Intervista a Elena Cabiati
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- Parlami di te: chi è Elena Cabiati?
- Quando è nato il tuo amore per la scrittura?
- Quali sono i tuoi autori preferiti?
- Quando ti appresti a iniziare un nuovo romanzo come procedi? Stendi una scaletta o scrivi “di getto”?
- Come scegli i nomi dei personaggi? Come crei la loro personalità? Crei prima la loro storia, il loro passato o crei prima le caratteristiche fisiche?
- Il tuo romanzo è ambientato in una Torino, dove, celata agli occhi di tutti si nasconde una seconda città abitata da maghi e streghe: parlamene.
- Gala, la protagonista, viaggia nel tempo per proteggere delle particolari opere d’arte, mi piace l’idea dell’opera d’arte che custodisce la magia. In che modo la magia può essere “estratta” dalle opere d’arte e come ha fatto, in primis, a finirci?
- Parlami di Kundo e del suo rapporto con Gala.
- Potresti scegliere una citazione dal tuo romanzo e condividerla con i nostri lettori?
- Questo nuovo romanzo verrà pubblicato a breve da Watson Edizioni, come sei arrivata a questa casa editrice? Cosa ci puoi dire della tua esperienza con Watson Edizioni?
- La cover è davvero molto bella, posso chiederti cosa rappresenta il corvo?
- La Viaggiatrice di O – 2- Nel labirinto è il seguito di La Viaggiatrice di O pubblicato dalla Casa editrice Nord questo secondo volume sarà l’ultimo o prevedi una trilogia?

Oggi, per la nostra rubrica “una bevuta in compagnia” siamo lieti di ospitare Elena Cabiati, autrice dei romanzi “La Viaggiatrice di O” (Nord) e “La Viaggiatrice di O -2 – Nel labirinto” (Watson Edizioni).
Intervista a Elena Cabiati A CURA DI STREGA DEL CREPUSCOLO (Chiari)
Benvenuta nel nostro salottino virtuale, posso offrirti un caffè, una cioccolata o altro?
Certo che prendo volentieri una cioccolata… non si dice mai di no!
Dunque, sono nata sotto il segno del leone, un numero imprecisato di anni fa. Ho vissuto per molto tempo al mare, in Liguria, dove scappo ogni volta che posso perché la sua luce e i suoi profumi mi danno energia. Ho studiato storia dell’arte e della letteratura e ora insegno in una scuola media a studenti che si stupiscono quando dico loro che mi diverto tantissimo a insegnare. Verso i sette anni mi è stata diagnosticata una forma incurabile di sindrome da Peter Pan, confermata definitivamente quando frequentavo il liceo. Amo tutto quello che è mistero, bellezza e poesia. Mi interesso di esoterismo e astrologia, ma detesto le superstizioni e le sciocchezze che spesso sono legate a queste discipline. Ho una bimba di quattro anni che abbiamo soprannominato “Sturm und Drung” (tempesta e impeto) e che mi rende difficilissimo concentrarmi su qualsiasi cosa non sia lei…
All’inizio è nato l’ amore per le storie, in tutte le loro forme: film, cartoni animati, fumetti… Poi, o forse prima, è nata la passione per l’invenzione: immaginare di essere la protagonista di avventure meravigliose era il mio gioco preferito e ogni notte, per addormentarmi, mi raccontavo una storia da sola. Avrei voluto diventare una disegnatrice e scrittrice di anime giapponesi, un po’ come Miyazaki… forse ci sono andata vicina.
Questa è facile: Michael Ende, Marion Zimmer Bradley , Tolkien, Philip Pullman, Neil Gaiman…
Scrivo di getto. Ho nel computer una cartella nominata “Incipit”, lì ci sono tutte le storie che ho iniziato a scrivere, in alcuni casi tutto si ferma dopo le prime dieci pagine o si trasforma in un racconto breve, ogni tanto la storia decide di prendermi per mano e farsi seguire…
Devo ammettere che a volte ho l’impressione di non essere io a creare i personaggi, è come incontrare qualcuno e fare la sua conoscenza, poco alla volta. Si presentano dicendomi il loro nome, che rimane quello e diventa quasi impossibile cambiare anche quando razionalmente penso che non vada bene; poi iniziano a mostrarsi, mentre li descrivo e li vedo anche io per la prima volta. Sono fatti di caratteristiche rubate a tutte le persone che ho conosciuto e che mi hanno colpita, e sono fatti di varie parti di me. Piano piano mi raccontano la loro storia, capita persino che mentano, ma alla fine mi svelano i loro segreti. Devo dire che è una delle cose che mi piacciono di più di scrivere…
Torino è la città dove vivo, fa parte del triangolo magico bianco (con Lione e Praga) e di quello nero (con Londra e San Francisco). È storicamente una città misteriosa e piena di riferimenti all’occultismo: le sue strade, i suoi monumenti, persino la sua pianta sono legati a mille leggende, pare che qui sia nascosto addirittura il Santo Graal! Ambientare la storia di una strega in questa città ha fatto nascere immediatamente l’idea di una struttura più grande, perfettamente integrata con la vita quotidiana delle persone normali, una struttura che spiegasse la presenza di tutta questa magia e che collegasse con un filo logico e narrativo tutti i suoi misteri.
