
Buona sera cuplovers!
Oggi vi parlo de “Il ponte delle Vivene” di Davide Dotto, autore che questo mese è il nostro special guest e ha messo generosamente in paio una copia cartacea del suo bel libro per i nostri followers (scoprite cosa dovete fare per vincerlo QUI).
Il paesino di Valchiusa è dominato da un imponente castello, al di là di esso vivono le Vivene creature magiche, affascinanti e misteriose, capaci di aiutare il prossimo ma anche di infliggere terribili punizioni.
nel piattino abbiamo: love story / contemporaneo
/ fantasy classico
/ storico
Il ponte delle Vivene
Davide Dotto
Edito da Ciesse Edizioni (03/12/2015)
Pagine 142
€ 15,00 cartaceo – € 4,49 costo ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
XIX secolo. Valchiusa è un paese sperduto della Valle del Chiese. Un antico castello incastonato nella roccia ne domina la piazza, mentre lo strapiombo sul retro è attraversato da un ponte di corda pencolante.
Da secoli i montanari convivono con la Vivena, spirito ineffabile che ha membra e tratto di donna, memoria e destino della valle. Non sarà facile per Giuseppina, proveniente dalle campagne trevigiane, integrarsi in un mondo di cui non conosce le tradizioni. Sposata da anni con Oreste, sente la mancanza di un figlio che la leghi per sempre a luoghi così nuovi per lei. Non esiterà a incalzare la Vivena per ottenere la tanto agognata grazia.
Imparerà a sue spese che, se la Vivena è capace di grandi slanci d’amore nei confronti della comunità cui dà protezione, non esiterà a pretendere, a tempo debito, il prezzo di quanto accordato.
RECENSIONE DI STREGA DEL CREPUSCOLO:
Cinque tazzine… meno qualche piccolissima cosina.
Davide Dotto ci racconta in questo breve libro la storia delle Vivene, trasportandoci in un paese arroccato sulle montagne tra ruscelli e scarpate. Il romanzo è in realtà la raccolta di diversi racconti che narrano la storia della Vivena attraverso i secoli, una fiaba d’altri tempi che non potrà che incantarvi.
Tutto ha inizio nel XIV secolo quando Andreas, nuovo signore della rocca, s’innamora della Vivena, la creatura affascinante e misteriosa che vive nel bosco. L’uomo abbellisce il castello, da feste in suo onore nella speranza che la Vivena decida di mostrarsi a lui. Alla fine, l’uomo fa tessere un meraviglioso mantello per l’amata e si reca sul ponte per consegnarglielo ma, prima di poterla anche solo scorgere, il ponte si rompe ed egli precipita nel vuoto.
Al suo ritorno, la Vivena trova il mantello e decide di accettare il dono, in memoria dell’amore dell’uomo. Questo amore sventurato da inizio a una storia che ci accompagnerà nel corso degli anni e attraverso le guerre.
Da questo momento in poi l’autore ci narra la storia di diverse donne che, attraverso i secoli, hanno avuto a che fare con la Vivena. Le donne protagoniste del romanzo sono tutte ben caratterizzate. Lo stile dell’autore è perfetto per questa favola antica in grado di trasportare il lettore in un mondo fatto di mistero, dove le leggende si fondono col quotidiano.
Giuseppina vuole lasciare la casa dei genitori così, quando incontra l’affascinante Oreste, coglie l’occasione per andarsene ma capirà ben presto di aver solo lasciato una gabbia per un’altra. Seguendo il marito giunge a Valchiusa e qui sente parlare per la prima volta delle Vivene. Creature insondabili da cui viene sia il bene che il male, le si può incontrare solo una volta nella vita e si può chiedere loro una grazia.
Le Vivene nascondo un segreto che ci viene svelato quando scopriamo la storia di Gisella che, in fuga da un marito violento, si nascose nel Castello qui trovò un mantello, proprio quel mantello che, tanti anni prima, il povero Andreas voleva donare alla sua Vivena. Ho scoperto con stupore che lo spirito della Vivena si è legato proprio a quel mantello e, tramite esso, si appropria delle vite di varie donne. La Vivena non è una sola creatura, la Vivena vive attraverso tante donne diverse, alcune, come Gisella finiranno per abbandonarsi a questa “possessione” altre cercheranno di opporsi. Il mantello dona a queste donne poteri incredibili ma le priva del libero arbitrio perché la forza di volontà del mantello prende il sopravvento su di loro. Sareste disposte a rinunciare alla vostra vita pur di avere dei poteri incredibili?
Gisella ama così tanto essere la Vivena che le sembrerà di perdere tutto quando il mantello deciderà che è il momento di avere una nuova Vivena. Privata dei poteri del mantello e dell’eterna giovinezza a Gisella rimarrà solo il rancore e un folle desiderio di riavere quello che ha perso, un desiderio che la condurrà alla morte. A succederle sarà la bella e giovane Marlena che cercherà, invano, di sottrarsi alla sua sorte.
