Il suono del mondo a memoria: un’ottima graphic novel

Bentornati cucchiaini 🙂 oggi torno a parlarvi di qualcosa che leggo forse troppo poco: una graphic novel. Molti lo sanno, il problema è che sono estremamente pignola per quanto riguarda i disegni e molte volte so di perdermi storie davvero belle, ma è più forte di me. “Il suono del mondo a memoria” mi ha regalato delle prospettive, scorci e spaccati di New York -oltre che di vita- che da subito hanno saputo catturarmi. È un’opera che incanta per la sua potenza visiva, ma che avrebbe potuto dare ancora di più per quanto riguarda la storia… in ogni caso il mio giudizio è assai positivo.

Il suono del mondo a memoria cover per la recensione su Le Tazzine di YokoNel piattino abbiamo
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Il Suono del Mondo a Memoria

Giacomo Bevilacqua
Edito da BAO Publishing (15 settembre 2016)
Pagine 179
€ 21,00 cartaceo – € 10,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE

Sam sta scrivendo un articolo. Una cosa complessa, che comporta che lui vada a vivere per due mesi a Manhattan e non parli assolutamente con nessuno. Ce la farà? In un certo senso sì, ma con le cose che Sam non ha previsto ci si potrebbe scrivere un libro. Giacomo Bevilacqua l’ha fatto, e l’ha disegnato, e poi l’ha colorato così magnificamente da restituire la luce di New York in modo magnifico e quasi commovente. Meno saprete di questo libro fino al momento di immergervi nella lettura, più ve ne innamorerete. E poi direte questa stessa cosa alle persone cui lo regalerete. Fidatevi.

4 TAZZINE E MEZZO: disegni 4.75 | storia 4.25
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“Il suono del mondo a memoria” di Giacomo Bevilacqua non ha una trama banale. L’autore vuole affrontare tematiche profonde infondendogli leggerezza e lo fa giocando coi colori, con chiaroscuri, bianchi e neri e con colori caldi. Arancioni, gialli, ma anche marroni, tanti marroni. Colori che, se usati opportunamente, sanno trasmettere emozioni forti, ma bisogna soffermarsi sui dettagli per coglierne davvero l’essenza. New York, attraverso prospettive uniche e scorci suggestivi, si veste di calore, ma si denuda anche per mettere in rilievo l’essenziale.

Il suono del mondo a memoria pagina interna per la recensione su Le Tazzine di YokoBevilacqua dimostra una notevole abilità nel giocare con luci e ombre, creando atmosfere che cambiano pagina dopo pagina. I colori sono usati con sapienza per enfatizzare stati d’animo collegandoli ai momenti della giornata, passando dai toni caldi e avvolgenti del tramonto alle sfumature fredde e distanti della notte. Ho amato le sue scelte cromatiche e trovo che siano la forza di questa graphic novel, ancor più dell’espressività che ha saputo regalare a personaggi e panorami.

La storia segue il viaggio interiore di Sam, un uomo che a seguito di un grande cambiamento nella sua vita ha deciso di cogliere la sfida di non parlare per sessanta giorni e farne poi un articolo per la propria rivista. Un ottimo espediente narrativo per esprimere, attraverso immagini, emozioni e sensazioni senza bisogno di parole.
Sam è malinconico e nostalgico, ma allo stesso tempo delicato e perspicace. Nota particolari singolari, con una metrica tutta sua. Logica nel suo pensiero, ma così singolare da farmi pensare sin da subito a una persona con una leggera forma di autismo, cosa che via via che leggevo ho sentito sempre più calzante e sempre più bella e giusta nel contesto in cui ci porta l’autore. L’ho sentita davvero una tematica reale e proprio per questo forte realismo che mi arrivava dal protagonista e dalle tavole stesse non ho apprezzatissimo l’introduzione di elementi meno razionali nella parte finale della lettura.

Detto questo “Il suono del mondo a memoria” rimane una graphic novel che consiglio. Brilla per la sua bellezza grafica e per la capacità di trasportare il lettore in una New York autentica e vibrante. Sam si apprezza come una tazza kintsugi e se riuscirete da dare meno limiti di me alla realtà la apprezzerete ancora di più.Il suono del mondo a memoria ringraziamenti per la recensione su Le Tazzine di Yoko

PS: la dedica è tra le più belle mai lette

 

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Alla fine mi sono mancate delle certezze. Sono una lettrice che come sapete apprezza le componenti paranormali e per quanto non le avrei viste bene in questa storia, una volta constatate che ci fossero le avrei apprezzate in diversa misura, ma a libro finito non so ancora se alcune cose fossero immaginazione, fantasia, o un’interpretazione della realtà da parte del protagonista.

Mi è piaciuto tantissimo il collage di foto in bianco e nero con lei a colori, ma non credevo fosse reale. Pensavo fosse un modo per far capire al lettore che Sam aveva notato lei in ogni foto. Lui che la identificava a colori in mezzo a tutto il resto. Un ottimo simbolismo, lo avrei trovato più significativo, peccato, ci sono rimasta quasi male quando ho capito che non fosse così.

E quella è stata la prima crepa che ha incrinato il forte realismo che mi era arrivato fino a quel momento. Non fraintendetemi, il fatto che lei lo riesca a sentire è bello e anche diverse cose che escono all’ultimo unite al simbolismo che l’autore ci ha inserito, ma mi sono mancante risposte. Chi gli ha fatto avere le foto con solo lei a colori? E se la mia ipotesi iniziale fosse vera e fosse anche tutto il resto un loro modo di trovarsi e capirsi con un solo sguardo che simbolicamente è come una frase nella mente chi me lo conferma alla fine?

Mi sarebbe bastato poco, ma quelle poche certezze me le aspettavo …anche quell’unica frase non è arrivata.