Review tour dedicato a “Hunger Games – Ballata dell’usignolo e del serpente”


Buongiorno cucchiaini 🙂 oggi siamo liete di presentarvi una nuova zolletta che si aggiungerà al nostro gruppo. Chiara -eh si, è omonima della nostra Strega del Crepuscolo- è una serietv addicted, amante di libri fantasy (ma non solo) e avida lettrice di fumetti, non poteva che essere una di noi. Inizia la collaborazione col blog parlandovi di “Hunger Games – Ballata dell’usignolo e del serpente” 😉 un libro a suo dire non perfetto, ma che i fan di Hunger Games, i lettori appassionati della trilogia originale, devono leggere.

nel piattino abbiamo:

Hunger Games – Ballata dell’usignolo e del serpente

(The Ballad of Songbirds and Snakes)
Suzanne Collins
Edito da Mondadori (19 maggio 2020)
Pagine 480
€ 22,00 cartaceo – € 13,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.

La classica lettura che si definisce “carina”

Da amante della storia di Katniss e Peeta, una delle mie serie young adult preferite e sicuramente una di quelle che più ha segnato la mia adolescenza, non posso far altro che consigliarvi questo romanzo. Se avete letto la trilogia di Hunger Games dovete assolutamente leggere anche questo nuovo volume, non ve ne pentirete!
Ammetto che non appena Susan Collins ha annunciato l’uscita di un prequel la mia reazione era un miscuglio di entusiasmo e timore. Pubblicare romanzi prequel o sequel a troppa distanza dalla pubblicazione dell’opera originale è da sempre considerata un’operazione rischiosa. I lettori affezionati all’autore con molta probabilità acquisteranno anche il nuovo volume ed accoglieranno il progetto come un’operazione nostalgica, ma non per tutti sarà è cosi. Diversi vecchi lettori potrebbero essere scettici ed ostili all’affacciarsi ad un nuovo romanzo, inoltre molte saghe sono figlie del loro tempo e perciò a distanza di anni potrebbero non sembrare più attuali ed interessanti.
Nell’insieme di ansie ed aspettative il 19 maggio mi sono subito catapultata tra le pagine di “Hunger Games – Ballata dell’usignolo e del serpente” e non sono rimasta delusa. Certo non è un libro perfetto, forse troppo lungo ed in certi punti ripetitivo, ma è certamente un romanzo interessante.

Per la prima volta gli Hunger Games vengono raccontati con gli occhi di chi non è tributo, i giochi vengono visti sotto una luce diversa e interessante. La storia narra le vicende di un giovane Coriolanus Snow, si proprio lui, il presidente subdolo e malvagio di Panem che abbiamo conosciuto nella storica trilogia. Scegliere come protagonista di una storia prequel un villain è una decisione che attualmente è molto in voga, soprattutto nelle pellicole cinematografiche, ma è terribilmente pericolosa. Il rischio è quello di far empatizzare troppo il lettore col personaggio, fino a fargli giustificare quanto farà in futuro. Una simile prospettiva è il mio timore più grande quando leggo romanzi sui villains delle grandi saghe (badate bene, sui cattivi, non sui personaggi grigi), timore che fortunatamente non si è concretizzato in questo libro.

Il romanzo è diviso in tre parti ben distinte che contraddistinguono rispettivamente tre momenti molto diversi della storia, una scelta che ho trovato perfetta. La prima parte racconta le vicende che si svolgono da poco prima della mietitura di Lucy Gray fino a prima dell’inizio dei giochi, con la seconda il focus si concentra sull’arena (non un’arena tecnologica come quella dei giochi di Katniss, si tratta infatti del quasi distrutto anfiteatro cittadino), mentre l’ultima parte si svolge dopo la conclusione dei giochi.

Il giovane Snow ha solo 18 anni ed è uno studente dell’Accademia, scuola d’élite per gli studenti di Capitol City. Vive nella sua storica casa di famiglia con la cugina Tigris e la “signornonna”. Il padre di Coriolanus è morto nella guerra scatenata dalla ribellione dei distretti e terminata appena 10 anni prima dell’inizio del romanzo, la madre invece è morta di parto assieme alla figlia che portava in grembo.
Gli Snow sono quelli che più di tutti, tra i nobili di Capitol City, hanno subito le conseguenze disastrose della guerra. Hanno perso tutto il loro patrimonio essendo stato investito nell’oramai distrutto distretto 13. La situazione di estrema povertà degli Snow è un segreto che deve essere nascosto dalle apparenze, nessuno deve saperlo o la loro reputazione sarà infangata.
Siamo all’apertura della decima edizione degli Hunger Games, i giochi, istituiti per punire i distretti e mantenere la supremazia di Capitol, nei quali un ragazzo ed una ragazza per ogni distretto si affrontano all’interno dell’arena finché soltanto uno resta in vita, il vincitore.
Per questa edizione degli Hunger Games viene introdotta la figura dei mentori, scelti tra gli studenti più brillanti dell’Accademia, tra quali compare Snow. Tra gli altri mentori compare Seianus Plinth, figlio del magnate delle armi del distretto 2 che dopo la guerra è riuscito a comprare per se e la propria famiglia la cittadinanza di Capitol City. Coriolanus e Seianus rappresentano due poli opposti. I due ragazzi, amici o conoscenti, per tutta la durata della storia si influenzeranno a vicenda, vivranno emozioni contrastanti ed episodi importanti che li segneranno per sempre.

