Recensione al romanzo thriller “Il Cacciatore di Libellule”
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Buona sera cuplovers!
Oggi vi parlo del romanzo thriller “Il Cacciatore di Libellule” di Giuliana Guzzon.
In Africa un killer senza scrupoli sta mietendo vittime, spetterà all’antropologo Gabriel Larsen cercare di fermarlo prima che sia troppo tarsi.
nel piattino abbiamo: contemporaneo / giallo – trhiller
Il Cacciatore di libellule
Giuliana Guzzon
Selfpublished (13 settembre 2015)
Pagine 394
€ 17,90 cartaceo – € 2,99 ebook
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TRAMA DELL’EDITORE
Gabriel Larsen è un antropologo molto legato al suo lavoro.
Nella sua Firenze continua a tormentarsi sui reperti rinvenuti in uno scavo effettuato in Africa. Sente di dover dare una spiegazione a ciò che sembra apparentemente inspiegabile.
La scoperta del corpo mutilato di una ragazza a Malindi fa da propulsore a una spirale di omicidi. Toccherà alla profiler Doris, al patologo Steven e al tenente Robert addentrarsi in uno dei peggiori incubi lastricato di ossa.
L’unica prova che si tratti di un serial killer è la presenza di ali di libellula inserite negli occhi dei cadaveri. Questa la sua firma. Ma qual è il significato? Chi conosce il suo segreto?
Il killer è rapido, veloce e non perde mai il controllo: segue i meandri oscuri della perversione umana ossessionato dalla poesia e la musica. Una sola certezza; ucciderà ancora. Nessuna donna è al sicuro; le sceglie, le segue, le tortura. Ogni volta che uccide le fantasie diventano più intense, provocanti e violente. Ambientato in uno scenario di toni caldi, profumi e odori che evaporano tra la terra arida e il verde, dove il rosso trova spazio negli incredibili tramonti, si è catapultati nel cuore del Kenya, dove si sente il respiro del popolo Masai.
RECENSIONE DI STREGA DEL CREPUSCOLO:
Una lettura non “bella”, ma comunque con qualcosa di piacevole… tre tazzine tonde tonde.
Il romanzo si apre con un brutale omicidio di cui capiremo l’importanza solo verso la fine. La vittima ha due tatuaggi, una libellula sulla caviglia e un pentacolo sulla spalla sinistra.
Anni dopo, l’antropologo Gabriel Larsen, chiamato a esaminare dei resti umani ritrovati in Africa si rende conto che questi resti non sono antichi e che, dunque, c’è un pericoloso serial killer a piede libero.
L’autrice ci rende subito partecipi dei pensieri più nascosti dell’assassino, delineando una mente malata, lucida e ossessionata. Da un lato quindi, ci sono i protagonisti, che cercano di individuare e fermare il killer, dall’altro abbiamo una voce senza volto, che uccide, mutila e caccia giovani donne.
Ad affiancare Gabriel ci sono il tenente Robert Hagos, la profiler Doris Lewis e, a completare il quadro, la giornalista Vanessa Benton.
Gli omicidi si fanno sempre più frequenti e brutali. Il killer diventa audace e sfacciato, non ha alcun limite arrivando a uccidere le sue prede in pieno giorno senza curarsi di eventuali testimoni. La ferocia e la brutalità dell’assassino paralizzano e terrorizzano gli sfortunati presenti che non riescono né a intervenire né tanto meno a fare un identikit soddisfacente che aiuti la polizia a fermare l’assassino. Il killer squarcia le vittime con un bisturi, spezza le ossa e le asporta e, come tocco finale, incolla delle ali di libellula sulla retina delle vittime. Cosa se ne fa delle ossa? Qual è il misterioso e macabro progetto che tenta di portare a termine? Che significato ha la libellula?
È una musica ripetitiva, ossessiva.
Ho calzato guanti di lattice nero.
Ho preso mannaia, sega e bisturi, lascio che il mio estro guidi il braccio.”
Il killer si vede come un artista con un’opera da portare a termine, riuscirà nel suo intento o verrà fermato prima di completare il suo capolavoro?
L’autrice mescola prosa e poesia, per questo ho trovato diverse frasi, dal mio punto di vista, un po’ criptiche e ho faticato a capirne il senso. Ho apprezzato come ha costruito la psicologia dell’assassino: ossessionato dal suo obiettivo, disumano, folle eppure con una sua logica contorta. Ho trovato la parte finale del romanzo un po’ troppo compressa, avrei preferito che alcune cose, avessero più spazio. Nel complesso è una lettura carina che consiglio agli amanti dei thriller psicologici.
Se lo avete già letto e vi è piaciuto vi consiglio di provare Muori con me.
Alessia
2 Gennaio, 2016molto, molto interessante… Sono curiosa!
Giuliana Guzzon
2 Gennaio, 2016Ringrazio per la recensione il finale rimane aperto volutamente e le risposte finali con l’ampliamento desiderato si trovano nel secondo romanzo thriller che sto scrivendo buona lettura a tutti
Giuliana Guzzon
Federica Ribaga
2 Gennaio, 2016sembra davvero interessante!
Valentina Panzetta
4 Gennaio, 2016Interessante, anche se mi fa senso pensare alle ali dell’insetto in un occhio! Io ho il terrore di qualsiasi cosa si avvicini agli occhi.. Tremo di brutto anche quando mi faccio truccare -__-‘ XD
Mininova
4 Gennaio, 2016Potrebbe fare per me
Ellenita
5 Gennaio, 2016Non sono molto portata per i gialli di questo tipo, che sembrano un po’ cruenti, però prima o poi voglio provarne uno!