La collezionista di anime: un viaggio nel folclore giapponese

Hola cucchiaini 🙂 complici le tante ore passate in spiaggia sto leggendo molto più del solito (sto recensendo anche meno, ma questo è un dettaglio, rimedierò. promesso, anche perché ho parecchio da raccontare). In questa stagione mi succede spesso e cerco di recupare anche un po’ di quei titoli che ho accantonato durante l’anno, esattamente come “La collezionista di anime” di cui vi parlo oggi.
Amo da sempre il Giappone, la sua cultura e il folclore, per cui quando ho scoperto che potevo trovare tutto questo in un libro non ho esitato, doveva essere mio… peccato non ne sia rimasta soddisfatta come speravo…

La collezionista di anime cover per la recensione su Le Tazzine di Yokonel piattino abbiamo:

La collezionista di anime

(The Keeper of Night)
Kylie Lee Baker
Edito da Fanucci (29 luglio 2022)
Pagine 300
€ 14,90 cartaceo – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE

Metà mietitrice britannica, metà shinigami giapponese, Ren Scarborough ha raccolto anime per le strade di Londra per secoli. Ci si aspetta che obbedisca alla dura gerarchia dei mietitori che la disprezzano, perciò Ren nasconde ogni emozione ed evita i suoi aguzzini come meglio può. Quando perde il controllo delle proprie abilità shinigami lascia Londra e fugge in Giappone per cercare l’accoglienza che non ha mai ricevuto dai suoi compagni mietitori. Seguita dal fratello minore, l’unico a prendersi cura di lei, Ren entra negli inferi giapponesi per servire la dea della Morte… ma scopre che anche qui deve dimostrare di esserne degna. Determinata a guadagnarsi il rispetto, accetta un compito impossibile – trovare ed eliminare tre pericolosi spiriti yokai – e realizza fino a che punto è disposta a spingersi per rivendicare il suo posto al fianco della Morte. Una ragazza collezionista di anime, divisa fra due mondi, cerca il suo destino in questa dilogia dark fantasy ambientata nel Giappone di fine Ottocento.

3 TAZZINE, un libro …migliorabile
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Come vi accennavo amo il folclore giapponese e questo libro ne è letteralmente pregno! La protagonista de “La collezionista di anime” è metà mietitrice e metà shinigami e l’autrice si perde spesso a dare delle fantastiche nozioni su tutto quello che gira intorno a queste due figure. Il tema è davvero trattato molto bene e sviscerato come si deve, è chiaro che c’è stato un ottimo lavoro di documentazione dietro e ho adorato anche tutte le libertà che si è presa nel definire una sorta di “mondo parallelo” dove i mietitori ritornano con le anime raccolte e hanno una sorta di gerarchia. Devo solo fare un appunto: molti che hanno scritto che l’autrice “ha creato un ottimo worldbuilding”, ma secondo me è una definizione sbagliata perché lei ha inventato davvero poco, ma ha saggiamente sfruttato i tantissimi racconti del folclore giapponese, insomma, ha collegato benissimo i puntini!

Se già non lo avete capito però, questo è decisamente la carta da novanta del romanzo, l’elemento più attrattivo e …anche il suo unico punto forte a mio avviso.

Lo ammetto, ho finito questo libro solo perché ero affascinata dall’atmosfera onirica che si respirava nelle pagine, ma ho fatto fatica. I personaggi non mi hanno conquistata, è come si mi avessero tenuto a distanza. Ed è un peccato perché le premesse erano ottime. Ren è una ragazza (con alle spalle un paio di secoli, ma è un dettaglio) che non trova il suo posto nel mondo, un’emarginata. Tra i mietitori inglesi è la diversa, quella dagli occhi bui e dai capelli di un nero così scuro da essere assenza di colore. Ama il suo lavoro di raccoglitrice di anime perché in fondo è l’unica cosa che la definisce, ma vorrebbe sentirsi accettata per quello che è, completamente.

Voglio solo essere qualcosa, e non metà di qualcosa.

Così, dopo un incidente, decide che è il momento di raggiungere le sue origini, scappa per il Giappone in una sorta di viaggio per la speranza (ricordiamoci che siamo in una Londra del 800) in compagnia dell’unica persona che le ha sempre voluto bene: suo fratello Neven. lettura shinigami le tazzine di YokoAimè uno dei personaggi più inutili della storia, ma forse l’unico con cui sono riuscita a entrare un minimo in sintonia.

Inizia così il viaggio di Ren per capire se stessa. Arriva in Giappone e al cospetto di Izanami -la dea della Morte giapponese- accetta la missione quasi impossibile di uccidere tre pericolosi spiriti yokai per diventare una shinigami a tutti gli effatti e non essere considerata straniera anche lì.

Detto così sembra interessante vero? Perché l’idea di base de “La collezionista di anime” era davvero ottima, ma le vicende non hanno saputo coinvolgermi come avrebbero dovuto. Non è libro scritto male, capitemi, ma non ha verve… o semplicemente io non sono riuscita a coglierla.

Poi Hiro, un personaggio che incontrerranno e che li accompagnerà nel loro viaggio come una sorta di guida, doveva sicuramente essere una presenza affascinante ma su di me fascino zero, all’inizio quando si presenta come pescatore nella mia testa è partita la canzoncina “Sampei, gira il mondo come i marinai…”.

Il finale mi ha un po’ riscosso, ma non è bastato a farmi rivalutare un libro dalle ottime idee sfruttate davvero troppo poco. Sono sicura che però chi ama il folcrore giapponese qui troverà comunque pane per i suoi denti.L'imperatrice delle anime Le Tazzine di Yoko

Duologia The Keeper of Night

  1. La collezionista di anime (The Keeper of Night)
  2. L’imperatrice delle anime (The Empress of Time)