A Coriolanus viene affidata la ragazza del distretto 12. Quando tutto sembra mettersi male per Coriolanus, Lucy Gray si mostra da subito interessante. La ragazza ha una voce soave, un abito dai colori variopinti e un carattere molto particolare, idoneo secondo Snow ad attrarre l’attenzione degli spettatori, raccogliendo così, tramite le scommesse, il denaro necessario per farle recapitare il cibo nell’arena.
I tributi vengo trattati come bestie, discriminati rispetto agli abitanti di Capitol, non gli viene fornito cibo prima dell’ingresso nell’arena, non indossano un uniforme per i giochi ma i loro abiti della mietitura e sono detenuti nello zoo cittadino in cui convivono con i topi della capitale. Tutto molto diverso rispetto al lusso ed allo sfarzo dei 74esimi Hunger Games.

Snow e Lucy Gray si innamorano prima di entrare nell’arena. Non amo le c.d. “instalove”, ma questa love story non la definirei tale. Coriolanus si lascia affascinare dai tratti caratteriali particolari e frizzanti di Lucy Gray, dalla sua voce e dal suo aspetto lindo e candido. Lucy Gray invece si fida di Snow, la fiducia per lei è più importante di qualsiasi altra cosa, anche dell’amore. Non ho amato particolarmente la ragazza, anzi non mi è proprio piaciuta come personaggio, troppo ambigua e indefinibile. La storia d’amore tra i due personaggi era inevitabile per reggere la trama del romanzo, per questo approvo la scelta di inserirla e non la trovo costruita male.

Nella seconda e terza parte del romanzo troviamo uno Snow cambiato rispetto a quelle precedenti, si è adeguato alle conseguenze generate da quanto accaduto ed ha cercato di risollevarsi dalla situazione nella quale era precipitato. Il finale non è privo di colpi di scena, ma che ci si poteva attendere conoscendo già il futuro del protagonista.
La Collins non ha reso Snow un eroe incompreso, ma ci ha solo permesso di apprendere meglio la sua psicologia e le origini di determinati simboli. Snow resta un personaggio subdolo disposto a tutto per raggiungere i propri scopi, infatti “Gli Snow si posano in cima”, sempre e non importa come.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Snow è stato danneggiato sia dal punto di vista economico che familiare dalla guerra, è fedele a Capitol, ritiene necessari gli Hunger Games per mantenere la pace (in particolare il tutto ruota attorno alle tre C: evitare il CAOS, mantener il CONTROLLO e i giochi rappresentano il frutto del CONTRATTO sociale) ed è ambizioso, desidera acquisire un ruolo di notevole importanza tra le alte sfere di Capitol City. Il figlio dei Plinth è stato, invece, avvantaggiato da un punto di vista sociale dalla guerra, ora è un cittadino della capitale, non più del 2, frequenta una scuola prestigiosa, gli è stato assegnato un tributo del distretto 2 con alte probabilità di vincita, ma nonostante tutto questo sente di appartenere alla gente dei distretti, disprezza ciò che Capitol rappresenta e gli Hunger Games, è sfacciato e non ha paura di finire nei guai.

Non mi aspettavo che Lucy Gray vincesse l’edizione dei giochi (mi ha davvero sorpreso) con l’aiuto disperato di Snow che mette in pericolo se stesso pur di salvare la ragazza inserendo il fazzoletto con l’odore della fanciulla nella teca dei serpenti ibridi che saranno portati nell’arena per movimentare i giochi. Snow paga a caro prezzo l’aiuto fornito alla “sua ragazza”, infatti, nonostante abbia vinto i giochi non riceverà la borsa di studio per l’università, ma sarà costretto ad arruolarsi tra i Pacificatori per evitare una pubblica umiliazione.
Scelta come destinazione il distretto 12, probabilmente con la speranza di ritrovare la ragazza, Snow si mostra subito un abile soldato finché non viene raggiunto dal “suo amico” Seianus, costretto anche lui ad arruolarsi a causa del suo ingresso nell’arena per rimuovere il cadavere devastato del proprio tributo. Seianus non ha intenzione di restare a Panem e, assieme ad altri ribelli, vorrebbe fuggire andando verso il nord. Confessa il tutto al già sospettoso Snow che registra la conversazione mediante una ghiandaia chiacchierona, molto diffuse nel distretto a seguito degli esperimenti condotti sulle stesse durante la guerra, che sarebbe stata, il giorno seguente, recapitata, assieme alle altre catturate, al laboratorio della dottoressa Gaul, capo stratega degli Hunger Games, donna spietata e forte sostenitrice di Snow.
Seianus viene brutalmente giustiziato, ma Snow, diversamente, viene premiato per la fedeltà verso Capitol. Coriolanus rinuncia perciò alla vita lontana dal distretto 12 con l’ “amata” Lucy Gray, che avendo scoperto del suo coinvolgimento nell’omicidio di Seianus e temendo di essere attaccata da Snow si difende a colpi di serpente, e viene inviato nel distretto 2 per frequentare la scuola da ufficiale, questo secondo quanto gli era stato comunicato. In realtà Snow viene scaricato a Capitol City e condotto fino alla Cittadella dove la dottoressa Gaul si congratula con lui per la sua estate da pacificatore, che tanto gli è servita per comprende quanto sia importante sostenere Capitol e mantenere la pace, e gli comunica che è pronto per l’università e la vita politica tra i piani alti della classe dirigente di Capitol City. Snow farà parte del team degli strateghi per i nuovi giochi (non ci saranno più gli studenti come mentori ma verranno mantenute le scommesse e saranno migliorate le condizioni dei tributi sia durante la permanenza a Capitol che al temine dei giochi per il vincitore mediante l’assegnazione di una nuova casa nel “villaggio dei vincitori” ed un premio annuale), decide di non sposarsi per amore, che reputa solo una debolezza che stava per ucciderlo o condannarlo ad una vita al di sotto delle sue aspettative, ed infine riesce a risolvere i problemi economici grazie all’aiuto dei suoi “nuovi genitori” Plinth.