Non è una mia invenzione, anzi, non è un’invenzione! L’arte non è mai stata solo bellezza fine a se stessa, l’arte era un modo di comunicare e serviva proprio per tramandare le conoscenze più profonde e complesse, quelle che era impossibile spiegare con le parole. L’arte antica era piena di immagini simboliche da interpretare, che parlavano, e parlano ancora, dell’anima umana, delle sue origini, dei mostri che nasconde. Il contenuto delle opere era deciso da colti committenti che conoscevano la cabala, i tarocchi, l’astrologia, la magia e le consideravano semplicemente vie per cercare la conoscenza, forme diverse di filosofia. Carl Gustav Jung dice che queste immagini nascono dall’inconscio collettivo, una specie di mare immenso e primigenio dove l’umanità ha sepolto i segreti del suo esistere; il fenomeno più affascinante è che per subire l’influsso di un simbolo, per “estrarre” la sua magia, non è neppure necessario volerlo fare: quando si guarda un simbolo questo agisce sulla psiche per vie misteriose, come quando si entra in una chiesa romanica o gotica, e non serve essere religiosi per sentirne il fascino.
Aiuto, ho risposto alla domanda oppure mi sono persa? Ci sarebbero così tante cose da dire…
Kundo è il maestro di Gala e come tutti i maestri allo stesso tempo un po’ insegna, un po’ impara. È un topos letterario incontrato milioni di volte con milioni di volti diversi: è Obi Wan Kenobi, è Shifu (nome che in cinese significa “maestro”) di Kung fu Panda, è Mago Merlino, è Gandalf. Sia lui che Gala erano soli e avevano bisogno l’uno dell’altra. Incontrandosi trovano un equilibrio fatto di frecciatine comiche, di ironia, di contrasti e di affetto sincero.
“Per entrare nel labirinto devi lasciare che il labirinto entri nella tua mente! Non è difficile, si trova già lì…” lo dice Kundo a Gala, quando deve insegnarle come penetrare nel misterioso labirinto disegnato sul pavimento della cattedrale di Chartres. È l’idea alla base del titolo ed è il tema predominante del libro: avere il coraggio di scendere nelle profondità contorte di noi stessi, affrontare il Minotauro e uscirne più forti, o perlomeno vivi…
Sono arrivata spinta dalle forze insondabili dell’universo… No, scherzavo, sono arrivata grazie ad un amico autore, Carlo Defennu, una persona generosa e di un entusiasmo coinvolgente, che un giorno ha telefonato al direttore di Watson parlandogli della Viaggiatrice…ed è stato un colpo di fulmine! Watson è una casa editrice giovane, curata, professionale e sognatrice quanto serve… sono contenta di essere diventata parte dei suoi sogni e della sua squadra.
La cover è opera del maestro Paolo Barbieri, che ringrazio ancora per questo piccolo capolavoro. Il corvo è uno dei personaggi del romanzo, il nuovo compagno di Gala. In alchimia il corvo è il signore scuro e alato che sovrintende la fase della trasformazione detta Nigredo: rappresenta la fine, la morte, la distruzione del passato, ma anche il ventre materno e buio da cui deriva ogni inizio. Il corvo viene per insegnare a Gala a trovare quei doni che nasconde ogni crisi, ogni dolorosa trasformazione.
Come per il precedente ho scritto un’avventura autoconclusiva all’interno di una storia più grande, ancora in svolgimento, per cui sì, ci sarà un terzo volume, un gran finale! L’idea è proprio quella di seguire le tre fasi dell’alchimia: opera al nero per il primo libro che aveva la copertina scura, opera al bianco e copertina bianca per il secondo e naturalmente l’ultimo libro avrà una copertina con i toni fiammeggianti dell’opera al rosso!
Grazie per la tua disponibilità e un grosso in bocca al lupo per il tuo nuovo romanzo che, per la cronaca, sono davvero curiosa di leggere.
Grazie a te.
Alessandra Gulino
16 Maggio, 2016Ooh voglio proprio vederla quella cartella che ha sul pc! *-* Che bella l’unione tra arte e magia! Bellissima anche questa intervista!
Veroniky
16 Maggio, 2016Bellissima intervista, e poi non conoscevo assolutamente questa serie e mi ispira tantissimo! Le cover sono bellissime!
Carlotta
18 Maggio, 2016Bello che il secondo editore abbia realizzato una copertina che si possa ricollegare al primo libro, non tutti lo fanno!