The Witcher: recensione della seconda stagione della serie con Henry Cavill

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Buonasera cuplovers, come avete passato queste feste?
Io, tra un cioccolatino e l’altro, ho recuperato alcune serie tv e anime che volevo vedere da tempo ed ora non mi rimane che l’imbarazzo della scelta tra quale recensire per primo… The Witcher? The Wheel of Time? Arcane? O Strappare lungo i bordi? Ebbene visto che da poco ho anche letto “Il Tempo della Guerra” del buon Sapkowski ho scelto di parlarvi della seconda stagione di The Witcher.

nel piattino abbiamo:

The Witcher

CREATA DA Lauren Schmidt Hissrich
TRATTA DA la saga di Geralt di Rivia
STAGIONI 2 -in corso-
DISPONIBILE SU Netflix


Un’ottima serie, quasi 5 tazzine

La seconda stagione di The Witcher si è rivelata migliore della prima con una storia meno frammentata che si ispira ai romanzi ma ne modifica molti aspetti. Il risultato è una serie che sembra una versione alternativa del libro che non lo snatura ma che non è nemmeno troppo fedele in modo da sorprendere anche il lettore. Una volta compreso l’andazzo della seconda stagione e smesso di aspettarmi che assomigliasse di più al libro devo dire che mi è piaciuta molto.

Questa stagione ha un andamento molto più lineare abbandonando i continui salti nel tempo della prima cosa che non ho potuto fare a meno di apprezzare anche se, forse, si è persa un po’ di suspance. La storia segue due filoni narrativi, da un lato le avventure di Geralt e Cirilla e dall’altro quelle di Yennefer. Geralt, convinto che Yen sia morta, decide di portare Ciri a Caher Morhen, la casa degli strighi, dove la ragazza sarà protetta non solo da lui ma anche dai suoi fratelli. Tra gli altri strighi emerge il personaggio di Vesemir maestro e capo degli strighi. L’uomo è lacerato tra il senso di colpa per quanto ha fatto subire a Geralt e gli altri per trasformarli e la consapevolezza che il numero degli strighi sta drasticamente diminuendo e che il loro fato sembra tristemente segnato. Il fine di Vesemir non solo è comprensibile ma anche apprezzabile, il problema, come spesso accade, sono i mezzi con cui vuole risolvere la situazione. Mentre Geralt, preoccupato per Ciri, sceglie di insegnarle a difendersi (anche se, spesso, tenta di frenare l’entusiasmo della ragazzina) torna in scena Triss Merigold giunta a Caher Morhen per aiutare Ciri. Il personaggio di Triss mi piace molto, è una donna dolce, ma anche decisa e apprezzo come ha aiutato Ciri, in altre circostanze l’avrei vista molto bene con Geralt ma è evidente che il legame tra quest’ultimo e Yennefer è molto più forte.

La seconda storyline segue le vicende di Yennefer, parte che, nei libri, è per ora assente e che ho apprezzato perché da più spessore alla maga anche se, verso il finale, rischia, forzatamente, di snaturare il personaggio. Yennefer è sopravvissuta alla battaglia di Sodden ma è prigioniera e per di più ha perso i suoi poteri: cosa sarà disposta a fare pur di riaverli? Questa storyline è legata anche ad un buon numero di nuovi e interessanti personaggi oltre a far tornare sulla scena il mio amato Yaskier come sempre l’unico personaggio in grado di stemperare l’atmosfera oltre a regalarci delle nuove, meravigliose, canzoni, non a caso, Yaskier è uno dei miei personaggi preferiti: sarcastico, sfacciato e divertente. Tra i personaggi che fanno la loro comparsa in questa storyline c’è la maga Fringilla, vecchia conoscenza di Yen e braccio destro di Emhyr e ci sono gli elfi guidati da Francesca. Devo dire che la parte riguardante gli elfi è quella che mi è piaciuta leggermente meno. Gli elfi si alleano con Nilfgaard per poter avere una terra loro, in pratica, Fringilla e Francesca fanno le veci di Emhyr per la maggior parte della stagione, almeno fino a quando l’uomo, evidentemente scontento, decide finalmente di palesarsi. Di questo scriverò più approfonditamente nella parte spoiler ma devo dire che, a mio avviso, gli sceneggiatori si sono giocati bene questa carta. I battibecchi tra Fringilla e Francesca sono stati, per me, la parte meno interessante della serie anche se necessaria per capire al meglio la situazione politica. Fringilla non mi ha particolarmente convinto mentre capisco maggiormente le motivazioni di Francesca, decisa a tutti i costi a dare una terra al suo popolo. Il personaggio che è stato maggiormente una delusione è Cahir, il cavaliere nero dall’elmo alato. Che posso dire? Sinceramente non mi ha convinto, sarà che il Cahir dei libri è abbastanza diverso, che il suo rapporto con Ciri è diverso e che non me lo immaginavo così… scialbo. Forse perché troppo diverso dalla controparte cartacea sta di fatto che non mi ha colpito particolarmente.

Ho apprezzato la crescita di Ciri, il suo desiderio di diventare una witcher per dare un senso alla propria vita, la sua determinazione a diventare più forte per non dover sempre essere protetta da Geralt e il suo desiderio di vendetta. Mi è piaciuto anche vederla scontrarsi con Geralt proprio come una figlia adolescente farebbe col padre; lui deciso a proteggerla o, quanto meno, a impedirle di farsi del male e lei caparbiamente decisa a non ascoltarlo.

La seconda stagione di The Witcher mi è piaciuta più della prima, la storia è più lineare e comprensibile, senza troppi salti avanti e indietro nel tempo, il rapporto tra Geralt e Ciri cambia, viene maggiormente approfondito, e vediamo i due affrontare le prime discussioni. I due attori funzionano benissimo assieme e si vede, Cavill poi è veramente perfetto nel ruolo del witcher. La trama politica si fa più chiara e importante, i villain hanno più spazio e sono meglio tratteggiati e, una puntata dopo l’altra, capiamo che il vero fulcro di tutta la vicenda è lei: Cirilla. Riuscirà Geralt a proteggerla da tutti coloro che vogliono mettere le mani su di lei?

Nella stagione precedente
Stagione 1

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Come accennavo prima il brusco cambiamento di Yennefer non mi è piaciuto per nulla, sarà perché, nei libri, la maga arriva a chiamare la ragazzina, “figlia mia” (giusto per farvi capire quanto è legata a Ciri), ma vederla ingannare Ciri per condurla dalla Madre Immortale, pronta a sacrificarla per riavere la propria magia, mi ha fatto davvero storcere il naso. Perché rendere Yennefer una specie di mostro pronto a sacrificare una ragazzina per i suoi meri interessi personali? Senza contare che, nei romanzi, Yen non perde la magia né deve quindi recuperarla…

Ma quello che mi ha letteralmente lasciata senza parole è il cambiamento di Emhyr, nei libri, egli dà la caccia a Cirilla per sposarla e legittimare così la sua pretesa al trono di Cintra (spero, quindi, che tra loro non ci sia alcuna parentela o, nel caso, che lui non voglia davvero sposarla, sarebbe a dir poco inquietante…), mentre nella serie è suo padre! Questo cambiamento potrebbe rivelarsi davvero interessante. Come ha fatto Duny a sopravvivere? Se lui si è salvato, che ne è stato di Pavetta? Perché mai avrebbe attaccato il regno della moglie? Se rivoleva la figlia non poteva semplicemente parlarne con Calanthe? Un buon finale che lascia con tante domande e una discreta voglia di vedere la terza stagione. Personalmente, sono curiosissima di scoprire le motivazioni di Duny.