Marlena ama la sua vita, è bellissima e diversa da tutte le altre, ama stare sotto la poggia durante le
La loro storia è breve e intensa, i due ragazzi, separati per sempre dalla guerra, hanno un figlio: Andreas. Marlena sa di non poter sfuggire al suo destino, di non poter sfuggire al mantello che, presto o tardi, cadrà sulle sue spalle. La ragazza non riesce ad evitarlo e, così, deve abbandonare il figlio nelle mani di nonna Giuseppina.
Marlena è la prima a non desiderare di diventare una Vivena e a vivere il suo potere come una maledizione e sarà anche la prima a infrangere le regole.
Se, all’inizio, il potere della Vivena sembra qualcosa di magico e desiderabile, con lo scorrere delle pagine, il lettore si rende conto che esso è un’imposizione, una prigione che separa queste donne dai loro affetti, dalla loro vita.
Mi è piaciuto il profondo legame tra la Vivena e la sua terra che la creatura protegge. Se, da un lato, la Vivena protegge gli abitanti è anche vero che è pronta a punire severamente chi oltrepassa i confini del suo regno e se è disposta ad esaudire i desideri delle persone, c’è sempre un prezzo da pagare.
La Vivena è il destino, la memoria della valle, guardiana essa stessa di quanto la imprigiona.”
Davvero un bel libro, originale e interessante, si legge con piacere e lo stile dell’autore ha il sapore delle favole raccontate davanti al caminetto. Sono molto contenta di averlo letto e di aver scoperto molte cose sulle Vivene di cui, lo ammetto, non avevo mai sentito parlare.
ATTENZIONE, DA QUI SONO PRESENTI SUL FINALE
Gli anni passano, le guerre si susseguono, Marlena porta nel castello la piccola Zoe e la cresce come una figlia fino a sacrificare la sua vita per lei. Marlena è la prima a ribellarsi davvero allo spirito che vive nel mantello arrivando a toglierselo, pur sapendo che, così facendo, sarebbe morta.
Zoe finirà per conoscere Andreas, il figlio di Marlena che la ragazza cercherà di proteggere in tutti modi, difendendolo anche durante la guerra eppure, proprio quando Andreas fa finalmente ritorno a casa, si renderà conto di essere morto e di essere tornato solo per raggiungere il ponte delle Vivene e passare oltre. Che cosa ne sarà della povera Zoe, condannata a rimanere sola mentre tutti i suoi cari passano oltre?
Il mantello, alla fine, si rompe, l’antico spirito è libero di affrontare la sua ultima metamorfosi, riuscirà a trovare una nuova identità?
Un libro particolare, a metà tra favola e romanzo storico, da leggere la sera davanti al caminetto.
QUALCHE INFO SULL’AUTORE
Davide Dotto è nato a Terralba nel 1973 e vive nella provincia di Treviso. Laureato in giurisprudenza all’università di Padova nel 2000, è impiegato amministrativo presso un ente locale.
Lettore onnivoro, da anni riempie quaderni di pensieri, note, impressioni. Da questi sono stati tratti racconti pubblicati in diverse antologie. Ha collaborato con ‘Scrittevolmente.com’, è tra i redattori di ‘Art-litteram.com’ e cura il blog ‘Il nodo alla penna.com’.
‘Il ponte delle Vivene’ è il suo primo romanzo. Potete leggere la nostra intervista all’autore QUI.
Danica
24 Novembre, 2016La copertina non mi piace ma il libro sembra molto bello
strega del crepuscolo (Chiari)
24 Novembre, 2016La copertina ha poco di fantasy, in effetti, forse un’atmosfera più brumosa avrebbe dato alla cover un pizzico di mistero in più…
Comunque, in questo caso, è proprio vero che il contenuto è nettamente superiore alla cover.
Hachi *nana*
24 Novembre, 2016Queste Vivene mi ispirano moltissimo! La faccenda del mantello mi ricorda molto una mito cinese su una dea, anche se lì era un po’ diverso, se non ricordo male glielo avevano rubato e lei senza di quello non poteva tornare in cielo.
strega del crepuscolo (Chiari)
25 Novembre, 2016Si me lo ricordo anche io Hachi, *_* era la storia di una dea celeste cui un pescatore rubava la veste.
Senza di quella, la dea non poteva tornare in cielo, alla fine, tanti anni dopo essersi sposata con l’uomo e dopo che avevano avuto dei figli, se non erro, proprio la figlia finisce per ritrovare la veste della madre che la prende e torna in cielo.
Ellenita
25 Novembre, 2016Ma l’autore si è inventato di sana pianta delle Vivene o si è attaccato a qualche storia locale? In ogni caso sembra un romanzo molto originale, complimenti
strega del crepuscolo (Chiari)
29 Aprile, 2017Non non le ha inventate. Se leggi l’intervista qui: https://www.letazzinediyoko.it/intervista-a-davide-dotto-special-guest-del-mese/
Trovi tutte le risposte. la fonte sembra essere una raccolta di fiabe del Trentino ^_^