Intervista a Lucrezia Scali
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- Parlami di te, quali sono le tue passioni? Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
- Come hai avuto l’idea che ha portato alla stesura del tuo romanzo?
- Inizialmente avevi autopubblicato su amazon e poi sei stata scoperta da Newton Compton, ti va di raccontarmi come è andata?
- Parlami dei tre personaggi principali della storia: Mia, Diego e Alberto e del rapporto che c’è tra loro.
- Uno degli elementi principali del libro è la storia della famiglia di Mia e il rapporto, non proprio idilliaco, con i genitori e la sorella: ti va di accennarmi qualcosa? Ti sei ispirata alla vita di qualche tuo amico o conoscente?
- Mia si dedica con passione al suo lavoro, soprattutto a un progetto di pet therapy in collaborazione con l’ospedale. Ti va di parlarmi della pet therapy spiegando ai nostri lettori di cosa si tratta? Ti sei documentata in qualche modo per descrivere questa parte?
- Tramite il suo progetto di pet therapy, Mia fa la conoscenza di tre bambini malati e tenterà di risollevare loro il morale con le sue sessioni di terapia. Mi parli di questi tre piccoli pazienti?
- Ti chiedo di scegliere una citazione tratta dal tuo libro e condividerla con i nostri lettori.
- Hai già un nuovo romanzo in cantiere? Se sì, puoi darci qualche anticipazione?

Intervista a Lucrezia Scali A CURA DI STREGA DEL CREPUSCOLO (Chiari)
Benvenuta sul blog delle Tazzine, nel nostro salottino virtuale, accomodati, gradisci un caffè, una cioccolata?
Ciao e grazie a te per l’ospitalità. Devo dire che questa poltrona è davvero comoda, e preferisco la cioccolata. Mai dire no al cioccolato.
In realtà le mie passioni sono tutte legate al mondo artistico. Mi piace disegnare, costruire, scrivere, leggere, dipingere, creare… quindi già da questa risposta si capisce che sono un bradipo perché non pratico sport. Scrittori preferiti ne ho tanti anche in base al genere letterario, posso citarti la Rowling, Kinsella, Rattaro, Ammaniti, Michael Faber, Richard Yates e Joyce Carol Oates.
L’idea è tutta merito del mio fedele amico a quattro zampe. Bubu è stato determinante per scrivere questo romanzo ed è un regalo che ho voluto fare a lui.
A marzo ho deciso di autopubblicarmi senza troppe aspettative, volevo vedere il riscontro dei lettori e far “camminare” questa storia al di fuori del computer. Il giorno dopo il romanzo è balzato in cima alle classifiche, attivando un meraviglioso passaparola, e qualche giorno dopo è arrivato il contatto della Newton Compton. Mi sono presa del tempo per decidere, anche perché non ero ancora pronta a ritirare il romanzo dal web e dovevo assimilare un po’ la notizia, poi ho firmato e oggi ringrazio la casa editrice per aver creduto in questa storia. E ringrazio i lettori perché è anche merito loro.
Mia è la protagonista, una giovane veterinaria che gestisce la clinica con la sua migliore amica Fiamma, collabora con le forze dell’ordine, e da poco ha avviato un progetto di pet therapy presso l’ospedale di Torino.
Ed è proprio qui che incontrerà Alberto, lui è un chirurgo ed è un uomo di altri tempi, romantico e gentile. Cercherà di avvicinarsi a Mia per aggiustare il suo cuore spezzato.
Diego è un poliziotto e collabora con Mia nei casi di maltrattamento di animali, ha origini pugliesi e si è da poco trasferito a Torino. Il suo modo di fare è strafottente, sopra le righe e sembra trovare sempre un modo per mettere Mia in imbarazzo.
C’è sempre qualcosa di autobiografico o comunque dei racconti di altre persone a te vicine, ma in questo caso ho solo un po’ caricato la dose. Mia ha un passato difficile, la famiglia l’ha sempre vista come la pecora nera ponendo sopra un piedistallo la sorella Lucy. Mia era molto legata ai nonni materni, quei nonni che le hanno trasmesso l’amore per gli animali, e ha sofferto molto per la loro scomparsa.
Ho avuto modo di documentarmi e di guardare da vicino in cosa consiste. Vorrei fare anche io un corso, ma per ora è tutto rimandato… nella vita non si sa mai. La pet therapy è un argomento ancora spinoso qui in Italia, e altro non è che l’inserimento di animali per alleviare il ricovero dei pazienti di tutte le età, o per migliorare particolari situazioni legate anche alla disabilità.
Non deve essere vista come una sostituzione alla medicina tradizionale o come una cura, ma l’animale presenta una serie di qualità terapeutiche che possono migliorare la qualità della vita del paziente e la sua risposta allo stress e al rapporto con i medici. Ovviamente nei limiti del possibile.
Ho scelto tre bambini di età differenti e con tre problematiche differenti proprio per dare al lettore una visione più ampia della pet therapy. In Te lo dico sottovoce conosceremo Lukas, in guarigione dalla leucemia, Martina, in attesa di un cuore nuovo, e Giulio, un ragazzino autistico e figlio di una delle infermiere dell’ospedale.
Tutti hanno paura, ma esistono dei piccoli trucchi per vincerla e uno di questi è occuparsi di qualcosa che ti renda felice.”
C’è una nuova storia che sta prendendo forma ed è molto diversa da Te lo dico sottovoce. Non è così semplice da scrivere ma è anche una sfida con me stessa, e io sono sempre pronta a mettermi in gioco e migliorarmi. Non so se vedrà la luce, io continuo a scrivere e poi si vedrà.
Ti ringrazio per la tua disponibilità.
Grazie a te.
Alessia Scrivere mi piace
28 Gennaio, 2016Che bella intervista… Bravissima Lucrezia. E un applauso anche alla nostra strega che l’ha intervistata 🙂
strega del crepuscolo (Chiari)
28 Gennaio, 2016Grazie Alessia ^_^
Valentina Panzetta
29 Gennaio, 2016Molto bella l’intervista 🙂 Io non vedo l’ora di leggerlo! 🙂