Recensione a “La Casa” di Tom Rob Smith

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Salve a tutti,
oggi vi presento la mia recensione del libro “La Casa” di Tom Rob Smith.
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la casa su le tazzine di yoko
the farm di tom rob smith - le tazzine di yokoLa casa

(The Farm)
Tom Rob Smith
Edito da Sperling & Kupfer
(13 maggio 2014)
pagine 340
€ 18,90

TRAMA DELL’EDITORE
«Tua madre Tilde non sta bene, l’ho fatta ricoverare in un ospedale psichiatrico ma è fuggita».
Quando Daniel riceve la telefonata del padre Chris, il mondo gli crolla addosso: fino a quel momento pensava che i genitori, una volta abbandonata Londra, si stessero godendo la pensione nella loro casa immersa nella natura, sulla costa svedese. Ma il peggio deve ancora venire: perché poco dopo la telefonata di Chris, Tilde arriva a Londra e si rifugia a casa di Daniel: «Tutto quello che ti ha detto papà è una bugia. Non sono pazza. Dobbiamo parlare».
Ed estraendo oggetti, fotografie e documenti da una vecchia cartella in pelle da cui non si separa mai, Tilde ricostruisce davanti a suo figlio una storia terribile, fatta di episodi sulla sua vita che per anni aveva taciuto, di misteriose presenze attorno alla sua casa in Svezia e di un orrendo delitto che potrebbe coinvolgere un vicino di casa e, forse, anche Chris. Braccato dal padre e da uno sconosciuto, Daniel non sa più a chi credere. Per scoprire la verità, dovrà scavare nel passato dei suoi genitori e nella loro storia famigliare. E dovrà decidere se rivelare loro il segreto della sua omosessualità.

RECENSIONE DI STREGA DEL CREPUSCOLO
Cinque tazzine… meno qualche piccolissima cosina.
tazzinaMEZZA+_stregaDELcrepuscolo
Premetto che questo non è il genere di libri che leggo di solito, normalmente prediligo gli epic fantasy, gli urban fantasy oppure qualche libro di narrativa in stile Joanne Harris per capirci. Ma come forse ormai avrete capito sono sempre pronta ad accettare nuove “sfide letterarie”.

Questo romanzo in particolare mi è piaciuto davvero molto anche se, in effetti, avrei preferito un finale diverso.

La vita di Daniel sembra assolutamente perfetta se solo non fosse per il rapporto che ha con i genitori. Sono sempre stati una famiglia molto unita ma lui non ha mai rivelato loro il suo grande segreto. Daniel è omosessuale e convive da tempo con il suo compagno, Mark. Da diverso tempo il protagonista si è reso conto che dovrebbe proprio dirlo ai genitori, visto e considerando che la storia con Mark è seria ma non trova il coraggio. Da quando poi i suoi si sono trasferiti in Svezia (la patria della madre) per Daniel è diventato sempre più semplice rimandare il discorso.
La sua vita tranquilla viene sconvolta dall’arrivo di una telefonata.

Tua madre… non sta bene.”
“Mamma è malata?”
“E’ una cosa molto triste.”
“Triste perchè è malata? Malata come? Che malattia ha?”
Papà piangeva ancora. Non potei fare altro che aspettare in silenzio finchè lui riprese:
“Si immagina cose… cose terribili.”

Da questo momento in poi veniamo catapultati nella storia. La famiglia di Daniel è molto particolare, sono sempre stati loro tre e basta, nessun’altro parente. La madre non ha mai voluto parlare della sua famiglia in Svezia e, negli ultimi anni, a causa del suo segreto, Daniel si è allontanato ulteriormente dai genitori. Quella telefonata lo coglie del tutto impreparato, pensava che tra i suoi genitori andasse tutto bene, che vivessero felici in Svezia e invece la realtà è molto diversa. Perché la madre lancia accuse contro il padre?  Tilde (la madre di Daniel) è effettivamente impazzita?

Tu e la mamma avete conti correnti congiunti. Puoi chiamare la banca e chiedere se ci sono state transazioni recenti. Puoi seguire i suoi spostamenti dalla carta di credito.” Capii dal silenzio che papà non aveva mai telefonato alla banca in vita sua.

Ho voluto riportare questa citazione perchè mio padre è esattamente così…

Daniel è ovviamente preoccupato, ancora di più quando vede la madre: è emaciata, sciupata e si guarda in giro con aria guardinga. Stringe al petto una cartella piena di quelle che lei chiama prove.  Per tenerla tranquilla, Daniel decide di andare con lei in una stanza d’albergo perchè a casa, dopo l’arrivo di Mark, (il compagno di Daniel, un santo) la donna non si sente più al sicuro.
Qui Daniel apprende molte verità… ma è tutto vero? O no?

