Recensione al romanzo storico di Elisabetta Bricca: D’amore e di ventura

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Buonasera cuplovers,
ho appena finito di leggere l’ultimo libro di Elisabella Bricca, “D’amore e di ventura”, ed eccomi qui a parlarvene.

Essendo già stato pubblicato da Harlequin Mondadori nel 2010 mi aspettavo di trovarmi davanti a un ROMANCE storico in piena regola, invece qui sarebbe più giusto parlare di ROMANZO storico perchè gli avvenimenti storici fanno da elemento preponderante in tutta la lettura. Poco ha importato questo a me, che comunque apprezzo entrambi, ma tengo a specificarlo per voi che magari vi volete avvicinare a questo libro 😉

nel piattino abbiamo: romance 01 - compulsivamente lettrice - 6 ciambella romance sul blog letterario de le tazzine di yoko / storico 01 - compulsivamente lettrice - 7 pasticcino storico sul blog letterario de le tazzine di yoko
damore e di ventura - le tazzine di yoko

D’amore e di ventura

Elisabetta Bricca
Autopubblicato (27 ottobre 2014)
precedentemente edito su Harlequin Mondadori (agosto 2010)
Pagine 454
€ 12,89 cartaceo – € 2,68 ebook
link diretti all’acquisto:
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TRAMA DELL’EDITORE
Cesare Mocenigo è un capitano di ventura, nobile, scaltro e affascinante.
Viola Ripamonti Sforza è la bellissima e coraggiosa nipote del suo peggior nemico. Eppure, benché il dolore lo abbia reso un uomo tormentato e pericoloso, quando la incontra Cesare comprende di avere ancora un’anima. E insieme a lei, sullo sfondo dell’aspra guerra tra Venezia e Milano, tra le battaglie, gli intrighi e lo splendore del Rinascimento, sarà protagonista di una struggente storia di passione e redenzione, in una lenta risalita verso la luce durante la quale tutto può accadere, se a comandare è il cuore.

RECENSIONE DI YOKO:
Una lettura non “bella”, ma comunque con qualcosina di piacevole… tre tazzine tonde tonde.
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La Bricca ha una bella scrittura. Non mi è sfuggito l’utilizzo in molti punti di una terminologia ricercata per descrivere il vestiario piuttosto che altri elementi del contesto. E poi, fatemelo dire, si deve essere fatta un cu*bippp* non da poco per cercare di incastonare la trama che probabilmente aveva in mente con le vicende realmente accadute in Italia in quegli anni. Una cosa che ho apprezzato molto, pur non essendo mai stata un’amante della materia tra i banchi di scuola.

cavaliere - le tazzine di yokoPerchè dunque mi sono trovata a dare tre tazzine?
Il punto è che tra me e lui non è scoccata quella scintilla che ti fa venire voglia in riuscire a leggere più velocemente per sapere prima cosa succede. Seppur abbia apprezzato per molti versi la lettura non mi ha preso fino in fondo, trascinandomi tra le sue righe come avrei voluto.

I primi tre capitoli sono a mio avviso i più belli di tutto il libro. Solitamente sono i più difficili da scrivere perchè devi dimostrare subito di poter catturare il lettore e qui la Bricca ha fatto centro. In poche righe ci mette davanti alla morte sul campo di battaglia di Mocenigo e professa morte per tutta la sua famiglia, facendoci già presagire sentimenti quali perdita, sete di vendetta e conquista.
Ci presenta subito dopo due personaggi diversi ma ugualmente interessanti, due amici di vecchia data. Cesare è un uomo bello, carismatico, sfrontato e deciso. Filippo invece è tipo razionale, leale e sincero, ma dimostra anche lui la sua buona dose di testardaggine (dote che aimè non gli farà molto comodo). Due personaggi da subito ben caratterizzati dall’autrice, che si fanno piacere.

