Il problema della pace: recensione del secondo volume della saga The age of Madness di Abercrombie

Buon giorno cuplovers! Oggi vi propongo, dopo tanto tempo, una nuova recensione librosa. Ultimamente, ahimè, il tempo per leggere è un po’ scarso, in più io adoro i libroni con minimo cinquecento pagine e questo non aiuta di certo… solo oggi quindi riesco a proporvi la recensione di Il problema della pace, nuovo romanzo di Joe Abercrombie e secondo della saga The Age of Madness. Battaglie, tradimenti, intrighi, ideali traditi e tanto altro fanno di questo secondo volume un ottimo seguito, Abercrombie non tradisce le aspettative regalando un romanzo avvincente, con ottimi colpi di scena e tanta azione. Gli amici diventano nemici, le persone più insospettabili sono pronte a pugnalare alle spalle, nessuno è davvero al sicuro in questo mondo dove il progresso si scontra con la lotta di classe.

nel piattino abbiamo:

Il problema della pace

(The Trouble with Peace)
Joe Abercrombie
Edito da Mondadori (11 maggio 2021)
Pagine 544
€ 23,00 cartaceo – € 11,99 ebook
amzn-amazon-stock-logolink diretto all’acquisto cartaceo
link diretto all’acquisto ebook

TRAMA DELL’EDITORE
“Il problema della pace” è che la guerra continua sotto altre forme. L’Unione del giovane re Orso è più divisa che mai, dilaniata tra pretese dell’aristocrazia irrequieta, città che invocano la secessione, il popolo aizzato dagli Spezzatori e la morsa stritolante dei debiti bancari, pilotati da interessi sinistri che è bene non rimestare. La ricca e spietata Savine dan Glokta si è scoperta più fragile di quanto sospettasse, ed è decisa a soffocare ogni scherno e tradimento con una nuova imprevedibile mossa. Leo dan Brock ha vinto in duello Crepuscolo il Possente, eppure, nel grigiore della sua nuova vita da governatore, è come se avesse perso tutto, finché il suo aiuto non viene richiesto per un sogno luminoso che però potrebbe trasformarsi in un incubo, per lui e per tutti. Rikke deve lottare contro i poteri sconvolgenti della Vista Profonda che minacciano di divorarla, o trasformarla per sempre. Vick, spia e torturatrice, cambia mille maschere e identità, e nessuno sa quale volto si celi davvero nel profondo. Grosso ha promesso di tenere la sua famiglia lontano dai guai, e per farlo è costretto a compiere ciò che la sua stessa famiglia non dovrebbe scoprire mai. Trifoglio sorride agli insulti di chi deride il vecchio cauto in cui si è trasformato, ma è già successo che una volpe feroce si confondesse tra le pecore. Ancora una volta, le loro scelte sono destinate a incrociarsi in una danza vorticosa che è anche un duello micidiale, mentre il mondo va a fuoco tra congiure, processi, voltafaccia, innovazioni tecnologiche e l’ennesima guerra arrossa l’orizzonte, a cambiare tutte le regole del gioco. Con questo secondo volume della sua nuova, audace trilogia, Joe Abercrombie preme ulteriormente l’acceleratore sulle intuizioni e visioni che ne hanno fatto uno dei re del ‘fantasy grimdark’, lanciandoci a velocità indiavolata in un mondo brutale e complesso e in un caleidoscopio di personaggi che comprende guerrieri e prostitute, banchieri e ruffiani, terroristi e streghe tornate dalle terre dei morti; un universo che dialoga con umorismo mordace e dolente commozione con i nodi più aggrovigliati del nostro presente politico, sociale ed economico. Perché il problema della pace è che non dura.


Direttamente nei miei preferiti… 5 TAZZINE pienissime.
voto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolovoto in tazzine Strega del Crepuscolo

Ecco il problema delle canzoni. Tendono a fermarsi prima che tutto finisca nella merda.

Se Un piccolo odio mi aveva davvero colpito in positivo, Il problema della pace si riconferma tra le letture più belle dell’anno. Joe Abercrombie narra storie incredibilmente realistiche, condite con solo un lieve accenno di fantasy, tanto che anche definire questa serie low fantasy mi sembra fin eccessivo. Come nel primo romanzo anche in questo volume una delle tematiche principali è il prezzo del progresso e lo scontro tra esso e le persone che ne vengono danneggiate e vi si oppongono.
La storia porta avanti due filoni abbastanza distinti ma che poi finiscono per intrecciarsi; da un lato la rivolta dei regni del Nord capeggiati da Leo Dan Brock contro l’Unione e, dall’altro, le rivolte popolari.

Leo, Savine, Rikke e Orso sono di nuovo i protagonisti principali della vicenda, essi vengono maggiormente approfonditi svelando al lettore i loro punti di forza e debolezza. Quasi volesse dimostrare che non ci si può fidare delle prime impressioni, molti dei personaggi che sembravano vincenti nel primo romanzo in questo secondo volume prenderanno delle scelte terribilmente sbagliate mostrando le loro mancanze e i personaggi che credevo meno scaltri, alla fine, ne usciranno più forti.

