Recensione a “Verito”, la storia di Veronica e della sua lotta contro l’anoressia

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Buona sera cuplovers!
Oggi vi parlo di “Verito“, la storia di Veronica e della sua lotta contro l’anoressia, una lotta contro se stessa, sempre ottimista e fiduciosa nonostante tutto.

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Verito cover-le tazzine di yokoVerito 

Veronika Dellantonio
Edito da Edizioni del Faro (7 novembre 2014)
Pagine 129
€ 12,00 cartaceo
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TRAMA DELL’EDITORE
Vorrei giocare a “Campana”: ricordate (si era bambini) il tracciato a gesso rosso sull’asfalto? Per me era “il Tempio”. Si parte dalla terra saltellando in caselle numerate in progressione e in fila indiana, talvolta unite. A volte è necessario fare un salto più lungo, è un gioco d’equilibrio. E alla fine si arriva al cielo, che richiede al giocatore di cambiare punto di vista, girarsi verso il percorso svolto e quindi di ripercorrerlo, questa volta senza commettere errori. Ecco: questo è il mio percorso, fatto di luci e ombre, di dolore ma anche di tanto amore e, nonostante il “Nero”, di colore. Un percorso iniziato e che continua, a volte a rilento e altre “a manetta”, verso l’uscita, fuori dalla scatola della malattia. Un invito a riflettere, a cambiare prospettiva. Uno stop a cui fermarsi per sentire col cuore.

RECENSIONE DI STREGA DEL CREPUSCOLO:
Qualcosina di buono c’è… chiamiamola la classica lettura “così così”, da tre tazzine meno qualche cosina
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Questo è il classico romanzo di cui non è facile scrivere una recensione. Più che un romanzo nel senso stretto del termine qui ci troviamo di fronte a una raccolta di pensieri, sensazioni e sentimenti provati sulla sua pelle dall’autrice mentre affrontava la sua malattia.

Dietro ad ogni frase scritta c’è un sentimento di speranza di voglia di stare meglio e di amore per la vita, questo nonostante il rifiuto per il cibo, il dolore e la tristezza. Veronika soffre e già al liceo artistico scopre che incidersi la pelle, ferirsi, la fa sentire meglio.

L’anoressia non arriva all’improvviso, non c’è un’unica causa scatenante è un malessere dell’anima. Mi hanno colpito molte tutte le considerazioni dell’autrice su come gli altri vedono questa malattia su come i parenti s’intromettano nella sua vita. Certo tutti cercano di aiutarla ma nessuno può capirla davvero e, anche se a fin di bene, le intrusioni dei parenti risultano fastidiose. Veronika viene ricoverata due volte, pesa troppo poco e il cuore stesso comincia a non farcela più, la pressione non va bene, il cuore sembra esploderle nel petto. Ma non è il suo fisico quello che vuole proteggere, lei ha bisogno di nutrire la sua anima perchè solo così potrà diventare più forte.

Vorrei un’orto per l’anima.”

Alle altre persone importa solo che il peso aumenti e allora Veronika tarocca la sua macchina. “Queste ragazze sono bugiarde e scaltre”.

Ci sono i medici buoni quelli che fanno più ore dell’orologio, ore non pagate, pur di aiutare e ci sono tante persone che non riescono a vedere oltre all’apparenza. Spesso gli estranei finiscono per colpevolizzare la persona malata. Come se la sua condizione fosse una cosa di cui ci si deve vergognare!

Ci sono le abbuffate, la delusione d’amore e i tagli lunghi e profondi. Veronika sta male e le sembra che non importi a nessuno. Per difendersi erige un muro tra se il resto del mondo, il muro ti protegge ma sei sola e, come spesso succede, allora te la prendi con te stessa. Se gli altri ti feriscono è colpa tua (qualcuno ha tentato di convincere anche me di questo fatto ma non ci ho mai creduto) e allora cominci a odiarti e a punirti.

Bisognava andare più profondo. Non bastava più. Non faceva abbastanza male, non usciva abbastanza sangue.”

Un “accusa” che viene mossa a Veronika è che non gliene freghi niente degli altri, perchè se le importasse, Veronika Dellantonio-le tazzine di yokoallora mangerebbe e non sarebbe malata. Veronika si sente impotente, lei per prima vorrebbe stare meglio: è piena di buoni propositi che finiscono in fumo.
Da alcuni capitoli si capisce che Veronika ha sofferto per amore, tuttavia la sua storia è raccontata in frammenti disordinati e non mi hanno permesso di cogliere appieno l’accaduto. Ogni tanto c’è un capitolo che riporta una data prima 2012, 2013 poi 2010… ecco questo salto tra i vari anni mi ha un po spiazzato.

