Review tour dedicato a “La Città di Ottone” di S. A. Chakraborty

Oggi doveva essere la data designata da Mondadori per l’uscita de “La Città di Ottone” di S. A. Chakraborty, uscita slittata di pochissimo, precisamente di una settimana. Questa per il review tour è dunque una recensione in anteprima, che spero passa aiutarvi a capire se il primo libro della trilogia fantasy “The Daevabad” può meritarsi un posto nella vostra libreria 😉

L’ambientazione è sicuramente il punto di forza di questo romanzo che ricorda molto la serie Rebel di Alwyn Hamilton.

nel piattino abbiamo:

La Città di Ottone

(The City of Brass)
S.A. Chakraborty
Edito da Mondadori (16 giugno 2020)
Pagine 528
€ 22,00 cartaceo – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Egitto, XVIII secolo. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.

UNA BELLA LETTURA
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“La città di ottone” è un fantasy ben scritto, una lettura curiosa che vi porterà ad attraversare calde sabbie spazzate dal vento e a scoprire città nascoste da magiche coltri. L’autrice ha dato il massimo di sè in un world building capace di sedurre i lettori, un’ambientazione mediorientale affascinante, quasi tangibile, a cui la magia da quel tocco in più.

Nahri è una protagonista credibile, una compagna di viaggio spiritosa e arguta. Orfana, vive di piccoli furti e riti di guarigione più o meno “reali” in un mondo dove le donne sono viste come esseri inferiori. Il suo vivere alla giornata non l’ha mai fatta davvero soffermare sulle sue strane capacità: perché riesce a parlare ogni lingua? come può curare se stessa e gli altri?
Il suo stesso essere sembra aspettare una svolta, svolta che arriva con prepotenza e in una sola notte, travolgendo le sue certezze, additandola come l’ultima della sua discendenza e mettendola davanti a cose che fino a quel momento non aveva creduto potessero essere… reali. Attraverso una lingua sconosciuta la ragazza evoca un misterioso jinn guerriero, bellissimo e letale. Il suo nome è Dara e le aprirà le porte del suo passato, conducendola al sicuro nell’antica e leggendaria Daevabad.

Nonostante la scoperta porti al suo posto alcuni pezzi di un puzzle invisibile Nahri si trova legata a un passato che ancora non sente suo. Dovrà crescere, accettarsi, prendere decisioni che cambieranno per sempre la sua vita. Poi c’è lui, Dara, a cui la ragazza si ritrova legata. Misterioso e affascinante, è un concentrato di domande… si può definire vivo chi non ha battito? Cosa le nasconde?

Siamo esseri dotati di un’anima come gli umani, ma fummo creati con il fuoco, non con la terra.

A dividere la scena con Nahri è Ali, terzogenito della famiglia che da secoli domina sulla Città di Ottone. É sua la seconda voce narrante che ci permette di immergerci nell’antica città, rendendoci partecipi di antiche oppressioni e credo religiosi.
Ali mi è piaciuto meno di Nahri, mi è apparso poco determinato e sicuro di sè, diviso tra la lealtà alla famiglia e corrette idee di giustizia.

Il romanzo de “La Città di Ottone” è un concentrato di convinzioni e verità che si scontrano, certezze che si infrangono dietro a loschi intrighi di potere. Tutti sembrano avere una reale motivazione che dal loro punto di vista li “giustifica”, denaturando un po’ la posizione del cattivo di turno che viene quasi a mancare.

Mi è piaciuta l’evolutzione della protagonista e l’utilizzo che l’autrice ha fatto dei classici elementi del fantasy young adult (la scoperta, il viaggio, il bello di turno e il mondo stesso), con aggiunte extra di tutto rispetto. Potenti jinn ultracentenari e creature leggendarie nutrono la curiosità dell’affamato lettore che, insieme alla protagonista, cerca delle risposte. Nahri e Ali sono pedine di una partita appena iniziata… di cui non si sa ancora l’esito.
Nota dolente le troppe descrizioni che affollano le pagine, appesantendo la lettura. L’estrema solerzia della Chakraborty di volerci descrivere minuziosamente il contorno a volte affossa un po’ le vicende che senza di esse apparirebbero di certo più fluide e dinamiche.

Serie The Daevabad

  1. La Città di Ottone (The City of Brass)
  2. Il Regno di Rame (The Kingdom of Copper)
  3. The Empire of Gold