casa in svezia-le tazzine di yokoArrivati nella loro nuova casa nella contea di Halland una zona molto costosa, si rendono conto che la casa ha necessariamente bisogno di molti lavori, inoltre il loro piano era quello di coltivare il loro pezzo di terra in modo, non solo da avere di che mangiare ma anche da venderne! Ci troviamo nella Svezia rurale dove, nonostante tra una fattoria e l’altra possano esserci chilometri, tutti sono molto uniti. Nella comunità tutti devono sostenersi a vicenda per poter sopravvivere così isolati, specie  durante l’inverno. Qui, l’autore ha pescato nel biografico, raccontando sensazioni veramente provate da sua madre. Infatti anche se Tilde è di origine svedese, viene trattata come una straniera. Il “capo” della zona, l’arrogante Hakan, la tratta da subito con freddezza, le parla in inglese rifiutandosi di usare lo svedese e insultandola. Agli occhi della donna è da subito chiaro che l’uomo, per qualche strano motivo, vuole sminuirla. Ad esempio, per la festa del paese, le chiede di preparare un piatto elementare, per mettere in chiaro il suo scarso valore. Parla male di lei e, in generale, tiene nei suoi confronti un comportamento odioso.

Tilde cerca di riavvicinarsi al marito Chris, non solo da un punto di vista sentimentale ma anche sessuale, spera che la loro nuova vita, il lavorare assieme in un posto così isolato, li aiuti a ritrovare quell’affiatamento che avevano in gioventù. Chris invece si deprime, il clima svedese è duro e la poca luca diurna non aiuta, così Tilde sente mancare l’appoggio del marito, si sente sola in quella nuova avventura. Quando il marito comincia a legare con Hakan, (lui, un’inglese doc viene accettato dal “capobranco” mentre lei, che è finalmente tornata a casa sua, viene emarginata) potete immaginare come si senta Tilde e, sopratutto, quanto trovi odioso il comportamento di Hakan. Cosa combinano lui, Chris e gli altri accoliti di Hakan? Perché spariscono all’improvviso? Cosa vanno a fare, di notte, su un piccolo isolotto in mezzo al fiume?
Cosa succede, veramente, tra Hakan e la sua figlia adottiva Mia?

Mia sembra insofferente nei confronti del padre, lo sfida ad ogni occasione e lui sembra fin troppo possessivo… Possibile che succeda qualcosa di terribile in questo piccolo villaggio? Qualcosa che è sotto gli occhi di tutti ma che, perfino la polizia, ha scelto di ignorare?
L’unica cosa certa è che Tilde ha deciso di svelare al resto del mondo questa cospirazione, portare alla luce questo crimine orribile potrebbe costarle la libertà e la sua stessa sanità mentale.

Secondo Tilde su un isoletta sperduta, in piena notte, Hakan e la sua cricca fanno sesso con giovani donne, lago_con_isoletta-le tazzine di yokoprobabilmente con Mia. Possibile che dietro a questa storia si celi un giro di prostituzione?

Quando si parla di sesso, lo sai qual’è la cosa che le persone desiderano più di ogni altra? Uno spazio privato tutto loro, un luogo dove possono fare qualunque cosa e il resto del mondo non lo saprà mai. Nessun giudizio, nessun dovere, nessuna vergogna, nessuna disapprovazione e nessuna ripercussione.”

Troppe cose non combaciano, suicidi sospetti, segreti sussurrati… e l’arrivo del padre con il dottor Norling all’appartamento di Daniel non promette bene. Tilde è terrorizzata e convince il figlio a scappare. Se l’ipotesi che, effettivamente, Mia venisse abusata mi suonava plausibile, quando Tilde comincia a parlare di un giro di pedofilia legato al sistema delle adozioni con una cospirazione atta a tenere tutto nascosto… da un lato poteva anche essere vero, dall’altro il fatto che Tilde non avesse mai individuato nessuna delle altre ragazzine molestate… beh mi suonava strano.

Inoltre, Tilde tira anche fuori una vecchia storia, quella della sua amica Freja, morta annegata molti anni prima. Freja era perseguitata, probabilmente molestata dal padre e lei e Tilde avevano deciso di fuggire assieme. Scapparono e si addormentarono sfinite l’una affianco all’altra ma, quando Tilde si svegliò, l’amica era sparita. Tornata a casa, tutti la stavano cercando e, quando Tilde spiegò cos’era successo, terrorizzata per l’amica, saltò fuori che Freja era tornata a casa e non confermò la versione di Tilde. Non creduta, presa per pazza, Tilde interruppe ogni rapporto con l’amica, l’anno successivo, Freja si suicidò in quello stesso lago. All’epoca, tutti accusarono Tilde di aver ucciso l’amica perchè quest’ultima l’aveva sbugiardata… Cosa accadde davvero?

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

L’autore è davvero molto bravo a lasciare il lettore nel dubbio fino all’ultimo.
Cosa c’è di vero e cosa è falso nella storia di Tilde? Cosa è successo davvero a Freja?

