisa dal crescente amore che prova sia per Melanto sia per Mathias, Leto dovrà scegliere la strada da seguire: spezzare la maledizione, rinunciando a Mathias ma salvando migliaia di vite, o lasciare che le maree del destino li sommergano tutti.
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Una bella lettura, 4 TAZZINE
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Non sono il tipo di lettrice che si lascia coinvolgere dalle polemiche, anzi. Quando un libro viene troppo criticato o uno scrittore entra nel vortice della polemica io mi allontano dal romanzo. Generalmente non sono interessata ad approfondire la questione leggendo il libro ed esprimendo la mia opinione. Tendo sempre ad allontanarmi dalle polemiche, non fanno proprio per me. In questo caso però la situazione è diversa. Con Le bugie che cantiamo alle onde Sarah Underwood ha scelto di creare il suo retelling personale dell’Odissea. Si tratta infatti di una vera e propria personale rivisitazione dell’Odissea, dato che per ammissione la scrittrice non ha mai letto la versione integrale della storia a cui si è ispirata. Ma siamo sicuri che se queste dichiarazioni non ci fossero state il libro sarebbe stato invaso dalle critiche? Secondo me no. 

Sarah Underwood ha creato una storia ispirata alla mitologia greca e al racconto delle dodici fanciulle di Penelope (infatti è ambientata secoli dopo rispetto al periodo originale), il tutto raccontato da un narratore esterno che intriga il lettore fin da subito. Se amate la mitologia greca, i retelling e le storie ricche di rappresentazione secondo me questa storia vi lascerà soddisfatti. 

La storia d’amore e gli intrighi romantici ci sono, così come la rappresentazione LGBTQ+. Non mancano i colpi di scena e le rivelazioni. Le vibes dell’antica Grecia si sentono tutte. Una storia interessante e un romanzo che si lascia leggere senza problemi, anzi risulta molto scorrevole e presenta uno stile che emula quello più aulico ma che risulta semplice. 

Sono stata felicemente sorpresa che un libro di cui avevo un pensiero non troppo positivo in realtà mi abbia catturato.