Recensione di “Tu che sussurri alla mia Anima” di Cinzia Del Bigallo

Ho il libro “Tu che sussurri alla mia Anima” da un po’, ma latitavo a scriverne la recensione. Come succede spesso, alcuni romanzi hanno bisogno del periodo giusto per essere letti e questo è uno di quelli. L’ho iniziato nel momento sbagliato, abbandonato e poi ripreso quando avevo finalmente bisogno di un libro del genere. Questa non è una di quelle letture leggere, che si leggono veloci, in autobus o sotto l’ombrellone. E’ una lettura che ha bisogno del suo momento e di immergersi nelle sue pagine, assaporando le descrizioni e lasciandosi il tempo di conoscere e affezionarsi ai personaggi.
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Tu che sussurri alla mia Anima

Cinzia Del Bigallo
Self Publishing (23 aprile 2017)
€ 15,00 cartaceo – € 3,11 ebook
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TRAMA
Maria, ragazzina di sedici anni, ha in sé racchiuso un dono tramandatole da sua madre e dalla sua ava Maya del popolo Taino. La sua storia si svolge nella Sicilia del secondo periodo borbonico (1833); Maria Castillo, questo è il suo nome completo, unica figlia di Giuseppe Castillo e Rosalia Escobedo, nasce inaspettatamente, sfidando fin da subito il destino, lottando per rimanere in vita. Accanto a sé ha il suo spirito guida Maya, che l’accompagna nei suoi primi quattro anni di vita, facendole vivere quel periodo fanciullesco come qualunque bambina della sua età. La morte della mamma, però, cambia tutto. La forte somiglianza di Maria con la madre, non solo fisica ma anche spirituale, porta il padre ad allontanarla, non essendo pronto a rivivere esperienze particolari vissute con la moglie e, per difendersi, dolorosamente la caccia, affidandola alla dama di compagnia di Rosalia e governante della piccola, Anita, alla quale ordina di portare la figlia alla sua masseria di campagna.
Lì Maria cresce libera, non essendo costretta a rispettare le rigide regole dell’epoca per diventare una perfetta signorina. Anita deve contrastare il carattere deciso e intraprendente della ragazzina, che non si sottrae mai a misurarsi con i compagni di gioco del sesso opposto. Al compimento dei dodici anni però, la vita di Maria viene messa in subbuglio. Strani sogni, accompagnati da una voce che le parla una lingua sconosciuta, visioni di luoghi e immagini surreali, la portano a pensare, tenendo per sé questo segreto, di diventare pazza. La notte antecedente il suo sedicesimo compleanno, in uno di questi sogni vede il pericolo incombere su suo padre: lugubri uccelli lo avvolgono minando la sua vita, ma un lupo protettore apparso all’improvviso li allontana. Tutta l’attenzione di Maria è ora inesorabilmente rivolta verso di lui. Avvolto dalla nebbia, il lupo si trasforma in uomo, che celato, si dissolve lasciandole solo il ricordo dei suoi occhi glaciali.

UNA PIACEVOLE LETTURA
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L’autrice Cinzia Del Bigallo ha voluto mischiare nel suo libro storia e sentimento, aggiungendo con quel tocco di paranormale quella dose di pepe in più che non guasta mai. Un buon mix che mi ha regalato una piacevole lettura, di quelle che incuriosiscono tra misteri e intrighi, intessendoli a una storia d’amore e passione che poi risulta essere il fulcro della trama.

“Tu che sussurri alla mia Anima” porta i suoi lettori in una Sicilia del 1833, tra strani presagi e un fosco destino. Maria Castillo ha solo 16 anni quando vede in sogno lugubri uccelli girare intorno alla figura del padre e un lupo comparire a poca distanza. Sa che non si tratta di un sogno qualsiasi, e la presenza di quel lupo le ha agitato il cuore come niente prima di allora. E’ una sensazione, ma è così forte da straziarle l’anima. Lei sa che incontrerà quel lupo, sa che guarderà nei suoi occhi e i loro destini si legheranno per sempre.

Non passa molto che il padre, sempre troppo impegnato alla corte del re, le comunica il matrimonio combinato tra lei e il Sultano Sargon Dib Sultan dell’Oman, con cui ha stretto un accordo commerciale. Maria è furiosa, contraria alla decisione del padre, è spaventata dalla fredda figura di Sargon, ma tra loro aleggia sopita una potente alchimia, desiderio, una brama inspiegabile e inesorabile che la porta tra le sue braccia. L’eredità lasciata dalla madre -una sacerdotessa sciamana- le farà presto molto comodo, il dono di curare e presagire alcune cose le tornerà molto utile quando inizieranno gli attentati e gli intrighi per il potere.

Sargon svolgerà un ruolo fondamentale per la salvezza della ragazza. Più grande di lei di molti anni il sultano è un uomo determinato e impavido, uno che sa quali sono i suoi doveri e quello che vuole… e lui vuole Maria. Quando c’è lei attorno si riscopre quasi impulsivo e remissivo, come se lei fosse l’unica in grado di allentare i lacci che imbrigliano il suo cuore. Maria d’altro canto, all’apparenza timida e bellissima, si riscopre intraprendente quando c’è di mezzo Sargon. Tra i due l’alchimia è bollente, coinvolge il lettore nella loro storia d’amore senza mai risultare stucchevole o eccessiva. Mi sono piaciuti molto come coppia, decisamente riuscita.

Il ritmo del libro è quello dei romanzi storici vecchio stampo, un po’ alla Woodwiss per capirci (autrice che amo!). Tra licenze storiche e una scrittura ricercata, le descrizioni sono marcate e a volte un po’ lunghette.  La narrazione stessa si porta dietro quel sentore ottocentesco che ammetto ad alcuni possa risultare un po’ pesante, ma allo stesso tempo si sposa bene con la trama del libro. Credo che sia una di quelle letture che se letta velocemente, tanto per essere letta, lascia meno di quello che realmente è in grado di trasmettere.
Una piacevole lettura che consiglio agli amanti dei romanzi storici, che non disdegnano scene passionali e elementi fantasy 😉