Recensione di “Volevo essere una gatta morta” di Chiara Moscardelli

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I tascabili, diciamocelo, sono un po’ il libro ideale da infilare nella borsa da mare. Piccoli, solitamente dalla copertina morbida a sufficienza da adattarsi allo schiacciamento tra asciugamano, cambio di costume e crema solare. A volte penso di accumularli inconsciamente per il periodo estivo.
Uno di quelli letti quest’anno respirando salsedine e affondando i piedi nella sabbia è stato “Volevo essere una gatta morta” di Chiara Moscardelli. Lo ammetto, non è stato il libro che mi aspettavo, ma ne ho apprezzato davvero l’edizione. La Giunti con questi nuovi tascabili ha fatto un bel lavoro: modico prezzo (€ 6,90 e ancora meglio € 5,87 negli store online), font abbastanza grosso da non diventare ciechi e carta consistente.

nel piattino abbiamo: contemporaneo 01 - compulsivamente lettrice - 8 torta contemporanei sul blog letterario de le tazzine di yoko

Volevo essere una gatta morta le tazzine di yokoVolevo essere una gatta morta

Chiara Moscardelli
Edito da Giunti Editore (nuova edizione 22 giugno 2016)
€ 4,99 ebook – € 6,90 cartaceo
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TRAMA DELL’EDITORE
C’è chi nasce podalica e chi nasce gatta morta. Chiara è nata podalica. Forse non aveva fretta di venire al mondo perché aveva già intuito che la sua vita non sarebbe stata una passeggiata. Che sarebbe rimasta sempre in piedi al gioco della sedia, o con la scopa in mano al gioco della scopa. E se la sarebbe dovuta vedere con chi invece è nata gatta morta. La gatta morta è una micidiale categoria femminile. Non è divertente, è seducente. Non esprime opinioni, ha paura dei thriller, le pesa la borsa, soffre di mestruazioni dolorose, non fa uscire il ragazzo con gli amici, non si concede al primo appuntamento e fin da piccola ha un solo scopo: il matrimonio. Chiara l’ha studiata per una vita. E ha capito che contro di lei non ci sono armi.

RECENSIONE DI YOKO:
Qualcosina di buono c’è… chiamiamola una lettura “così così”, da tre tazzine meno qualche cosina
tazzinaUPtazzinaUPtazzinaMEZZA+tazzinaDOWNtazzinaDOWN

Volevo essere una gatta morta… penso che questo libro abbia un titolo davvero accattivante, di quelli che ti fanno pensare a un contenuto ironico, leggero, pungente e a volte un po’ sessista. All’interno vi ho trovato tutto questo, ma purtroppo in una versione un po’ annacquata.

amiche-cuore-le tazzine di yokoOgni capitolo scandisce un differente aneddoto vissuto dalla protagonista, una serie di sfighe del quotidiano, tra amici, parenti e amori andati a rotoli. Uno sguardo alla vita di Chiara che sembra essere perseguitata dalla mala sorte e inizia anche a cercarsela (Francesco non poteva forse lasciarlo perdere dall’inizio?). Diciamocelo subito, la più grande sfiga di Chiara è di essere una come tante, una che non riesce a emergere dal coro. I suoi aneddoti sono caricadure di situazioni che possono benissimo accedere a tutte noi, esposti con un’ironia che dopo un paio di capitoli inizia ad apparire troppo cercata.

A una gatta morta tutto questo non sarebbe mai successo. Avrebbe studiato con più attenzione la sua preda e non si sarebbe buttata senza paracadute.”

Situazioni indesiderate e improbabili la perseguitano fin troppo e mi sono ritrovata a pensare che non mi sarebbe dispiuto leggere anche di situazioni diverse invece che una successione di sole sfighe e facciate. Mi è mancato insomma non avere una trama vera e propria di sottofondo. coppia triangoloPer quanto Chiara sia un personaggio ben delineato, sufficientemente introspettivo e a volte ironicamente autolesionista, non mi bastano degli aneddoti per farmi appassionare a una lettura. Forse non sono la lettrice ideale per questo romanzo essendo che generalmente non amo leggere i racconti, predileggo libri di almeno 300 pagine e che abbiano quindi una trama corposa, che mi permetta di conoscere approfonditamente i personaggi e inoltrarmi per bene nelle vicende. Metteteci poi che dopo tante sfighe uno si aspetta di vederla imparare dai suoi errori e diventare, se non una gatta morta, quantomeno una che si butta sempre armata di paracadute.

Mi aspettavo di più, un vero peccato, ma forse come lettura da spiaggia per coloro che apprezzano i racconti non è così male.

Di questo libro mi rimarranno impressi i titoli dei capitoli, uno più invitante dell’altro. Da “Quando un mal di pancia può fare la differenza” a “Una questione di sedere”, passando per “Le mutande ghepardate” xD

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5 Comments
  • Mininova
    28 Agosto, 2016

    Il titolo mi ha sempre attratto ma non l’ho mai preso, c’era sempre qualcosa che mi frenava e forse a leggerti ho fatto bene

    • tazzine e zollette - yoko
      yoko
      28 Agosto, 2016

      beh come al solito è una questione di gusti Mininova 🙂

  • Danica
    28 Agosto, 2016

    Nonostante tutto sembra carino, forse se leggessi un capitolo al giorno finirebbe per non pesarmi la serie infinita di sfighe ahah

    • tazzine e zollette - yoko
      yoko
      28 Agosto, 2016

      ma sai che come tecnica andrebbe benissimo? perchè presi singolarmente i capitoli non sono male 😉

  • Gaia Rain
    29 Agosto, 2016

    Non so, forse il non esserci una trama lineare di fondo darebbe fastidio anche a me 🙁

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