Recensione di “Amore e Rovina” di Paula McLain

Cari lettori, oggi vorrei parlarvi di un libro che ho amato follemente “Amore e Rovina” scritto da Paula McLain per Neri Pozza Editore.

nel piattino abbiamo:

Amore e Rovina

Paula McLain
Edito da Neri Pozza (6 giugno 2018)
Pagine 414
€ 18,00 cartaceo – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Dicembre 1936, Key West, Stati Uniti. Il bar è una bettola dai soffitti bassi, imbiancata a calce e stucco. Fuori c’è un caldo inaudito, e Martha Gellhorn sorseggia un daiquiri con un mucchio di scaglie di ghiaccio, mentre all’altro capo del bancone un tizio trasandato squadra lei e la sua compagnia. Indossa una maglietta lacera e pantaloncini corti che paiono ripescati da un barile di pesce, ha i capelli scuri che gli ricadono da un lato degli occhiali rotondi. In America e, forse, in buona parte del mondo, molti sarebbero in grado di riconoscerlo a un’attenta osservazione. A Martha, però, basta un solo sguardo per capire che quell’uomo è lo stesso ritratto nella foto che lei porta nella borsetta, l’autore di «Non capita mai niente ai coraggiosi», la citazione di Addio alle armi che campeggia sulla sua scrivania, lo scrittore osannato e celebrato dalla stampa di numerosi paesi: Ernest Hemingway.

DELIZIOSO, 4 TAZZINE E MEZZO!

Ventisettenne, autrice di un romanzo accolto benevolmente dalla critica dopo il fallimento dei precedenti tentativi letterari, collaboratrice saltuaria di diversi periodici, con una burrascosa vita sentimentale alle spalle – segnata da una lunga relazione con Bertrand de Jouvenel, il giornalista francese già amante di Colette. Il sogno, custodito a lungo nel cuore, di raggiungere di nuovo l’Europa, ma questa volta non la Germania o la Francia, ma la Spagna, per unirsi alle Brigate accorse a Madrid a difendere la Repubblica dalle armate fasciste di Franco. Martha Gellhorn non ha ancora trovato la sua via quando incontra il suo eroe nel bar di Key West. Nella primavera del 1937 Ernest Hemingway, spedito a Madrid come reporter di guerra dalla North American Newspaper Alliance, la traccerà per lei. Martha infatti lo raggiungerà come «corrispondente speciale» del Collier’s, un incarico ottenuto giusto per passare i controlli. All’Hotel Gran Vía, a qualche chilometro dai combattimenti tra le truppe repubblicane e quelle di Franco, Hemingway la accoglierà con un rapido abbraccio da orso che la lascerà senza fiato e inaugurerà la loro appassionata e tempestosa storia d’amore. Una storia che nel 1940 culminerà nel matrimonio e, ad un tempo, porrà Martha di fronte a un inaggirabile dilemma: vivere all’ombra di un uomo famoso o rischiare di perderlo pur di non rinunciare alle proprie ambizioni?

Siamo tutti Martha Gellhorn.
Tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo sentiti insufficienti o inadeguati e ci siamo lasciati trascinare anziché afferrare saldamente le redini e guidare. Tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo smarriti per poi ritrovarci.

«Se non altro mi riprenderò il mio nome […]Gellhorn. Era tutto ciò che mi rimaneva, e me lo sarei tenuto stretto.»

“Amore e rovina” è la storia di una donna indomita, corrispondente di guerra del ventesimo secolo, giornalista, scrittrice nonché prima e unica donna a lasciare lo scrittore Ernest Hemingway. Infatti, sebbene venga spesso citata o ricordata per esser stata la terza moglie di Hemingway, in realtà la Gellhorn fece tutto il possibile per fuggire dall’incombente ombra lasciata dalla sua apparizione nella vita dello scrittore e in una famosa intervista affermò: «Sono stata una scrittrice per oltre 40 anni, ero uno scrittrice prima di incontrarlo e sono stata una scrittrice dopo che l’ho lasciato, perché dovrei essere semplicemente una nota a piè di pagina nella sua vita?».

