The Iron Flower: recensione del secondo volume della The Black Witch Chronicles
Buon pomeriggio cuplovers, oggi vi parlo di uno dei libri che bramavo di più quest’anno: “The Iron Flower” di Laurie Forest, il seguito di “The Black Witch“. Una lettura molto impegnativa (per numero di pagine) e che ho impiegato tanto a finire, ma che ha davvero ripagato le aspettative. “The Iron Flower” è stato una magnifica lettura che si prende il suo tempo per far evolvere la storia e i personaggi. Un ottimo secondo volume che mette in moto tante cose per dare inizio a un’epica battaglia. Da leggere.
Nel piattino abbiamo
The Iron Flower
(The Iron Flower)
di Laurie Forest
Edito da Fanucci Editore (23 agosto 2024)
Pagine 734
€ 16,90 cartaceo – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Elloren Gardner e i suoi amici stavano solo cercando di riparare a qualche torto quando hanno salvato una selkie e liberato un drago militare. Non si sarebbero mai sognati di venire coinvolti in una resistenza clandestina contro l’avanzata Gardneriana. Mentre la Resistenza si oppone alle dure decisioni del Consiglio dei Maghi, i soldati Gardneriani piombano sull’Università… guidati nientemeno che da Lukas Grey, ora comandante della vicina base militare. Sebbene Elloren cerchi di tenerlo a distanza, Lukas è determinato a legarsi a lei, convinto che sia l’erede del potere della Strega Nera, un’eredità che deciderà il futuro di Erthia. Con il richiamo della magia sempre più forte, per Elloren è sempre più difficile credere che sia davvero priva di poteri, come le hanno sempre fatto credere.
Bellissimo, QUASI 5 TAZZINE
The Iron Flower era uno dei libri che aspettavo di più quest’anno e ne sono rimasta davvero entusiasta. Come secondo volume di una saga fa davvero il suo, porta avanti la trama, da qualche indizio su futuri villain che dovrebbero apparire nei prossimi libri, approfondisce meglio i personaggi e porta la protagonista lì dove sapevamo che sarebbe arrivata. Finalmente.
The Iron Flower è un ottimo seguito che, da un lato, segue le vicende di Elloren e dei suoi amici, dall’altro mostra la graduale, ma inesorabile trasformazione del regno di Gardneria in una dittatura. Il concilio dei maghi per tutto il corso del romanzo emana una serie di leggi sempre più discriminatorie nei confronti di tutti i non gardneriani, in un’escalation che mi ha ricordato tantissimo l’avvento al potere del nazismo e, del resto, quella gardneriana descritta dall’autrice è una vera e propria dittatura. I Gardneriani sono fissati con la purezza del loro lignaggio, vietano i matrimoni misti, cominciano a dare la caccia ai fae e daranno l’inizio a un vero e proprio massacro. A cui nessuno sembra in grado di opporsi. Davvero non esistono forze più potenti di Gardneria?
Ben presto anche Verpazia, la città universitaria dove vivono Elloren e i suoi amici, viene annessa a Gardneria ed ecco che, se vogliono sopravvivere, gli amici di Elloren dovranno scappare. Ma come?
Anche in questo secondo volume viene dedicato molto spazio ai rapporti tra i personaggi, non solo a quelli sentimentali. Adoro il legame che si è creato tra Diana ed Elloren, ma anche l’amicizia che lega Elloren e Tierny. Non capita spesso in libri fantasy di questo genere di trovare tanti esempi di amicizia femminile ed è una cosa che adoro. Mi piace che Elloren sia anche molto amica di Jarod, il loro rapporto mi piace tanto e spero davvero che, alla fine, per lui le cose possano aggiustarsi. Avevo sentito che, da molti, questo secondo libro è considerato più romance e sì, lo è, ma, alla fine, trovo che sia sempre l’amicizia il sentimento messo in primo piano dall’autrice ed è una cosa che apprezzo tanto.
Amo Yvan ed Elloren, ho adorato come cresce il sentimento tra loro, come, proprio quando sembra tutto perduto, il loro amore diventi più forte. Certo, molte volte avrei voluto scrollare un po’ Yvan, ma c’è da dire che, quando finalmente si decide ad ammettere i suoi sentimenti, sa farsi perdonare.
I villains in The Iron Flower compaiono poco, ma sanno risultare lo stesso terribilmente odiosi. Ho odiato Vyvian, la zia di Elloren, è una vera e propria carogna (e sono gentile). Le importa solo di se stessa, è spregevole, malvagia, e arriva a fare delle cose che, sinceramente, proprio non mi aspettavo. È un’ottima villain e non vedo l’ora che faccia una brutta fine. Oltre a lei ritroviamo Marcus Vogel, sempre più fanatico ed esaltato, e la crudele Fallon Bane, coloro che tutti credono essere la nuova Strega Nera.
Mentre tutti i suoi amici si apprestano a lasciare Verpazia prima che sia troppo tardi, Elloren dovrà prendere una difficile decisione, andarsene e abbandonare l’unico genitore che abbia mai avuto o rimanere da sola in una città ostile?
The Iron Flower è un libro meraviglioso che narra di un popolo pieno d’odio che non accetta il diverso e che cerca vendetta per antichi torti, un libro che parla di magia e della forza dell’amicizia e di quell’amore capace di superare qualsiasi avversità. Uno dei migliori letti quest’anno.
The Black Witch Chronicles
- The Black Witch. L’erede (The Black Witch)
- The Iron Flower. Il fiore d’acciaio (The Iron Flower)
- The Shadow Wand
- The Demon Tide
- The Dryad Storm
ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE
Devo ammettere che ho trovato un po’ sprecato il personaggio di zio Edwin. Si vede pochissimo e capisco che Elloren non abbia voluto abbandonarlo, ma devo ammettere che mi sono chiesta perchè non abbia cercato con più impegno un modo per farlo fuggire, riescono a far fuggire da Verpazia chiunque (i licantropi, Rafe e Trystan, Tierney etc…) davvero far fuggire un solo uomo, anche se malato, non era possibile? Sinceramente non mi sono affezionata a lui e, visto che muore, mi aspettavo che confessasse ad Elloren di averle mentito circa i suoi poteri. Magari anche spiegando perché l’ha fatto… E invece muore senza dirle nulla, o meglio, per i lettori è molto chiaro cosa sta cercando di dirle, ma non per la povera Elloren.
Mi ero immaginata mille modi in cui Elloren avrebbe potuto scoprire di avere la magia e devo dire che questo non rientrava tra quei mille. Da un lato avviene in modo così banale che un po’ ci sono rimasta male, dall’altro lo trovo originale. Circa la vera identità di Yvan (l’icaral della profezia) un po’ l’avevo intuita e mi è piaciuta tutta la storia del legame, anche perchè non è il solito imprinting… Però mi sono un po’ cadute la braccia quando diventa chiaro che la Resistenza ancora non si fida di Elloren. Cosa deve fare di più questa poverina per fare capire che NON è come sua nonna?