PICCOLE CURIOSITÀ: il romanzo è ricco di simboli che strizzano l’occhio ai lettori della trilogia degli Hunger Games. La rosa bianca di Snow è sia il simbolo della sua casata che un oggetto tanto amato e curato dalla sua signornonna. Katniss è un nome citato più volte nel romanzo da Lucy Gray essendo il nome da lei disegnato per un erba che cresce nel distretto 12. La canzone cantata da Katniss nel terzo libro della trilogia è qui riproposta come canzone scritta e cantata da Lucy Gray. Sono piccoli dettagli che ad un occhio inesperto non significheranno nulla, ma per gli amanti della saga sono un ottima chicca, per questo consiglio la lettura ad un pubblico già fruitore degli Hunger Games.

In conclusione approvo il romanzo, è un storia non innovativa, essendo una variante di una vicenda già raccontata, ma non inutile, anzi in un quadro d’insieme è un ottimo ornamento della trilogia originale che, con questo prequel, non viene in alcun modo contraddetta o rovinata (e questo era un aspetto fondamentale). Mi è piaciuto lo stile di scrittura della Collins, scorrevole e descrittivo al punto giusto. Forse uno dei difetti che rende imperfetta l’opera (ma non è detto che lo sia per tutti ed è comunque soggettivo) è dato dal fatto che non riesce a farti affezionare ai protagonisti. Io non ho amato ne sostenuto uno in particolare.

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6 Comments
  • LadyCooman
    4 Giugno, 2020

    Letto e apprezzato. Anche a me Lucy non è piaciuta molto, forse anche perché non possiamo leggere il suo punto di vista. Mi sono piaciute le scelte non banali che la scrittrice ha deciso di prendere.
    Neanche io mi aspettavo una vincita del distretto 12 per quello che sapevamo dai libri dopo, ma alla fine le due cose si sono riuscite ad incastrare abbastanza bene.
    Non mi dispiacerebbe un’altro libro 😉

    • recensione di Chiara sul blog Le Tazzine di Yoko
      Chiara Giovannini
      12 Giugno, 2020

      Da quello che leggo sull’Internet siamo in tanti a non aver apprezzato (o forse sotto un altro punto di vista) capito Lucy e proprio come dici tu, magari manca il suo focus sulla storia. Io quoto altri libri della saga. Mi piacere tanto un libro su Haymitch ed un altro su Finnick, magari autoconclusivi, Una sorta di spin-off della saga principale.

  • Stefy_soleluna
    5 Giugno, 2020

    Ho/avevo le tue stesse paure verso questo libro ma dopo aver letto il tuo parere le ho un po’ di meno, la voglia di leggerlo è stata cercherò di non farmi fermare dai “brutti pensieri”!

    • recensione di Chiara sul blog Le Tazzine di Yoko
      Chiara Giovannini
      12 Giugno, 2020

      Se sei una fan della saga originaria ti consiglio assolutamente di leggerlo. L’autrice ha migliorato lo stile di scrittura ed è riuscita a non ripetere gli stessi espedienti narrativi della trilogia classica.

  • dv
    8 Giugno, 2020

    Io invece mi aspettavo che vincesse Lucy: nel primo libro, se non ricordo male, si parlava di “due vincitori del 12”, uno dei quali in vita.
    SPOILER: sono l’unica che pensa che la nostra Katniss possa essere bis -nipote di Lucy e di Corio? (ho una teoria anche su Mauve, ma sono più propensa alla diretta discendenza)

    • recensione di Chiara sul blog Le Tazzine di Yoko
      Chiara Giovannini
      12 Giugno, 2020

      Che teoria interessante! Boh non ci avevo mai pensato ma non credo, credo nemmeno la Collins, altrimenti avrebbe lasciato degli indizi in questo romanzo. Spero tanto che continui la saga con qualche spin-off, magari ci svelerà qualcos’altro.

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