Recensione a “Shadow. Le terre delle anime perse” di Sarah Fine
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Buona sera a tutti,
ho finito di leggere “Shadow. Le terre delle anime perse” di Sarah Fine, primo libro della serie urban fantasy “Guards of the shadowlands”, uscito per Mondadori nella collana Chrysalide a marzo 2015. Fa per voi se vi piacciono le storie originali e fantasiose, se siete amanti del fantasy arricchito con parti romance, se vi intriga e vi incuriosisce pensare a un luogo dove le anime finiscono oltre la vita fisica.
nel piattino abbiamo:
paranormal / romance / contemporaneo / young adult
Shadow. Le terre delle anime perse
(Guards of the Shadowlands. Sanctum)
Sarah Fine
Edito da Mondadori Chrysalide (17 marzo 2015)
Pagine 382
€ 17,00 cartaceo – € 4,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Due amiche: Lela, diciassette anni e già un passato tormentato alle spalle, e Nadia che invece sembra avere avuto tutto. Così diverse eppure inseparabili tanto che quando Nadia misteriosamente si toglie la vita, Lela non può lasciarla andare. A costo di rinunciare alla propria anima deve riportare indietro Nadia, imprigionata all’inferno. Decide così di compiere il viaggio più difficile, di abbandonare il mondo terreno e scendere nella città delle tenebre: il regno del terrore e dell’oscurità infestato da creature demoniache e mostruose. Proprio quando il male sembra averla risucchiata, al suo fianco compare Malachi, il capitano delle guardie, sentinella delle anime perse. Una creatura buia come la notte ma dall’animo di fuoco, dalla bellezza penetrante e pericolosa. Capace di emanare sicurezza e incutere timore. Un alleato deciso a difenderla nel viaggio nella notte più profonda. Un guerriero destinato a cambiare il suo destino. Innamorarsi all’inferno è pericoloso…
RECENSIONE DI VALY:
Quattro tazzine e mezzo!
Lela Santos è passata di famiglia in famiglia fin da bambina, ha vissuto con un padre affidatario che ha abusato di lei e che le ha fatto violenza continuamente, facendole tentare il suicido. Lela non è riuscita a togliersi la vita, ma dal momento in cui è stata salvata in poi, ha avuto visioni su una città sconfinata, protetta da ampi cancelli e da guardie minacciose, una città oscura dove una massa di anime si accalca sempre per entrare. Nadia è la sua migliore amica, l’unica che le ha insegnato a vedere la vita con uno sguardo positivo e che le ha dato la carica per impegnarsi nello studio ed essere ammessa in una scuola rispettosa. Quando Nadia improvvisamente si suicida, Lela cade in disperazione e non riesce a capire il motivo per cui la sua amica, in apparenza perfetta e felice, ha voluto morire; ha poi visioni di lei che entra nella città oscura, inseguita da esseri che si muovono a quattro zampe e che non sono per nulla amichevoli.
“Scappa, gridai. Ti prego, scappa, mormorai. Ma non mi sentiva. Percepivo il suo battito lento e regolare, ma i miei pensieri erano i miei e stavano andando in tilt. Sentii in maniera distinta la vocina stridula che gongolava: E’ perfetta. I muscoli mi facevano male da quanto mi sforzavo di farla scappare, ma era come muoversi nell’acqua.”
Dopo il funerale di Nadia, in un momento di debolezza e agitazione, la stessa Lela scivola e precipita giù da una scogliera, andando a sbattere contro rocce appuntite e morendo anch’essa. La ragazza si risveglia in una Campagna soleggiata, sdraiata sull’erba insieme a tante altre anime, tutte sollevate e felici, e ha una sensazione di pace mai provata prima che le fa intuire di aver raggiunto una sorta di paradiso o qualcosa di molto simile; nel frattempo ode anche il cigolio metallico dei cancelli della città dei suicidi che si erge nelle vicinanze e sapendo che Nadia si trova lì, ha il desiderio di entrare, trovare l’amica e portarla in salvo al di fuori di quel luogo tetro e infine chiederle scusa per non averla mai capita fino in fondo. Una volta dentro, però, Lela viene subito catturata dalle guardie della città, tra cui vi è anche Malachi, il loro affascinante e pericoloso capitano, che la crede una Mazikin, ovvero una creatura ribelle e crudele che cerca di reclutare nuove anime perse per possederle con un particolare rituale e fargli abbracciare i suoi malvagi scopi di fuga dalla città. Lela spiega a Malachi e alle altre guardie che il suo unico scopo è quello di trovare la sua amica e farla uscire dalla città oscura e il capitano le dice subito che è una impresa impossibile per una serie di motivi, soprattutto perché è il Giudice al Tempio che decide le sorti di ciascuna anima suicida. Tra Malachi e Lela vi è una attrazione irresistibile che li vede pian piano legare sempre di più, fino a innamorarsi l’uno dell’altra pur sapendo che si tratta di una relazione impossibile.
“Mi posò una mano sulla spalla per sorreggersi e così facendo mi sfiorò il collo. Quel lieve contatto mi mandò in corto circuito. Volevo tirarmi indietro e scappare via. Ma volevo anche appoggiare la mano sulla sua e tenerla lì per sempre. Mi voltai per andarmene, dilaniata dall’incertezza. Nadia era l’unica ragione per cui ero lì. L’unica. Eppure, in quel momento, volevo restare. Non in quella città infernale, né per andare al Tempio, qualsiasi cosa avesse in serbo per me. Volevo restare con Malachi.”