Orso è senza dubbio il personaggio che, alla fine, esce meglio alla fine di questo secondo volume, non è più il principe svogliato del primo romanzo, il ragazzo si rende conto ben presto che regnare quando il suo stesso consiglio chiuso gli rema contro non è per niente semplice. Riuscire a mettere d’accordo tutti è una vera e propria impresa titanica e anche quando sembra di aver raggiunto un accordo c’è sempre qualcuno pronto a rimangiarsi la parola data. I nobili sono un vero e proprio covo di vipere pronti a complottare contro il re pur di ottenere più potere e chi meglio dell’idealista Leo può cadere nella loro trappola? Tutti i protagonisti di questo romanzo hanno pregi e difetti ma Leo è il personaggio che più di tutti mi ha fatto pena. Leo è un guerriero, buono solo a combattere ed eseguire ordini è stato quasi… penoso leggere di come si lasci convincere da Lord Isher a supportare la loro causa, assolutamente convinto di stare facendo tutto per il bene del re e del regno. Per quanto riguarda i personaggi femminili devo dire che ho preferito Savine anche in questo volume. Rikke… l’ho trovata un po’ ipocrita non posso negare che sia sveglia e pronta a tutto per ottenere la sua vendetta ma quando accusa Savine di essere subdola… beh lei non è da meno! Savine è una donna ambiziosa pronta a tutto per ottenere quello che vuole, non si fa molti scrupoli, ma è pronta ad ammettere i propri sbagli e prendersi le sue colpe. Non so se riuscirà mai a rimediare al male fatto ma non posso fare a meno di fare il tifo per lei e Leo. Seppur con tutti i loro difetti, alla fine, credo che si amino davvero e, per quanto improbabile, vorrei vederli insieme e felici, alla fine. L’altro personaggio che continuo ad apprezzare è Trifoglio. Arguto, sarcastico, fintamente modesto, vendicativo, sempre pronto a mettere la sua pellaccia al primo posto ma anche onesto e leale verso quelle poche persone cui è affezionato. Adoro Trifoglio e il colpo di scena finale che lo riguarda me lo ha fatto apprezzare ancora di più.

Il problema della pace si è rivelata un’ottima lettura, la trama è ben articolata, i combattimenti sono crudi e realistici, non mancano intrighi e inganni che, una volta svelati, vi faranno letteralmente saltare sulla sedia. I personaggi sono ben caratterizzati, cambiano, chi in meglio e chi in peggio, rispetto al primo volume ma hanno tutti le loro ragioni e un’evoluzione coerente. Mentre la battaglia tra Re Orso e i suoi detrattori infuria, altri potrebbero approfittarne per volgere le cose a loro favore: una ribellione verrà sedata ma è solo l’inizio. L’Unione riuscirà a sopravvivere alla tempesta che la attende?

The Age of Madness

  1. Un piccolo odio (A little atred)
  2. Il problema della pace (The Trouble with Peace)
  3. The beautiful machine

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Ho adorato come Trifoglio sia riuscito a vendicarsi di Possente è stato calmo, paziente, intelligente ed ha atteso l’occasione giusta, si è riconfermato come uno dei miei personaggi preferiti. Anche se capisco la sete di vendetta di Rikke, il suo voltafaccia non mi è piaciuto, prima accusa Savine di essere subdola e poi fa di ben peggio acconsentendo ad appoggiare Leo per poi non partire, avvisare Orso e approfittarne per conquistare le terre di Possente e ottenere così la sua vendetta. Devo dire che, in generale, i capitoli a lei dedicati sono quelli che ho apprezzato leggermente meno.

Leo è un uomo d’azione, un buon soldato ma non un generale ed è proprio per le sue mancanze tattiche che finisce per perdere la guerra. Aveva i soldati più forti e leali, più coraggiosi ma, alla fine, l’incapacità dei suoi alleati e l’arrivo dei rinforzi di Orso hanno segnato la sua fine. Orso ha tutte le ragioni per odiare Leo e ho apprezzato che l’abbia risparmiato per amore di Savine. Leo è distrutto nel corpo e nello spirito, non sarà mai più l’uomo di prima ma è davvero destinato a passare il resto della vita in prigione? Mi è piaciuto moltissimo il chiarimento tra Savine e Orso, l’ammissione di colpa di lei e come si è presa le sue responsabilità cercando di aiutare Leo. Da questo punto di vista Leo e Savine hanno peccato entrambi d’orgoglio, saranno in grado di fare ammenda per i propri errori e, chissà, magari un giorno riconquistare la fiducia di Orso e la libertà?

Sono davvero curiosa di leggere l’ultimo (credo) volume e scoprire che esito avrà la rivolta degli Spezzatori. Orso riuscirà a sconfiggere anche loro o dovrà capitolare?