Intervista a Valérie Tong Cuong

    Oggi per la nostra rubrica “una bevuta in compagnia” abbiamo il piacere di ospitare Valérie Tong Cuong. Potete leggere la mia recensione al suo romanzo Perdonabile, imperdonabile QUI.
    Perdonabile, imperdonabile -le tazzine di yoko
    Intervista ad Valérie Tong Cuong
    A CURA DI STREGA DEL CREPUSCOLO (Chiari)

  • Perdonabile, imperdonabile è un romanzo il cui fulcro è la famiglia. Una famiglia che cela segreti, che rischia di sgretolarsi quando essi vengono alla luce. Sembra quindi che tenere un segreto importante porti solo problemi. Ci sono cose, invece, che è bene che non vengano mai dette?
  • Penso che i segreti di famiglia siano assolutamente da rivelare perché altrimenti, pensando di proteggere gli altri, finisce che questi segreti si amplificano nell’inconscio della famiglia stessa e si trasmettono alle generazioni future. Le conseguenze possono essere importanti perché tutto ciò può spingere a scelte, comportamenti e posizioni tossici per tutta la famiglia. Un segreto non rivelato è comunque percepito, può dare origine a fantasmi e a volte lo si immagina peggiore di quanto sia. Bisogna tuttavia fare attenzione a scegliere il momento giusto per rivelarlo perché deve essere pronto non solo chi lo svela, ma anche chi lo deve ascoltare. Dunque va maneggiato con cautela.

  • Com’è nato Perdonabile, imperdonabile? Quale idea, che sentimenti l’hanno portata alla stesura di questo romanzo? Come crea le sue storie? Parte da uno schema o scrive di getto? Ha già tutta la storia in mente, oppure essa prende vita man mano che procede con la scrittura?
  • In questo caso il punto di partenza è stato il tema del perdono che sentivo l’esigenza di esplorare. Ho immaginato i protagonisti, i personaggi che fanno parte della famiglia, molto rapidamente e ho costruito subito la struttura generale della famiglia e dei percorsi di vita di ogni singolo personaggio. E poi sono partita con la scrittura. Per la stesura di altri romanzi non è stato necessario riflettere sulla struttura di base. Qui invece, proprio per la coralità del romanzo e per il fatto che tutto si svolge all’interno di una famiglia che ha maturato molti problemi, è stato necessario tutto un lavoro preventivo per dare coerenza alla narrazione.

  • Protagoniste del romanzo sono tre donne molto diverse: Jeanne, Marguerite e Céleste. Mi parla di loro?
  • [custom_frame_left]una bevuta in compagnia sul blog letterario de le tazzine di yoko - interviste[/custom_frame_left]Si tratta di tre donne molto diverse tra loro accomunate dall’amore che nutrono nei confronti di Milo, anche se questo amore ha tratti diversi perché diverse sono le traiettorie che queste donne seguono: Céleste ama con tenerezza, l’amore che prova è legato al dramma vissuto con la perdita del primo figlio. Milo per lei rappresenta la riconciliazione con la vita, il futuro, la felicità. Jeanne ha forse per la prima volta una relazione equilibrata con un bambino dopo aver amato Céleste in modo esagerato e Marguerite per niente. Marguerite ama infine Milo di un amore fanciullo, in maniera incondizionata. Questo amore è legato al patto che si traduce nel gioco che dà il titolo al romanzo e tra loro sarà tutto perdonabile perché il loro amore è al di sopra del resto.

  • Jeanne ha un rapporto molto particolare con le figlie. Quello con Céleste è adorante, quasi troppo stretto mentre tratta Marguerite con freddezza incolpandola, costantemente, di tutto. Come mai questa disparità tra le due figlie?
  • Jeanne non ama le due figlie in egual misura o meglio, ne ama una e non ama affatto l’altra. Ma non è per sua scelta e a tratti ne soffre perché capisce che in questo modo infrange un tabù, una forma di logica. Fortunatamente ciò accade solo in alcuni casi. Secondo me sono moltissimi i genitori che amano ugualmente i propri figli, ma l’amore materno non è automatico e quando nasce un bambino provoca uno scisma nella vita della madre, in questo caso in Jeanne, o risveglia dei dolori profondi e personali, cosa che accade nella vita. E allora è praticamente impossibile che la madre ami il proprio figlio. In questo caso la madre si mostra responsabile, ma non prova affetto. A me interessava osservare questo nodo, sia nel romanzo, sia all’interno della famiglia, perché era ciò che mi permetteva di osservare come la famiglia si struttura e destruttura proprio in funzione di questa disparità d’amore nei confronti dei figli. Mi interessava inoltre osservare non solo la posizione del figlio non amato, tema frequente in letteratura, ma anche quello del figlio preferito, tema più raro, perché anche essere i preferiti non è facile.

