L’ultimo omicidio alla fine del mondo: inaspettatamente travolgente

Buonsera cucchiaini 🙂 oggi vi parlo di un libro uscito da un paio di mesi che mai pensavo mi sarei ritrovata a leggere… e cosa mi sarei persa!
Quando al bookclub della Feltrinelli di Genova hanno proposto di leggere “L’ultimo omicidio alla fine del mondo” non vi nascondo che ho storto il naso. Non mi ispirava, pensavo davvero di leggerlo con grande sforzo, invece contro ogni pronostico mi è piaciuto davvero tanto.

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L’ultimo omicidio alla fine del mondo

(Limitless)
di Stuart Turton
Edito da Neri Pozza (22 ottobre 2024)
Pagine 416
€ 16,90 cartaceo flessibile – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE

Fuori dall’isola non c’è nulla: il mondo è stato distrutto da una fitta nebbia che ha invaso il pianeta, devastando ogni cosa e annientando ogni forma di vita. Sull’isola, invece, ogni cosa è idilliaca: la natura è rigogliosa, l’aria pulita e centoventidue persone vivono in perfetta armonia, sorvegliati da Niema, suo figlio Hephaestus e Thea, tre scienziati che sono stati in grado di proteggere quel luogo paradisiaco dalle insidie esterne. Gli abitanti del villaggio hanno poche pretese, si accontentano di pescare, coltivare i campi e godere dei frutti della terra e se hanno un dubbio possono appellarsi ad Abi, un’entità che ognuno di loro sente nella propria mente. L’importante è che rispettino sempre il coprifuoco e le regole imposte dagli scienziati. Fino al giorno in cui, con orrore degli isolani, Niema, la scienziata più anziana, viene trovata brutalmente uccisa. Oltre ad aver lasciato l’intera isola sotto shock, l’omicidio ha innescato un abbassamento del sistema di sicurezza intorno all’isola, l’unica cosa che teneva a bada la nebbia. Se il caso non verrà risolto entro 107 ore, la nebbia soffocherà l’isola e tutti i suoi abitanti. Ad aggravare la situazione c’è che il guasto nel sistema ha anche cancellato la memoria di tutti gli abitanti: nessuno ricorda più ciò che è accaduto la notte precedente, il che significa che qualcuno sull’isola è un assassino e non sa di esserlo. Nel frattempo, il tempo stringe.

4 TAZZINE E MEZZO, delizioso
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In molti definiscono “L’ultimo omicidio alla fine del mondo” come un distopico, ma onestamente per me è un romanzo di fantascienza fatto e finito, probabilmente definirei distopico un possibile seguito, ma questa è un’altra storia. Turton dipinge un mondo post-apocalittico davvero vivido, un’umanità ridotta all’osso, una Terra ormai irriconoscibile e un’atmosfera che trasuda tensione. Al centro di tutto una piccola isola, baluardo dell’umanità, e qualcosa che scuote la comunità: un omicidio che sembra impossibile.

L’improbabile protagonista, Emory, si ritrova nelle vesti di detective disilluso ma straordinariamente umano, è l’eroina imperfetta che non smette mai di credere che ci siano risposte per tutto. La sua indagine è un viaggio non solo verso la verità, ma anche dentro se stessa, un percorso che la spinge a mettere in discussione tutto ciò che crede di sapere sul mondo e sull’umanità.

Un bilanciato mix tra fantascienza e thriller, dove l’intreccio risulta essere davvero ben studiato. Per i lettori forse un po’ più avezzi alla fantascienza il finale è prevedibile, ma il bello del libro è la curiosità che ti infonde del scoprire come si sarebbe arrivati a quella conclusione, mettendo anche più volte in dubbio l’idea iniziale.

Pur essendo un libro di 400 pagine le descrizioni non appesantiscono la lettura -cosa in cui sarebbe stato facile cadere- e il colpevole si riscoprirà una mente tanto geniale quanto inquietante. Ho apprezzato la ricerca dei particolari e le idee originaliche mi hanno coinvolta fino all’ultima pagina.

“L’ultimo omicidio alla fine del mondo” è una lettura intricata che affronta anche domande più complesse come: cosa ci rende umani? Che valore ha la giustizia in un mondo sull’orlo della fine? E soprattutto, quanto siamo disposti a lottare per la verità, anche se sappiamo che tutto è perduto?

Davvero un bel libro che ha saputo coinvolgermi ed emozionarmi. Non il classico romanzo di fantascienza e non il classico thriller, ma un ottimo mix di entrambi. Davvero consigliato da chi, per altro, non voleva neanche iniziarlo! Le rare volte in cui è bello essere smentiti.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

 

Ammetto di aver capito già dalle informazioni del secodo o terzo capitolo chi avesse ucciso Neima, ma come dicevo le ho messe in dubbio un paio di volte e ho apprezzato molto il contorno che si è andato via via scoprendo. Turton ha cercato fino all’ultimo di sviare il lettore, di infondere dubbi, aimè peccando anche in qualche punticino: a un certo punto Bia dice che la popolazione dell’isola è fatta esattamente come lei, come quei cavi in fondo al buncher sotterraneo, ma in diversi punti si specifica che bruciano i morti… mm, dai resti non si sarebbe quindi visto? Secondariamente si dice che la nebbia uccide gli esseri viventi (non si parla di piante e onestamente lo avevo escluso se no avrebbero avuto seri rischi per mancanza di ossigeno), sono citati infatti più volte i pesci morti, ma quindi quando la nebbia “passa” effettivamente non li avrebbe dovuti lasciare senza animali in tutta l’isola? Tranne forse gli strani cervi che c’erno sotto???
Piccole incongruenze che mi avevano quasi sviato, ma alla fine ho avuto ragione.