Sword Art Online recensione della seconda stagione dell’anime

fantasie di zucchero sul blog letterario de le tazzine di yoko - rubrica anime e dorama

Buona sera cuplovers oggi, dopo parecchio tempo, ho deciso di recuperare una recensione di anime, prima di lasciar passare troppo tempo tra la visione della serie e la recensione stessa cosa che, purtroppo, con anime e serie tv mi capita davvero spesso! Ne avrei tantissime da recuperare, così oggi ho deciso di parlarvi della seconda stagione di Sword Art Online.
Sword Art Online si riconferma una visione davvero carina, i disegni e, in generale, il character design dei personaggi mi piace molto, le tematiche trattate sono abbastanza interessanti, sfortunatamente, la serie pecca un po’ di ripetitività, ma rimane piacevole se vi piace esplorare nuovi mondi fantastici.

nel piattino abbiamo:

Sword Art Online

DISPONIBILE SU Netflix e Prime Video
EPISODI 25


4 TAZZINE, una bella visione
voto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine tazza giù

La seconda stagione di Sword Art Online si è rivelata davvero carina pur rivelandosi un po’ ripetitiva per quanto riguarda le tematiche di fondo e un po’ frammentaria, la serie è infatti divisa in tre archi narrativi ben distinti non tutti altrettanto ben riusciti e che mancano di una storyline principale forte.

Quando la nostra storia ha inizio in rete sta impazzando un nuovo gioco: Gun Gale Online basato sull’uso delle armi da fuoco, una sorta di… sparatutto dove i giocatori devono sfidarsi in combattimenti con armi da fuoco. Fin qui tutto bene, se non fosse che un brutto giorno fa la sua apparizione un misterioso figuro, tale Death Gun che, con un colpo di pistola sparato all’interno del gioco, apparentemente, è riuscito ad uccidere il giocatore anche nel mondo reale. È questo che spinge Kikuoka a chiedere l’opinione e poi l’aiuto di Kazuto per scoprire l’identità del killer e fermarlo una volta per tutte. Che, in una società in cui la realtà virtuale è così… predominante, non esista una sorta di polizia virtuale, con agenti pronti a infiltrarsi nei mondi virtuali quando si verifichi un’emergenza, soprattutto dopo i fatti di SAO, è un po’ poco plausibile, tuttavia c’è da dire che risulta evidente come, in generale, siano ancora tutti poco preparati ad affrontare eventualità simili. Kazuto si ritrova quindi a dover di nuovo entrare in un gioco virtuale potenzialmente letale al fine di fermare una scia di morte e il tutto all’insaputa di Asuna. Ad accompagnare Kirito in questa nuova avventura ci sarà, infatti, un’altra protagonista, la bella Sinon.
Se c’era una cosa che avevo apprezzato parecchio della prima stagione di SAO era proprio la storia tra Kirito e Asuna e come gli autori non avessero mai messo in dubbio la loro relazione, la comparsa di Sinon mi ha lasciato parecchio perplessa così come l’assenza di Asuna nella prima parte della stagione. Sinon è un personaggio problematico e un po’ incoerente. La ragazza, nel mondo reale, a causa di un gravissimo trauma, ha riportato un grave disturbo post-traumatico da stress che in presenza di armi da fuoco fa sì che venga colta da veri e propri attacchi di panico. Ed è per questo che Sinon/Asada si è iscritta al gioco per cercare di superare questo trauma… perché andare da uno psicologo pareva brutto quindi meglio affidarsi a un videogioco, no? Il problema è che la ragazza sembra quasi aver sviluppato una sorta di seconda personalità, infatti, Asada considera Sinon quasi come un’altra persona… Che sia bipolare? Il dubbio mi è venuto, peccato che la questione non viene mai approfondita a favore dei combattimenti e dell’inevitabile cotta che Sinon si prenderà per Kirito (nonostante quest’ultimo abbia un avatar femminile). Quello che ho apprezzato di più in questo primo arco di episodi è stata la scelta di ricollegarsi a SAO e di mostrarci un lato inedito di Kazuto/Kirito. Se finora il ragazzo sembrava aver superato abbastanza bene i fatti di SAO, una vecchia conoscenza lo costringerà a fare i conti con gli omicidi che ha commesso. Se Kirito vuole davvero fermare Deaht Gun dovrà quindi fare i conti con il proprio passato. Ho apprezzato molto questa parte così come non mi è dispiaciuta la storia di Sinon/Asada, anche se alcuni elementi non mi hanno convinta del tutto e poi, diciamocelo, l’ambientazione di Gun Gun Online, non mi è piaciuta.

Il secondo arco narrativo, per fortuna, ha risollevato le sorti della stagione ed è quello che mi è piaciuto di più. Prima di tutto perché rivedremo Kirito e Asuna assieme e, in secondo luogo, per il cambio di ambientazione che ci riporta nel favoloso mondo di ALO (che adoro), senza contare che torneranno anche tutti gli altri personaggi secondari. La quest che i protagonisti dovranno affrontare è ispirata alla mitologia nordica e sapete che io amo molto la mitologia, cosa che me l’ha fatta apprezzare ancora di più. La terza e ultima parte di questa seconda stagione di Sword Art Online è più triste e matura e vede come protagonista, per la prima volta, Asuna, mentre Kirito ha un ruolo secondario, non approfondisco oltre perché non voglio fare spoiler ma vi posso dire che scopriremo altri possibili utilizzi della tecnologia che permette di visitare i mondi virtuali. Se il primo arco narrativo della stagione non mi ha convinto, gli altri due hanno saputo risollevare le sorti della serie.

Nel complesso trovo che Sword Art Online resti una serie molto godibile sebbene un po’ ripetitiva. Se non cercate una serie particolarmente innovativa, se vi piacciono i videogame e l’idea di esplorare diverse realtà virtuali vi intriga allora vi consiglio di dare una possibilità a questo anime.

NELLA STAGIONE PRECEDENTE
Sword Art Online 1

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Devo dire che non mi aspettavo i toni più seri e cupi della terza parte della stagione. L’idea che la realtà virtuale possa essere utilizzata dai malati terminali per distrarsi dalle proprie condizioni e uscire, anche se solo virtualmente, dagli ospedali, per poter fare cose che nella vita reale sono loro precluse è davvero commovente. Mi è piaciuto molto il legame che si crea tra Asuna e Yuuki e come, di fronte alla forza di spirito e alla perseveranza della ragazzina malata terminale, Asuna trovi finalmente il coraggio di affrontare la madre. Peccato però che, ancora una volta, Asuna e Kirito siano in qualche modo separati, scelta che non ho capito per nulla e che non condivido. Dopo aver assistito, nella prima stagione, alla nascita e al consolidarsi della loro storia d’amore è stato un peccato vederli quasi sempre divisi. Spero che nella prossima stagione li rivedremo assieme.