Recensione a “Laputa – Il castello nel cielo”

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Buona sera cuplovers, oggi vi parlo del film d’animazione “Laputa – il castello nel cielo“, primo film prodotto dal celebre Studio Ghibli e che ho avuto modo di vedere grazie alla sua comparsa su Netflix. Laputa – il castello nel cielo è un film delicato, una visione piacevole, ma che non mi ha incantato come altri film del celebre studio.

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Il castello nel cielo

REGIA DI Hayao Miyazaki
DISPONIBILE SU Netflix
DURATA 124 minuti


Quattro tazzine… meno qualche piccolissima cosina
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Laputa- il castello nel cielo è un’avventura che ricorda parecchio le vicende di Nadia e il mistero della pietra azzurra, tanto da farmi pensare che quest’ultimo possa averne subito le influenze. La storia inizia con la giovane Sheeta prigioniera su un’aeronave. La nave volante viene attaccata da un gruppo di variopinti pirati che le danno l’occasione per fuggire dai suoi carcerieri. La ragazza, nel tentativo di fuga, precipita nel vuoto ma, invece di sfracellarsi, grazie alla misteriosa pietra che porta al collo, comincia a fluttuare verso il suolo. Il giovane Pazu, un operaio di miniera che stava completando il suo turno di lavoro, la vede cadere e riesce ad afferrarla prima che la ragazza tocchi il suolo. Ed è così che il destino di Pazu si legherà a quello di Sheeta. Entrambi soli al mondo, i due ragazzi legheranno abbastanza in fretta ed altrettanto rapidamente si troveranno nei guai.
Pazu e Sheeta scopriranno ben presto che la pietra che la ragazza porta al collo è legata alla mitica Laputa, un’isola leggendaria che galleggia nel cielo (ispirata alla Laputa che troviamo in I viaggi di Gulliver). I due ragazzini si ritroveranno alle calcagna due gruppi di loschi individui decisi a mettere le mani sul misterioso ciondolo e a raggiungere l’isola leggendaria per saccheggiarne il tesoro. Ha così inizio una rocambolesca fuga che ci farà scoprire la città mineraria dove vive Pazu, le gallerie che ne attraversano il sottosuolo con le loro piccole meraviglie fatte di luci e i suoi fantastici abitanti tutti pronti a schierarsi al fianco di Pazu.
Riusciranno Pazu e Sheeta a sfuggire ai loro nemici e raggiungere Laputa? Cosa troveranno ad attenderli sulla mitica isola?

Pazu è un ragazzino schietto e sincero, tanto da decidere, senza pensarci due volte, di aiutare la strana ragazza che gli è letteralmente caduta tra le braccia, Sheeta, dal canto suo, è pronta a tutto per proteggere l’amico ed è decisa a scoprire la verità sul ciondolo che porta al collo. I due protagonisti sono due ragazzini coraggiosi e intraprendenti per cui è impossibile non fare il tifo. Il villain della storia e gli altri divertenti personaggi secondari sono poco più che abbozzati, ma svolgono comunque abbastanza bene il loro ruolo.

In questo film troviamo alcuni dei temi più cari allo Studio Ghibli, quali l’amore per la natura e un certo timore reverenziale per la sua potenza. Laputa- il castello nel cielo ci regala una bella avventura, tra strane macchine volanti e custodi di regni leggendari. Il film si guarda con piacere arrivando alla sua fine senza particolari colpi di scena ma con gli occhi pieni di meraviglia e il cuore leggero. I disegni dalle tinte pastello sono delicati e poetici: perfetti per dare a vita all’isola di Laputa.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Sheeta e Pazu sono due personaggi pronti a tutto per difendere il bene comune contrapposti agli antagonisti che, invece, perseguono solo i loro interessi. Ed è proprio per impedire al malvagio Muska di mettere le mani sulle terribili armi della città nel cielo che Sheeta sceglierà di distruggerla. Una decisione coraggiosa che metterà fine alle mire di uomini senza scrupoli e che le permetterà di tornare sulla terra con Pazu.

Laputa- il castello nel cielo si è rivelato un buon film d’animazione, la storia non è particolarmente complessa e non ci sono colpi di scena eclatanti. I disegni delicati e dai toni pastello dello studio Ghibli sono sempre un piacere per gli occhi, Pazu e Sheeta sono due protagonisti adorabili peccato però che i personaggi secondari siano davvero un po’ poco approfonditi.