Review Tour dedicato a “Figli di sangue e ossa” di Tomi Adeyemi

Buon pomeriggio cuplovers, oggi vi presentiamo la nostra tappa del review party dedicato a “Figli di sangue e ossa” di Tomi Adeyemi.
In un mondo dove la magia è svanita solo il coraggio di una ragazza potrebbe ridare speranza a un popolo oppresso.

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Figli di sangue e ossa

(Children of Blood and Bone)
Tomi Adeyemi
Edito da Rizzoli (02 novembre 2018)
Pagine 552
€ 18,00 cartaceo – € 9,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Un tempo i maji, dalla pelle d’ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orisha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l’eredità degli antenati. Al suo fianco c’è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, traverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell’acqua. Un’esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere.

RECENSIONE DI STREGA DEL CREPUSCOLO:
Quattro tazzine e mezzo!
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Figli di sangue e ossa si è rivelato una bella lettura, un lungo viaggio in una terra misteriosa per riportare la magia, una lotta contro l’oppressione dove il coraggio e la determinazione di una sola ragazza possono cambiare il mondo. Una battaglia all’ultimo sangue contro la paura e l’odio.

Figli di sangue e ossa si è rivelato una lettura più profonda di quanto mi aspettassi con un forte messaggio contro la discriminazione e l’odio razziale in una terra antica e affascinante.
Un tempo vi erano dieci potenti clan di maji dai capelli bianchi, ognuno con un potere diverso. Con il passare del tempo, i maji divennero i primi re e regine e, quando abusavano del loro potere, gli dei li privavano dei loro talenti. Ben presto, l’iniziale amore delle persone per i maji, si tramutò in paura e divenne violenza. I maji si difesero dagli attacchi del loro stesso popolo, fino a quando, i loro poteri scomparvero misteriosamente. Ed è allora che il re fece catturare tutti i maji e li uccise, lasciando le nuove generazioni orfane dei loro genitori e della magia. Questo romanzo narra una storia di odio e paura verso chi è diverso, una paura giustificata dal passato e difficile da sradicare.

Zélie è una giovane indovina è una ragazza determinata e testarda, odia la situazione in cui è costretta a vivere e, più di tutti, odia il Re Saran che le ha portato via la madre e tutta la sua vita. La principessa Amari vive una vita dorata piena di obblighi, chiusa in un palazzo assieme a un padre crudele, un fratello distante e una madre che la vorrebbe vedere preoccuparsi solo dell’etichetta. Due ragazze completamente diverse l’una dall’altra eppure sarà proprio il loro incontro inaspettato a dare l’inizio a un lungo viaggio e una splendida avventura. Amari è stata cresciuta, come suo fratello Inan, con la convinzione che la magia sia il male, che tutti i maji fossero dei mostri crudeli e che quel potere sia perso per sempre, ma ecco che la comparsa di una pergamena cambia tutto: l’antico rotolo sembra essere in grado di restituire i poteri agli indovini, trasformandoli in maji. L’odio e il terrore che il re prova dinanzi alla magia sono talmente grandi che la sola possibilità di un suo ritorno è inconcepibile. Saran è un uomo freddo e spietato e non si fa scrupoli a usare la migliore amica della figlia, Binta, un’indovina, come cavia per vedere se la pergamena funziona davvero. Inizia tutto così, con un semplice tocco, anche se imposto con la forza. La magia sfavilla tra le mani delicate di Binta che muore poco dopo trafitta dalla spada del re. Amari non è la classica principessa viziata, è una ragazza che ha sempre sognato di uscire dal palazzo, di essere libera e di scoprire il mondo assieme alla sua unica amica, ed ora è tutto finito. Ha visto la magia risplendere in tutta la sua bellezza per un breve istante ed ora è sparita di nuovo… ed è così che il destino unirà le strade di Zélie e di Amari. Amari è in fuga con la pergamena quando il destino la porta a chiedere proprio l’aiuto di Zélie giunta al mercato con suo fratello Tzain per vendere un pesce pregiato.
Tutto ha inizio con una fuga precipitosa in sella a una leopardera, braccati da Inan e da tutti i soldati del re.