Io ci sono rimasta di sasso. Non volevo pensare che la soluzione più semplice fosse anche quella vera.  Non c’è nessun giro di prostituzione e Mia non è stata abusata, per fortuna! Mia in realtà è rimasta incinta del suo ragazzo, un giovane pittore, Hakan voleva convincerla ad abortire e lei ha scelto di andare a vivere con il suo ragazzo. Per Hakan l’amore è controllo, leggeva il diario di Mia, non le voleva bene e non era contento che fosse rimasta incinta ma non l’ha mai picchiata né l’ha costretta a fare qualcosa. Elise è sempre stata sottomessa al marito ma, a quanto pare, è ancora in contatto con Mia (che adora) e, forse, prima o poi, troverà la forza di lasciare Hakan. In ogni caso, il padre, le manda una piccola somma ogni mese per aiutarla quindi, alla fine, anche se Hakan non è un santo, non si può dire che sia il mostro che Tilde pensava che fosse.

Freja non è mai esistita e la realtà è molto più triste… Tilde è stata violentata dal padre per due anni, per superare lo shock, ha creato, nella sua mente, una ragazza di nome di Freja che veniva violentata dal padre. La ragazza è morta e, con lei, Tilde ha seppellito il suo passato. Purtroppo, quando è tornata a casa, qualcosa nel comportamento di Mia e Hakan ha fatto tornare a galla quei ricordi. Così, ha rivisto se stessa in Mia e la storia, nella sua testa si è ripetuta e ingigantita.

Nel corso di tutto il romanzo, a partire dagli oggetti a forma di troll intagliati da Hakan ci sono continui rimandi alle favole svedesi e al mito dei troll: creature dall’aspetto  orrendo con lunghi nasi, particolarmente lussuriose. C’è una favola, in particolare, che Tilde raccontava sempre a Daniel quando lui era piccolo: una storia molto significativa.

LA PRINCIPESSA TROLLtroll-le tazzine di yoko

C’era una volta un grande re che regnava con giustizia sul suo regno. Al suo fianco c’era una regina, più bella di qualunque altra donna, e una figlioletta, più deliziosa di qualunque altra bambina del regno. Il re viveva felice finchè un giorno la regina cadde gravemente ammalata. Sul suo letto di morte gli fece promettere che avrebbe sposato solamente una donna bella quanto lei. Quando la regina morì, il re prese il lutto, convinto che non si sarebbe sposato mai più.

Un giorno, mentre stava guardando fuori dalla finestra del suo castello, vide la figlia che giocava nel giardino. Si era fatta grande, ed era diventata bella come la madre. Il re balzò in piedi e dichiarò che quella sarebbe stata la sua nuova moglie. Uno dei cortigiani aiutò la figlia a fuggire nella foresta incantata. La mattina dopo il re scoprì che sua figlia non c’era più e fece giustiziare il cortigiano. Poi mandò l’esercito a cercarla nella foresta. La figlia era certa che l’avrebbero trovata, e pregò la foresta incantata di aiutarla. Un fungo rispose al suo appello: se la principessa prometteva di prendersi cura della foresta, lui l’avrebbe aiutata. A una condizione: non avrebbe dovuto mai più avere contatti con le persone, dedicandosi interamente alla natura. La principessa accettò e il fungo soffiò spore magiche sul suo viso, trasformandola in un orribile troll.

Trascorse molti anni a prendersi cura della foresta. Nel frattempo, il regno di suo padre cadde in rovina, il re impazzì nell’impresa di trovare la figlia perduta, e alla fine, con il castello che cadeva a pezzi e le sale del tesoro vuote, se ne andò nella foresta a cercare sua figlia da solo. Per mesi strisciò sul muschio, masticando corteccia, finché un giorno crollò. Era in punto di morte. La principessa troll venne a sapere delle condizioni del padre , andò a trovarlo. Vedendo gli occhi gialli del troll fra gli alberi, il re lo implorò di seppellirlo in modo che potesse, nella morte, ritrovare finalmente la pace. Il cuore della principessa era puro e pensò di dover esaudire quel suo ultimo desiderio. Ma appena acconsentì, la sua promessa fu infranta e lei si trasformò, riassumendo le deliziose fattezze di una principessa. Alla vista della figlia, il re malato ritrovò vigore. Barcollando si alzò in piedi e la inseguì. La principessa gridò chiedendo aiuto. I lupi i corvi e gli orsi risposero al suo richiamo e dilaniarono il corpo del re, ciascuno prendendone un pezzo e portandolo lontano nella foresta per banchettare.”

Il troll è un mito ricorrente per tutto il libro, ad esempio, essi  sono il simbolo dei “seguaci” di Hakan che ama intagliarli su coltelli e altri oggetti che poi regala agli amici. L’immaginaria Freja, invece che ammettere che è il padre a molestarla, si lamenta di essere perseguitata da un troll e, per questo, non viene creduta da Tilde.

Nel complesso: lo stile dell’autore mi piace molto, tiene alta la curiosità su quanto sia successo per davvero fino alle ultime pagine, tra l’altro io mi ero bevuta il racconto fatto dalla madre, (fino a un certo punto, ovvio, però ero molto indecisa su a chi credere) il mio interesse non è mai calato durante la lettura. Forse avrei preferito se tutta la storia della cospirazione si fosse rivelata vera, ma anche così devo dire che mi ha sorpresa.
Quando uscirà un nuovo libro dell’autore penso proprio che lo leggerò.