Blue Period: recensione alla prima stagione dell’anime sull’arte di Netflix
Buon giorno cuplovers, oggi torno sul blog a parlarvi di anime. Non lo faccio spesso, lo so, ma quando mi capita, mi fa sempre piacere potervi consigliare qualche anime. Questa volta vi parlo di “Blue Period”, un anime che ho iniziato, come spesso mi succede, assolutamente per caso e che mi è piaciuto parecchio pur non essendo il mio genere.
Come sempre vi chiedo se avete qualche anime fantasy (non troppo violento) da consigliarmi, scrivetemelo nei commenti 🙂
nel piattino abbiamo:
Blue Period
DISPONIBILE SU Netflix
EPISODI 12
Una bella visione se amate l’arte
Blue Period racconta la storia di Yaguchi Yatora, studente modello, bravo ragazzo con un piccolo gruppo di amici ma, come capita a molti, senza una vera passione. Yatora non ha idea di cosa fare in futuro, fino a quando, una stupenda aurora nel centro di Shibuya sembra ridestarlo portandolo a realizzare un’opera, per il compito di arte, immatura ma dotata di colori magnetici. Il tema centrale di Blue Period è l’amore per l’arte insieme alla difficoltà di realizzare un’opera e l’importanza di mettere se stessi nella propria arte. La storia si concentra sul tentativo di Yatora di entrare in una delle più prestigiose scuole d’arte giapponesi e l’unica senza una retta da capogiro. Uno dei temi principali della serie è proprio la difficoltà di passare l’esame d’ammissione e il forte stress cui sono sottoposti gli studenti. Niente di particolarmente nuovo ma trattandosi di un’istituto d’arte l’accesso all’università appare ancora più elitario e difficile ed è interessante vedere le diverse opere create dai protagonisti.
L’arte è la base effettiva dell’anime è la traiettoria seguita da Yatora e da tutti gli altri protagonisti, è l’arte a connettere tutti i personaggi che riescono a legare tra loro proprio grazie ad essa. Se è vero che c’è tanta competizione tra i personaggi è altrettanto vero che Yatora ammira il lavoro dei compagni/rivali e che impara da loro delle preziose lezioni. Yatora è il classico… ragazzo che si sottovaluta, lui è il primo a pensare di avere tanta strada davanti ma in realtà è in grado, in pochissimo tempo, di fare degli enormi progressi, inoltre, a differenza degli altri, Yatora non ha fiducia in se stesso (il che non va bene) ma è anche l’unico abbastanza umile da essere pronto a imparare da chiunque e a mettersi sempre in discussione. È bravo a cogliere i punti forti delle opere degli altri e a rielaborarli a modo suo, integrandoli nelle proprie opere. La serie tratta abbastanza bene la problematica degli esami d’ammissione con la paura costante, da parte dei ragazzi, di fallire e diventare un ronin ovvero quegli studenti che tentano per molti anni di entrare all’università. Come se non bastasse il normale stress degli esami l’ambito artistico è ancora più competitivo perché i posti a disposizione sono molto più esigui rispetto agli altri istituti e perché le scuole d’arte sono molto poche. Per passare l’esame non bastano bravura e determinazione ma serve un’interiorità brillante e profonda in grado di consentire agli studenti di elaborare i temi delle prove in modo unico. Insomma, zero pressione proprio…
Un’altra tematica interessante, anche se non esplorata a sufficienza, è quella legata al personaggio di Ryuji/Yuka. Ryuji ha trovato se stesso in Yuka ma questa sua “trasformazione” non è accettata dalla sua famiglia e tanto meno dalla società, anche se i compagni paiono accettarla. I genitori non riescono a chiamarla col suo nuovo nome e arrivano a buttare via tutte le sue cose gettandola nello sconforto, anche all’esame di ammissione si rifiutano di iscriverla con la sua nuova identità ammettendola solo come “ragazzo”, solo la nonna, all’interno della famiglia, pare accettarla per quello che è dimostrando una profonda dolcezza. Anche in questo caso è solo attraverso l’arte che Yuka riesce a rappresentare se stesso e a comprendere meglio la propria natura. Ed è sempre l’arte ad unire Yuka e Yatora aiutando i due ragazzi a comprendersi profondamente a vicenda.
Blu Period mi ha colpito in quanto non mi aspettavo affatto un anime incentrato sull’arte, mi è piaciuto come si è cercato di mostrare il percorso che porta i ragazzi a creare le loro opere e ho apprezzato il coraggio di Yatora nello scegliere un futuro incerto ma ricco di soddisfazioni personali rispetto a uno con più certezze. La via dell’arte non è semplice né remunerativa ed è solo la necessità del ragazzo di rappresentare la sua interiorità attraverso le proprie opere a spingerlo ad andare avanti. Mi è piaciuto vedere Yatora crescere nel corso delle varie puntate e vederlo mettersi alla prova con tecniche diverse.
Blue Period è una serie piacevole, non è tra i miei anime preferiti ma ho visto tutte le puntate con piacere curiosa di vedere quali sfide avrebbe dovuto affrontare il protagonista. Yatora è un buon personaggio: entusiasta dell’arte, sempre pronto ad imparare dagli altri, amichevole e felice di aiutare i compagni ma con delle fragilità inaspettate che emergeranno man mano che l’esame si avvicina. È consapevole di essere indietro rispetto agli altri e si impegna moltissimo per raggiungere il loro livello, è umile e, proprio per questo, impara più in fretta di altri dimostrando di aver quel talento che, lui per primo, è convinto di non possedere. Blue Period vuole rivolgersi a chi fa arte per mestiere o è appassionato di pittura e disegno, solo chi un minimo di arte ne sa può cogliere tutte le sfumature dell’anime che rimane comunque godibile anche per chi non è appassionato. Se amate l’arte vi consiglio di dare una possibilità a Blue Period.