Cosa succederà tra Lela e Malachi? Riusciranno a trovare un modo per restare insieme, nonostante lei debba per forza uscire dalla città dei suicidi per non morire una seconda volta mentre lui sia condannato dal Giudice a restarci per un periodo non definito come capitano delle guardie? Lela troverà Nadia? Ce la farà a farla scappare dalla città oscura per farle conoscere la pace nella Campagna?
Un romanzo fantasy che mi è piaciuto davvero tanto e che ho letto in due giorni, presa dalla voglia di tornare da Malachi *_* E’ scritto molto bene e l’ho trovato interessante e originale, l’autrice ha descritto nei dettagli la Città dei Suicidi e i suoi abitanti, spiegando ogni cosa e mettendoci fantasia a volontà. Sarah Fine è stata bravissima! I personaggi sono tutti caratterizzati alla perfezione e piacciono, da Lela (latinoamericana tosta ma dal passato triste e dal trauma di abuso sessuale ancora insuperato), a Nadia (popolare e felice in superficie, vuota e depressa nel profondo), a Malachi (capitano delle guardie sexy e letale, ma dal trascorso terribile nel campo di concentramento di Auschwitz che gli ha fatto fare il passo estremo del suicidio), a Raphael (guaritore con la passione per le belle donne, estremamente astuto e saggio), fino ad Ana (unica donna nella guardia della città, donna forte che ha visto uccidere il suo grande amore senza poterlo impedire) e perfino agli stessi Mazikin, i veri cattivi della storia, di cui si viene a conoscere gli obiettivi e alcune vicende personali, oltre che le loro abilità di avvelenare con morsi o graffi e la velocità di corsa a quattro zampe degli anziani dalle sembianze umane. Intrigante poi la figura suprema del Giudice, che verso fine libro si conosce un po’ di più, e superlativa l’intera suddivisione di quello che comunemente noi chiamiamo “Aldilà”, veramente ben fatta. Dal punto di vista puramente fantasy, è piacevolissimo questo libro; dal punto di vista romance, è piacevole anche, ma non ho apprezzato che Malachi avesse un colpo di fulmine con Lela e che pertanto fosse cotto di lei fin dalla prima volta che l’ha vista, perché così non si conosce il vero Malachi, ma solo quello già innamorato e che quindi agisce di conseguenza solo per aiutare Lela senza che lei abbia fatto nulla di speciale. La storia d’amore tra Lela e Malachi è ricca di avvicinamenti fisici fatti con sentimento più che con passione e ciò l’ha resa romantica più che passionale, il che va bene ed è in linea con il trascorso tumultuoso di Lela, la quale ha subito abusi non indifferenti che l’hanno spinta ad avere paura del contatto fisico con gli uomini. Sarah Fine ha costruito un mondo fantasy oltre la morte dove si continua a vivere, anche se a particolari condizioni, popolato da anime e creature diverse e l’ha usato come pretesto per inserire temi di notevole importanza di cui spesso non si parla, ovvero gli abusi sessuali, la droga e il suicidio. Soprattutto il suicidio viene qui trattato in maniera approfondita e ciò mi ha fatto provare una strana sensazione, come se lei stesse raccontando di qualcosa di reale, di un disagio che esiste veramente e stesse cercando al contempo di mandare un suo personale messaggio (non certo di speranza, dal momento che tutti i suicidi finiscono per forza nella Città dei Suicidi, luogo assolutamente brutto e pieno di dolore e marciume e di creature cattive). Che il messaggio di Sarah Fine per il Lettore qui sia: “Non suicidarti, perché se no finisci in quella orribile Città, con le altre anime perse, a scontare una pena che può essere infinita”? Il romanzo, trattando una tematica così delicata, può dare fastidio a certe persone, soprattutto a chi ha parenti che si sono davvero suicidati (non credo che amerebbero una lettura del genere) e per questo ritengo che l’autrice sia stata coraggiosa a puntare proprio su questo argomento per trasformarlo in chiave fantasy. Io l’ho letto con interesse ed entusiasmo, quando una autrice usa bene una serie di elementi fantasy e nello stesso tempo mi fa battere il cuore con un bel ragazzo tenebroso, potente e addolorato come Malachi, mi ha già conquistata! A chi ama il genere consiglio di leggerlo e io intanto attendo il seguito, sperando che esca (traduzione: che non sia una delle ennesime serie iniziate e non terminate, perché davvero non se ne può più).
Valentina Panzetta
13 Luglio, 2015Dalla trama sembra bello =)
simona zefilippo
13 Luglio, 2015mi piace molto la copertina
Arianna Gallo
13 Luglio, 2015Non costa poco eh? Hhahaha
Magari faranno l’edizione economica 😀
valy
14 Luglio, 2015Sì, purtroppo tutta la linea chrysalide ha prezzi alti e spesso dopo il primo libro non si sa più nulla dei seguit, che in America invece ci sono. Insomma, bisogna avere fortuna con le loro uscite e magari trovarle con qualche sconto.
nunzia viceconte
15 Luglio, 2015:O mamma che prezzi!
Bella recensione Valy 😉
valy
16 Luglio, 2015Grazie Nunzia ♥
yoko
16 Luglio, 2015eh si =_= è purtroppo i prezzi stroncano un pò, e il fatto che molte loro serie aspettano di essere finite blocca abbastanza… però se un libro ispira ispira *__* e questo mi ispira molto!