  • C’è un punto, un momento, oltre il quale è impossibile recuperare un rapporto? “I grandi dolori uniscono sicuramente più delle gioie”. Eppure la morte del primo figlio ha quasi rischiato di far allontanare Céleste e Lino definitivamente, entrambi hanno cercato di superare il dolore in modo diverso, il loro matrimonio riuscirà a resistere?
  • Credo che la risposta stia al lettore. Ognuno può decidere per se stesso e per i personaggi del mio libro.

  • Questo romanzo parla di sentimenti e le diverse parti in cui è suddiviso richiamano ad essi. Come mai questa scelta?
  • perdono-le tazzine di yokoLe diverse parti rappresentano le tappe che inevitabilmente ci accompagnano nel cammino verso il perdono. Nel romanzo i protagonisti vengono feriti molto profondamente e provano, così come accade nella vita, un immediato sentimento di collera, poi si passa all’odio quando si identifica il colpevole. Tale odio si autoalimenta e da qui nasce il desiderio di vendetta. Chiunque può constatare che questo desiderio non fa che amplificare il dolore e peggiorare la situazione. Quando riesci a vedere tutto ciò e a misurare come questo sentimento rappresenti una prigione fatta di sentimenti negativi che ti divorano e impediscono di vivere pienamente, allora capisci quanto il perdono possa essere salutare.

  • Come mai ha scelto l’incidente di Milo come fulcro scatenate delle vicende?
  • Perché era necessario che ci fosse un elemento che colpisse l’intera famiglia con un forte shock, un elemento che creasse angoscia nei protagonisti facendo cadere le maschere e permettendo loro di liberare ciò che custodivano dentro di sé da anni.

  • Se dovesse scegliere una frase che rappresenti l’anima del suo romanzo quale sarebbe?
  • “Milo è caduto per aiutarci a crescere”, la frase pronunciata da Céleste, la madre di Milo.

  • Sta già lavorando a un nuovo romanzo?
  • libro e tazza 2-le tazzine di yokoNon ho ancora iniziato. Questo romanzo è appena uscito anche in Francia e ho bisogno di un periodo per salutare questi personaggi prima di fare posto ai nuovi.

  • In quanto autrice cosa ne pensa del futuro del libro cartaceo? L’ebook è destinato a prendere il sopravvento?
  • Dal punto di vista oggettivo il libro ha davanti a sé ancora dei begli anni perché è un piacere tenere in mano questo oggetto fatto di carta e di inchiostro. Tuttavia l’ebook ha il vantaggio di essere immagazzinato facilmente. Ritengo che sarebbe bello poter trovare il sistema di dare gratuitamente al lettore l’ebook del libro cartaceo che ha acquistato. Certo, l’ebook continua a sollevare quesiti per i quali non abbiamo ancora le risposte. Soprattutto a proposito del tema pirateria dato che, non dimentichiamolo, per gli scrittori è già difficile così guadagnarsi da vivere con i diritti d’autore dei propri libri.

    La ringrazio per la sua disponibilità.

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3 Comments
  • nunzia viceconte
    23 Maggio, 2015

    Intervista interessante, è stata in grado di chiarire alcuni punti che mi avevano lasciata un po’ “perplessa” nel leggere soltanto la trama. Spero di aver presto la possibilità di leggerlo 😉

  • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
    strega del crepuscolo (Chiari)
    23 Maggio, 2015

    Ringrazio Valèrie e sopratutto, Salani che mi ha dato questa possibilità.

  • Arianna Gallo
    25 Maggio, 2015

    Siii questo libro m’interessa moltooo

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