Non è colpa di qualcuno se una ragazza si ammala, certamente non è sempre solo colpa degli altri, come scrive Veronika, lei ci ha messo del suo. Ma questo disturbo è nato solo perché lei ha un carattere troppo fragile? Come in molte cose, leggendo il romanzo, mi sono fatta l’idea che questo disturbo sia nato a causa di più fattori. Alcuni legati alla fragilità della protagonista ed altri provocati dai compagni di scuola, dal ragazzo che le ha spezzato il cuore… tutte queste cose, messe assieme, hanno creato “Ana”, la malattia, come la chiama Veronika. Una sorta di parassita che vive dentro di lei.

Il romanzo non ha una vera e propria fine in quanto la lotta contro la malattia continua sempre e la fine è solo un nuovo inizio. Il messaggio di speranza che l’autrice vuole trasmettere, l’invito a non arrendersi mi è arrivato forte e chiaro. Le auguro tutto il bene possibile e spero che il suo orto per l’anima sia sempre rigoglioso.

QUALCHE INFO SULL’AUTORE
All’anagrafe Veronica Dellantonio, nata nel 1991, è cresciuta e vissuta in un piccolo paesino sperduto tra le Dolomiti, in mezzo a boschi e a prati in fiore… stile “gnometto” della Loacker.
Amo cucinare, dipingere, scrivere, appiccicare cose senza senso su cartoni rimediati qua e là e sperimentare cose sempre nuove. Amo creare qualcosa di mio e solo mio, liberando l’anima. Mi piace giocare di immagini e spero che capiate, nonostante a volte lo scritto possa risultare enigmatico, il messaggio che voglio far giungere al lettore.”

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8 Comments
  • Giada
    21 Luglio, 2015

    E’ sempre difficile parlare di questa malattia, sempre più attuale… secondo me parlarne è stata una scelta molto coraggiosa e ben ponderata, perché non è affatto facile “mettersi a nudo” e raccontare i propri mostri… l’importante è che non si perda mai la speranza!

    • Veronika
      22 Luglio, 2015

      Ciao Giada. Sì purtroppo è una malattia che colpisce sempre più persone (molte ragazze ma anche i ragazzi sono in aumento) e non esclude nessuna età… alcuni iniziano a soffrirne prima ancora dell’adolescenza. Il mio non è un cammino finito, ma sono ancora sull’onda… ma verso la Vita! Questo è l’importante, come hai detto tu: Mai perdere la speranza e quando si cade rialzarsi sempre e più forti di prima. Un abbraccio. 🙂

  • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
    strega del crepuscolo (Chiari)
    21 Luglio, 2015

    Concordo è una scelta molto coraggiosa.

  • Cesare
    22 Luglio, 2015

    Ho conosciuto Veronika.Posso solo dire che è una ragazza meravigliosa, con tanta voglia e determinazione di continuare su se stessa quell’opera di completo recupero che ha già da qualche tempo iniziato. Sono sicuro che vi riuscirà, perchè lei è dotata di grande costanza e forza di volontà. Lei sa mettersi perciò completamente in gioco, decisa a vincere con ogni sua forza la partita di riscatto da lei intrapresa. E poi quel suo mettere a disposizione degli altri tutte le sue esperienze in materia le fa totalmente onore. Coraggio, Veronika,siamo tutti con te!

  • tazzine e zollette - yoko
    yoko
    22 Luglio, 2015

    Forza Veronika, continua con questa costanza e questo coraggio!

    • Veronika
      22 Luglio, 2015

      ah, poco ma SICURO! 😉

  • Valentina Panzetta
    22 Luglio, 2015

    Un tema molto forte…

    • Veronika
      26 Luglio, 2015

      Sì è un tema abbastanza forte Valentina, purtroppo comunque “ignorato” per certi versi. Viene visto da fuori e chiaramente viene interpretato in un modo talvolta del tutto sbagliato… Spero che possa servire a qualcosa, quanto meno a sensibilizzare un poco di più le persone e cercare di comprendere, provarci almeno.

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