 E’ il 1936 e immersa nell’incertezza dei ventisette anni, Martha trascorre le giornate imitando Lady Brett di Fiesta ed illudendosi di sorprendere la propria felicità fra i fumi e i bicchieri di un bar parigino. Se qualcuno le avesse detto che da lì a poco sarebbe partita per la Spagna come corrispondente del Collier’s per la Guerra civile e che avrebbe così inaugurato la sua brillante carriera di reporter per i maggiori conflitti mondiali, probabilmente avrebbe sorriso ed ordinato un secondo whisky liscio.

«Seguivo la guerra ovunque riuscissi a raggiungerla.»

I conflitti armati non furono gli unici protagonisti della sua vita, infatti, la sua bellezza ammaliò numerosi uomini fra cui Bertrand de Jouvenel , H.G. Wells e non da ultimo Hemingway. Fu proprio grazie a quest’ultimo, in realtà, che Martha scoprì il proprio destino ed è proprio la loro passionale ma tormentata relazione che conosciamo attraverso la penna di Paula McLain.
L’autrice dichiara che quella di cui leggiamo non è la biografia puntuale di un’eroina, bensì la sua versione dei pensieri, i dilemmi e le passioni che possono aver attraversato la mente e il cuore di una donna in cerca della sua libertà. La McLain infatti dopo aver svolto ricerche sia sulla Gellhorn che su Hemingway racconta le sfumature e gli episodi più importanti di quella coppia tormentata mettendo in risalto il lento e doloroso percorso di emancipazione di una donna dalla soggezione al suo eroe.

La scrittura pulita e sincera dell’autrice ci rimanda l’immagine di una donna autentica che pur di non rinunciare ai propri sogni, sceglie di mettere alla prova l’amore. Ho compreso e scusato i suoi momenti di debolezza, ho detestato i compromessi cui è scesa per far felice il «marito-eroe», ho pianto di fronte alle sue sofferenze e avrei voluto urlare contro le ingiustizie che solo una donna può capire.

Credo che “Amore e rovina” sia un libro nato per lasciare il segno e ricordare a tutti noi di essere -come scrive l’autrice- «lampadine da 1500 watt» vitali, potenti e intense. Non conoscevo Martha, ma ora che ho letto di lei non faccio altro che pensare a quella donna che ha scelto di incendiare la propria ambizione anziché soffocarla. E’ giusto vivere all’ombra dell’uomo dei propri sogni o è meglio rischiare di perderlo pur di non rinunciare alle proprie ambizioni?
Martha la sua risposta l’ha trovata sulla spiaggia di Omaha: il 6 giugno del 1944 dove fra i centomila uomini che presero parte allo sbarco in Normandia lei, Martha Gellhorn, fu l’unica donna presente nonché prima corrispondente a giungere sul posto.

«Fu la notte più strana e più lunga della mia vita. In seguito, avrei saputo che su quella spiaggia c’erano centomila uomini e una sola donna, io. Ero stata anche il primo reporter in assoluto ad arrivare sul posto e a riferire la situazione. Ernest era rimasto bloccato al largo insieme a tantissimi altri, ma allora quel record mi pareva meschino e insignificante, soprattutto perché per arrivare fin là avevo perso quasi tutto. In quel momento la mia vita era un disastro, non c’era altro modo di vederla, e mi aspettava altra sofferenza, indipendentemente da quanto pensassi di poterla sopportare. Eppure, nessuno poteva portarmi via ciò che avevo visto, le vesciche sulle mani o il fatto di essere lì, la sensazione che qualcosa aprisse dentro di me un varco sempre più grande via via che la marea ribolliva e il cielo veniva squarciato dal frastuono».

  • “Burned”,  by Juke Ross

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3 Comments
  • Letizia
    13 Luglio, 2020

    Mi piacciono molto questi libri introspettivi e tangibili, che ti fanno assaporare vita e realtà. Grazie per questo consiglio.

    • Olimpia
      13 Luglio, 2020

      É un piacere! Sono sicura ti piacerà
      É un libro davvero potente e, pensandoci bene, è anche la prima e unica biografia che leggo tutta d’un fiato, senza annoiarmi mai e sottolineando quasi ogni pagina (:

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