L’autrice ci narra una storia di dei e leggende e di un legame profondo tra umano e divino, una connessione spezzata che deve essere ripristinata affinché la magia ritorni a Orisha e il popolo dei maji riacquisti la sua dignità. Ora essi sono privi di potere, maltrattati, disprezzati, spezzati nel corpo e nello spirito, se riacquisteranno i loro poteri, i maji otterranno il rispetto che spetta a qualunque essere umano, oppure la catena di terrore e odio, li condurrà di nuovo in guerra?
Questa è una storia di paura e di odio, una catena di dolore che non sembra avere fine. I maji tentarono di prendere il potere uccidendo la famiglia del re Saran che, distrutto dal dolore, consumato dall’odio, li privò dei loro poteri e delle loro vite: se la magia tornerà davvero, la storia si ripeterà? Oppure, questa volta, i maji sapranno spezzare questo circolo vizioso di odio e paura?

“Detesto la mia magia. Disprezzo il modo in cui mi avvelena. Ma, più di tutto, la detesto perché mi fa odiare me stesso.”

Figli di sangue e ossa è una bella lettura che affronta temi importanti, con una buona dose di avventura, combattimenti, fughe rocambolesche e magia. I personaggi principali sono tutti ben approfonditi grazie ai diversi punti di vista, peccato per la scarsa se non nulla caratterizzazione di diversi personaggi secondari.
Se cercate una buona lettura, se volete tuffarvi in un’avventura in un mondo affascinante ricco di storie e leggende, dove il legame tra umano e divino è profondo e vivo e che affronta il tema della discriminazione con realismo e crudezza, Figli di sangue e ossa è la lettura ideale per voi.

ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE spoiler

Ho amato il difficile percorso del personaggio di Inan e non ho apprezzato per nulla le scelte dell’autrice per lui. Inan si ritrova ad essere tutto ciò che ha sempre odiato: un maji. Il suo è un odio inculcato a forza da un padre crudele e autoritario, un padre che, non si sa bene per quale motivo, Inan vuole a tutti i costi compiacere. Purtroppo l’autrice non svela abbastanza del loro passato da farci capire a pieno il personaggio di Inan: se il padre l’ha sempre punito, l’ha costretto a combattere contro la sua stessa sorella e non gli ha mai concesso una sola gratificazione… perché Inan vuole così disperatamente la sua approvazione? Potrei capirlo se il padre, ogni tanto, gli avesse dimostrato un minimo di affetto (qualcosa di più di una pacca sulla spalla) e soprattutto lo capirei se Inan non fosse mai fuggito da lui e non avesse avuto modo di sottrarsi alla sua morsa e innamorarsi di Zélie… L’iniziale conflitto interiore del ragazzo è stato ben esplorato dall’autrice e l’ho molto apprezzato ma che, alla fine, sia tornato dal padre, pur sapendo che l’uomo non l’avrebbe mai accettato… questo no. La morte di Inan è triste e senza senso: ha rinunciato a tutto per essere il figlio di un uomo che non gli ha mai mostrato affetto, un uomo a cui non importava nulla dei suoi figli e li vedeva solo come strumenti da utilizzare a suo piacimento rinunciando alla ragazza che lo amava davvero. Ed è morto per mano del proprio padre, esattamente come sapeva che sarebbe successo.
Lo stesso personaggio di Saran poteva essere maggiormente approfondito, mi sarebbe piaciuto saperne di più sulla sua prima moglie, sulla loro vita prima della tragedia, di com’era prima per comprendere appieno come la morte della sua famiglia l’ha cambiato.

Il finale chiude il cerchio: Saran e Inan sono morti, Zélie è riuscita nell’impresa di riportare la magia, i maji hanno i loro poteri e non c’è più nessun re ad opprimerli. Il popolo accetterà i maji? Amari diventerà regina?
Non resta che attendere il seguito per scoprirlo!

Legacy of Orïsha

  1. Figli di sangue e ossa (Children of Blood and Bone)
  2. Children of Virtue and Vengeance