recensione al libro La Camera di Sangue

[custom_frame_right]Jane Nickerson - le tazzine di yoko[/custom_frame_right]

Salve a tutti!
Eccomi qui a parlarvi della mia ultima lettura “La Camera di Sangue” 😉

Ecco una cosa che dovete sapere della vostra Strega: amo le favole. Ebbene sì, sono cresciuta con Sibert e le fiabe sonore.

A mille ce nè nel mio cuore di fiabe da narrar
venite con me nel mio mondo fatato per sognar (per sognar),
non serve l’ombrello, il cappottino rosso e la cartella bella per venire con me,
basta un po’ di fantasia e di bontà.”

Cough, tornando seri (di Sibert scriverò un altra volta non temete) ecco due brevi cenni sull’autrice del libro che andrò a recensiore:

Jane Nickerson e la sua famiglia hanno vissuto per molti anni in un ampia e storica dimora ad Aberdeen, nel Mississippi, dove la scrittrice lavorava come bibliotecaria nel settore dei libri per ragazzi. Ha sempre amato il Sud “dei vecchi tempi”, i racconti gotici, le residenze storiche, i ragazzi, la scrittura, e i personaggi “cattivi”. Attualmente vive con il marito in Canada.

nel piattino abbiamo: fantasy classico 01 - compulsivamente lettrice - 3 torta fantasy sul blog letterario de le tazzine di yoko – favola

La Camera di Sangue

Jane Nickerson
edito da Mondadori (collana Chrysalide)
pagine 365

TRAMA
Sophia Petheram ha diciassette anni quando, dopo la morte del padre, attraversa in carrozza la selva intricata e spettrale che conduce alla tenuta di Wyndriven Abbey, in Mississippi. Qui sta per conoscere finalmente il ricco amico di famiglia che la prenderà in custodia: monsieur Bernard de Cressac. Fin dall’arrivo nella nuova dimora, Sophia si trova a vivere nel lusso più sfrenato, viziata e accontentata nei minimi capricci. La ragazza è affascinata dalla generosità e dal carisma di monsieur Bernard. Lui le impedisce, però, di ricevere visite e, in sua assenza, la affida all’occhio vigile di Odette, una giovane dama di compagnia francese. A spaventare Sophia è il passato del facoltoso tutore, sposato più volte: le sue mogli sono morte in circostanze misteriose e la ragazza ne intravede i fantasmi. Hanno tutte i capelli rossi, con sfumature color bronzo e oro. Proprio come lei… Ma se l’amore è un assassino meraviglioso, Sophia vuole scoprirne il volto.

RECENSIONE DI STREGA DEL CREPUSCOLO:
Una piacevole lettura, quattro tazzine… meno qualche piccolissima cosina.
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Bene, cosa dire? Quando si scrive un libro basandosi su una storia universalmente conosciuta come quella di Barbablù la difficoltà sta proprio nell’essere originali senza, tuttavia, distorcere eccessivamente la trama della favola. Non è facile come può sembrare e non sono molti gli autori che hanno avuto successo nell’impresa.

La nostra Sophia arriva nella bellissima villa del padrino col cuore affranto, lei e i suoi fratelli sono rimasti soli al mondo ed ora, l’unica persona su cui possono fare affidamento per un aiuto economico è il suo padrino che si è offerto di ospitarla nella sua bellissima villa.

Sophia non è certo una ragazza molto profonda, fin dall’inizio e, per buona parte del libro, si lascia abbindolare dai modi affascinanti di Bernard e dalle sue ricchezze. La giovane non è abituata al lusso e, quando vede tutti i bei vestiti, i gioielli e la favolosa stanza che Bernard le ha messo a disposizione pensa di essere la ragazza più fortunata del mondo. Ben presto, tuttavia, alcuni indizi cominciano a far vacillare la convinzione della ragazza. Il suo padrino, così affascinante, non è sempre un gentiluomo e ogni tanto ha degli scatti d’ira (nei confronti dei servi ma anche del cane) che fanno decisamente spaventare la povera ragazza.

Bernard è molto riservato e non parla molto del suo passato, Sophia troverà tuttavia vari indizi (un nome inciso sul letto, dei capelli lunghi e ramati) della presenza, in passato, di altre donne nella vita del suo padrino. Pian piano, grazie alle confidenze della governante, Sophia scoprirà che Bernard ha già avuto quattro mogli, quattro matrimoni tristemente falliti. C’è da dire che la ragazza non è molto… sveglia, all’inizio. Quattro mogli precedenti di cui tre morte (almeno a quanto ne sa la protagonista) non sono, come dire, sospette? Certo, all’epoca era più frequente morire in giovane età, per malattia o in qualche incidente.

Col procedere del tempo il caratteraccio e la possessività di Bernard si fanno sempre più evidenti e nella vita della ragazza arrivano Odette (la sua nuova cameriera/guardiana che si rivelerà essere più di quel che sembra) e Gideon, un affascinante pastore di cui la nostra protagonista s’innamorerà perdutamente. A differenza che nella favola originale Bernard si mostra molto subdolo e riesce a isolare Sophia dal resto del mondo, il suo personaggio ha molti tratti tipici del serial killer (per fare un esempio:le sue vittime hanno lo stesso colore di capelli e ha cominciato ad uccidere in seguito ad un evento traumatico) tanto che il team di Criminal Minds potrebbe tranquillamente tracciarne il profilo.

Alla fine, come potete immaginare, la nostra Sophia, spinta dai fratelli che versano in cattive acque, si convince a rinunciare all’amore per Gideon facendo un matrimonio d’interesse con Bernard. I due si fidanzano, per fortuna non arrivano alle nozze, nonostante il cuore spezzato della ragazza e il ribrezzo misto a timore che prova per il promesso sposo. Come nella favola, un bel giorno, Bernard/Barbablù parte per un viaggio e lascia alla fidanzata le chiavi del castello raccomandandole di non usarne una in particolare… a differenza della favola, Sophia immagina bene cosa troverà dietro la porta segreta e vuole delle prove per denunciare il suo Barbablù alla polizia.

Sophia passerà dei brutti momenti e, a differenza che nella favola, nessun fratello verrà a salvarla, starà a lei lottare per la propria vita.

Accompagnata e vegliata dagli spettri delle mogli precedenti, riuscirà Sophia a coronare il suo vero sogno d’amore con Gideon?

Mentre mi sforzavo di ascoltare la bella voce di Bernard che leggeva la Casa desolata, Victoire e Tatiana, Tara e Adele si adagiarono sui mobili con movimenti molli, liquidi, disperati.”

Nel complesso: il libro è estremamente scorrevole, la pecca principale della storia è forse la protagonista che, nonostante tutti gli indizi, finisce per rimanere con quell’uomo orribile invece di fuggire a gambe levate oppure prepararsi una via di fuga o, ancora meglio, procurarsi un’arma.