Dopo una serata con l’amico, Cesare Mocenigo raggiunge casa vagamente brillo, ma ci penserà lo speccatolo raccapricciante che si troverà davanti a destarlo del tutto. Il palazzo è diventato un luogo di morte, a partire dai suoi adorati cani fino ad arrivare alla madre e all’amata sorellina. Cesare è un uomo distrutto, che impazzisce dal dolore e urla a gran voce vendetta. Impossibile non immedesimarsi in lui e nella sua disperazione quando si vede accusato dello scempio… e come non appoggiare la sua decisione di diventare un mercenario per potersi rendere giustizia?
Da qui in poi si susseguiranno diverse battaglie accuratamente prese in considerazione dall’autrice che però così facendo ha, a mio avviso, un pò smorzato il ritmo incalzante dato dal bellissimo inizio.

dama e cavaliere - le tazzine di yokoUn altro personaggio è Viola Ripamonti Sforza. Una Viola bambina viene salvata da Cesare durante la sua prima battaglia e, seppur i due non si vedano più per anni, la ragazzina ha conservato e maturato il ricordo dell’aitante e scuro cavaliere che l’ha tratta in salvo, dipingendolo nella sua mente come una specie di demone buono da ergere sul piedistallo. Cosa comprensibile, come anche il suo successivo schock nel riscoprirlo un tipo cinico e alquanto subdolo.
Il rivederlo deve avergli fatto subire aimè gravi danni al cervello, perchè mi sono un pò persa la razionalità di questa donna. Vi spiego: Viola sposa X pur non amandolo (il tizio è gay) ma coltivando con lui un bellissimo rapporto di fiducia e amicizia; Mocenigo che continua a cercare vendetta mette a ferro e fuoco la loro città, uccide X, Viola professa odio eterno, ma passa poco concede di sua spontanea volontà la verginità a Mocenigo.
Cacchio, ne è innamoratissima e io non capisco il perchè. L’ha salvata da piccola? Tra i due c’è un’attrazione travolgente? Perfetto, ma le ha distrutto la vita, le ha ucciso il marito (ciao mio caro X, è stato bello conoscerti in questa vita, la nostra amicizia è stata breve ma intensa) e chissà quante altre persone che conosceva tra quelle mura!
Poi ha inizio la sua fase di doppia personalità da “lo amo”/”lo odio”, scappa più volte da Mocenigo ma il giorno dopo che arriva a destinazione vuole tornare da lui; cercano di avvelenarlo e beve lei per sbaglio, Cesare si dispera, cerca di salvarla in tutti i modi e lei crede che l’abbia avvelenata di proposito o_o ma secondo te perchè si sarebbe dovuto dare così tanta pena a salvarti se fosse stato lui?

cae8fc4557ff86c5c35e743a55d1fc24Mocenigo grazie al cielo invece mi dismostra razionalità per praticamente l’intero libro, ci sta che subisca l’attrazione per la bella Viola Ripamonti Sforza e che fatichi a metterla un gradino più in alto delle sua sete di vendetta. Avrei voluto vedere Filippo, così ben caratterizzato all’inizio, un pò più utilizzato e non solo citato nei momenti di utilità per la trama.

Tirando le somme il libro si è fatto leggere, ho voluto vedere fino alla fine dove portava questa sete di vendetta. La componente storica così come descritta mi ha appesantito un pò la lettura, ma forse a qualcun’altro questo può non dare troppo fastidio.

QUALCHE INFO SULL’AUTRICE:
Elisabetta, nata e cresciuta “ner core” di Roma, è laureata in Sociologia comunicazione e mass media; è copywriter, autrice, musa di fotografi, e organizzatrice di premi letterari. È appassionata di cucina, letteratura, arte, storia, vino ed equitazione. Ha un grande amore per la letteratura americana del XX secolo, tanto che si è ripromessa di portare una rosa sulla tomba di Faulkner, e per le poesie di Sylvia Plath Arthur Rimbaud. Il suo sogno è quello di poter ritirarsi in un abbaino di Montmartre, a Parigi, dove poter scrivere guardando la luna.
Pubblicazioni: “Sangue Ribelle” Harlequin Mondadori “Il falco di maggio” La mela avvelenata publishing “Umbria she said” Lighthouse publisher Nel 2013, il suo racconto “Parigi… encore” è arrivato tra i finalisti del concorso letterario, indetto da Il Messaggero, “Donne che fanno testo”.