Recensione a “La bambina che annusava i libri” di Manuela Chiarottino
Buon giorno cuplovers, oggi vi parlo di “La bambina che annusava i libri”, il nuovo romanzo contemporaneo di Manuela Chiarottino.
La magia degli ex-libris, una misteriosa caccia al tesoro architettata da un nonno amante dei libri, una ragazza che non sa se fidarsi del suo cuore e un ragazzo con un sorriso affascinante e tanti guai e vi attendono tra le pagine di questo romanzo.
nel piattino abbiamo: love story / contemporaneo
La bambina che annusava i libri
Manuela Chiarottino
Edito da More Stories (08 luglio 2019)
Pagine 262
€ 10,39 cartaceo – € 2,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Per Stella, cresciuta in una famiglia di antichi stampatori, i libri sono come degli amici. Non solo ama leggerli, ma li conosce profondamente, riuscendo a distinguerli dall’odore e dalla grana delle pagine, capacità fondamentali per lavorare, insieme al padre, nella libreria di famiglia. La vita tranquilla di Stella subisce un brusco cambiamento quando la ragazza riceve in eredità dal nonno un libro molto antico e una strana lettera. In essa si parla di una collezione di volumi preziosi, nascosti in un luogo segreto. Sta a lei risolvere l’enigma del nonno e ritrovarli.In una ricerca convulsa tra i paesi della Toscana, in compagnia di un affascinante e ambiguo restauratore, Stella si addentrerà nei misteri della sua famiglia e del suo cuore, imparando a lasciarsi andare ai sentimenti, pagina dopo pagina.
Una bella lettura, quattro tazzine tonde tonde
La bambina che annusava i libri si è rivelato una bella lettura, un’avventura alla ricerca di una collezione di libri antichi con tanti indizi e una delicata storia d’amore che avrà bisogno di fiducia e sincerità per poter sbocciare.
Stella adora il suo mondo fatto di libri, lavora nella libreria di famiglia intrisa dei ricordi della madre, piena di volumi meravigliosi e di dolci ricordi, a infrangere questa pace ci pensa la morte del nonno: per ottenere la misteriosa eredità che l’uomo le ha lasciato Stella dovrà dare inizio a una caccia al tesoro tra indizi da decifrare e ricordi da riscoprire.
Manuel si trova in grossi guai, ha ereditato il negozio di antiquariato paterno ma non è il lavoro che fa per lui e, visto che solo con il negozio non riuscirebbe a tirare avanti, è finito su una strada pericolosamente in bilico tra legalità e illegalità. In cuor suo sa bene che le riproduzioni perfette che realizza per un certo suo cliente, non vengono usate solo per fare bella mostra di sé nelle case di qualche riccone, ma questo non lo dissuade dal continuare a collaborare con lui anche se è proprio un tipo losco.
Stella e Manuel sono molto diversi l’uno dall’altra eppure sarà proprio la misteriosa eredità lasciata a Stella dall’amato nonno a farli conoscere. L’uomo ha lasciato alla nipote una preziosa collezione di libri ed ha creato per lei un’ingegnosa caccia al tesoro, solo se si dimostrerà degna delle aspettative del nonno, Stella potrà ottenere la collezione. Se Stella è ansiosa di iniziare questo strano gioco e non vede l’ora di recuperare il tesoro, suo padre pensa che sia tutta una perdita di tempo e non fa che “smontare” l’entusiasmo della figlia.
L’autrice delinea molto bene i rapporti famigliari e, se per Stella, il nonno è stato un punto di riferimento, la ragazza non si è mai resa conto di quanto fossero tesi i rapporti tra il nonno e il genero. Suo padre è un uomo che ama i numeri e ha rinunciato a un lavoro che adorava per dedicarsi alla libreria dopo la morte della moglie. Insomma come vi sentireste se, di punto in bianco, doveste abbandonare un lavoro che vi piace per dedicarvi a un mestiere che non sentite vostro e, in più, vostro suocero non facesse che criticarvi?
Manuel può capire bene il padre di Stella: ha sempre avuto un rapporto conflittuale con suo padre, mentre la madre è un’artista che vive in un mondo tutto suo. Ha ereditato il negozio di famiglia e, pur non amando questo lavoro, ha deciso di portarlo avanti, forse per dimostrare qualcosa al padre, per poi rimanere incastrato in un circolo vizioso dal quale non riesce a uscire. Quando Stella si presenta al suo negozio con un libro da valutare tra le mani, Manuel rimane subito colpito dalla sua bellezza e dalla sua storia. Finalmente l’uomo vede la possibilità di fare un bel po’ di soldi e di… ripagare qualche debito ed è per questo che si offre di aiutare Stella nella sua ricerca, ben lieto di risolvere il mistero e avere la possibilità di mettere le mani su un vero tesoro.
L’attrazione tra Manuel e Stella è chiara fin dall’inizio e il lungo viaggio alla ricerca del tesoro del nonno che li porterà a scoprire paesini, chiese, biblioteche, ristoranti sempre alla ricerca della traccia successiva creerà tra di loro un legame fatto non solo di attrazione ma di un sentimento che nessuno dei due sembra pronto ad accettare.
L’idea di usare gli ex-libris come elemento chiave per la ricerca dell’eredità del nonno mi è piaciuta molto. Non è un argomento di cui si parla tanto, io stessa ne sapevo ben poco, e devo dire che l’ho trovato affascinante. Apprezzo sempre quando un romanzo tratta di argomenti originali e poco conosciuti.
Stella riuscirà a seguire tutti gli indizi che il nonno le ha lasciato? La famosa collezione esiste davvero?
Una collezione da ritrovare, una libreria da salvare, un amore che deve trovare la fiducia per sbocciare e tanto amore per i libri vi attendono in “La Bambina che annusava i libri.” La lettura scorre con piacere, i personaggi principali sono ben delineati, così come i complessi legami famigliari dei due protagonisti. Se cercate un buon romanzo, scorrevole, con un pizzico d’avventura, una discreta dose di romanticismo e tanto amore per i libri date una possibilità a La Bambina che annusava i libri.
ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE
Il finale è il classico lieto fine, quello che mi aspettavo fin dall’inizio e non mi ha particolarmente sorpreso. Quello che non mi aspettavo è che il padre di Stella arrivasse a tanto. Devo dire che l’ho trovato il personaggio più complesso del libro, amava moltissimo la moglie e, anche se razionalmente ha poco senso, da quando la donna è morta in un incidente mentre andava a ritirare dei libri, ha incolpato il lavoro alla libreria per la sua morte. Un uomo profondamente infelice che, proprio come Manuel, non se la sentiva di lasciare un lavoro che, ormai, odiava, solo per far felice la figlia.
Si può davvero fare bene un lavoro a cui associamo la perdita dell’amore della nostra vita? Un lavoro per cui, ormai, proviamo solo avversione? La risposta è ovviamente negativa e mi fa piacere che, nel finale, sia Manuel che il padre di Stella abbiano deciso di cambiare vita alla ricerca di una nuova strada e di un lavoro che li renda felici.
La libreria è salva e Stella riesce a fidarsi di nuovo di Manuel aprendogli il suo cuore e partendo con lui per un viaggio che sarà l’inizio di una nuova storia. Un finale romantico e pieno di speranza che ben si addice a questo romanzo dove l’amore per i libri la fa da padrone.