House of Love: recensione al primo libro della American’s Creed in love

Che freddo cucchiaini!! Qui le temperature sono drasticamente cambiate negli ultimi giorni e al momento vi sto scrivendo in versione saccottino -ben avvolta nella mia copertina di fiducia- con l’immancabile tazza di tisana calda.
A Natale sono solita farmi un autoregalo, quest’anno ho acquistato 3 libri autopubblicati da autrici italiane di cui ho da tanto sentito parlare, ma di cui, per un motivo o per altro, non avevo ancora letto niente. Il primo di questi è “House of Love: American’s Creed in love” di Naike Ror, autrice esuberante che regala dialoghi sagaci a due protagonisti che giocano un’ardua lotta che alla fine dei conti vedrà in palio il cuore dell’uno o dell’altro.

nel piattino abbiamo:

House of Love:
American’s Creed in love

Naike Ror
Self Publishing (27 marzo 2020)
pagine 450
€ 14,90 cartaceo – € 2,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Mi chiamo Essie Wilson e quando avevo sedici anni vivevo a Shelbyville, Kentucky.Avevo una grande passione: l’equitazione.Thunder, il mio cavallo, e io eravamo due campioni, vincevamo tutte le gare del circuito.La mia vita era perfetta e io ero felice.Finché non è arrivato lui, Cruz Sanders.Lui ha rubato le attenzioni della mia istruttrice, ha rubato le mie vittorie, ha rubato la mia felicità.Dovevo considerarlo il nemico, invece ho abbassato la guardia e mi sono innamorata di lui.

Una bella lettura, 4 TAZZINE tonde tonde!
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Partiamo da un presupposto: le mie aspettative erano alte, altissime. Sicuramente è stata una bella lettura, ma quella che la precede è una fama non da poco, costellata da recensioni super positive, mentre la mia -come vedrete- è positiva ma con qualche riserva. Il punto è che per quanto la storia mi sia risultata incuriosente e ben studiata, non sono riuscita a provare una sorta di empatia con i due personaggi principali, mentre quelli secondari hanno decisamente catturato il mio interesse.

Essie è… perfetta, bella, caparbia e competitiva. Cruz è un manipolatore, figo e cinico, persegue il suo obiettivo senza curarsi del resto. Due stereotipi di perfezione e tenacia, che però nascondono debolezze e fragilità.
La storia viaggia su diversi piani temporali che sostanzialmente mostrano al lettore oggi, ma anche ieri e l’altro ieri, ovvero come si sono conosciuti i protagonisti e cosa li ha portati alla situazione di ostilità attuale. Essie e Cruz hanno entrambi due personalità da bulldozer, era intuibile che due elementi del genere si sarebbero trovati a ringhiarsi contro, ma qui le radici del loro odio sono più radicate, sono loro stesse la causa delle loro personalità attuali.

Viviamo con loro il primo vero amore giovanile, la delusione, il rancore, i desideri infranti, i tradimenti che li hanno portati a diventare chi sono ora. La verità è che vediamo un po’ di entrambi ed è difficile tifare per uno o per l’altro perché alla fine dei conti hanno una parte di ragione ciascuno, solo che nel mezzo ci sono una serie di incomprensioni collaterali causate da terzi. Assistiamo così a vere e proprie macchinazioni, pugnalate alle spalle, sgambetti, ma dietro tanto odio e sofferenza il sentimento che li ha legati tanti anni prima non è mai morto. È rimasto lì, come brace assopita che non vede l’ora di ardere.

La trama è contorta e intriga per le congetture che inevitabilmente ti porta a fare. Chi ha fatto cosa? Chi ha davvero sbagliato? Si snoda attraverso il campus universitario di Yale e quello di Harward, tra confraternite e un clima più o meno festaiolo che alleggerisce la tensione quando diventa troppa. Una dinamica coinvolgente, condita con una scrittura fluida e dialoghi sagaci.

House of Love è un bel romanzo che come vi accennavo mi sarebbe piaciuto ancora di più se non fosse che sti due protagonisti proprio non li ho compresi, o meglio, non condividevo le loro mosse e scelte. Essie è una liceale che arriva a fare gesti estremi senza davvero valide motivazioni. Mi sono sembrati onestamente fuori di testa in più punti e proprio per questo poco coerenti… dovrebbero essere due persone brillanti, ma mi aspetto che due persone così intelligenti prendano scelte migliori delle loro.
Invece mi sono davvero piaciuti i personaggi secondari come Hanna e Emery, che per altro vedo essere i protagonisti del secondo libro della serie “House of pain”, forse ho proprio sbagliato e dovevo direttamente partire a leggere dal libro dopo.