Intervista a Viviana Picchiarelli

Oggi per la nostra rubrica una bevuta in compagnia abbiamo il piacere di ospitare Viviana Picchiarelli, autrice del libro “La locanda delle emozioni di carta”.
– qui trovate la mia recensione e alcune info su di lei 😉 –

Intervista a Viviana Picchiarelli A CURA DI STREGA DEL CREPUSCOLO
Benvenuta nel nostro salottino virtuale Viviana, accomodati pure, gradisci qualcosa? Un cappuccino, una cioccolata o un thè?
Un orzo in tazza grande con buccia di limone, grazie!

  • Chi è Viviana Picchiarelli? Mi parli di te, delle tue passioni e dei tuoi sogni?
  • [custom_frame_right]una bevuta in compagnia sul blog letterario de le tazzine di yoko - interviste[/custom_frame_right]Amo leggere, principalmente, e scrivere. Ho anche danzato per diversi anni, ma poi ho dovuto interrompere a causa di problemi di salute. Sogni? Vorrei solo potermi dedicare con la giusta serenità a ciò che amo di più.

  • Come è nata la tua passione per la scrittura?
  • Per puro caso, a seguito di un percorso psicologico in cui l’affidare alle parole scritte le mie problematiche mi ha aiutata a oggettivare quello che stavo attraversando. L’aspetto più meramente editoriale, invece, si è concretizzato a partire dall’incontro con Costanza Bondi, anima e coreografa del gruppo letterario delle WOMEN@WORK.

  • Quali sono i tuoi libri e i tuoi scrittori preferiti?
  • A dire il vero non ci sono generi o scrittori che prediligo, leggendo molto e molto in fretta mi concedo il lusso di sperimentare e di non fossilizzarmi.

  • Viviana è membro del gruppo letterario WOMEN@WORK, che si occupa, tra le altre cose, di servizi editoriali, potresti spiegare ai nostri lettori quali servizi offrite nello specifico?
  • Va precisato che il gruppo non è né un’associazione né una casa editrice, bensì un vero e proprio sistema aggregato e aggregante che raccoglie, in nome della pura passione per la scrittura, un insieme di autori e di semplici appassionati che, a vario titolo, ruotano attorno al mondo dei libri e che partecipano, a diversi livelli, a progetti editoriali ed eventi. Ognuno di noi ha un lavoro, in casa o fuori. Alcuni operano nell’editoria da anni, altri si occupano di tutt’altro e si dedicano alla scrittura nel tempo libero. Proprio per la natura “corale” ed “eterogenea” del gruppo abbiamo pensato di erogare una serie di servizi di cui, però, si occupa il singolo e non il gruppo in quanto entità. In altre parole, il concetto del gruppo funge un po’ da collante e da bandiera, ma le varie attività (correzione bozze, editing, traduzioni, grafica, ecc…) vengono svolte in autonomia da singoli professionisti.

  • Tra i tanti servizi, ho notato che vi occupate anche di creare booktrailer, sono in molti a richiederli? Come li realizzate? È l’autore a fornirvi le immagini da utilizzare per i video?
  • A dire il vero, il booktrailer non va molto, è un prodotto che sembrava voler rivoluzionare il modo di pubblicizzare i libri ma è stata un’occasione persa. In troppi si sono improvvisati e i risultati spesso si sono rivelati piuttosto imbarazzanti.

  • Passiamo ora al tuo romanzo, com’è nata l’idea della locanda che da titolo al libro? Esiste davvero una locanda simile a quella da te descritta? Se esiste voglio assolutamente soggiornarci. ^_^
  • Sinceramente, non so se esista in realtà un posto simile. Personalmente, non ho fatto altro che mettere su carta un mio sogno, se solo avessi quattro soldi da spendere ^_^

  • Mi parli dei personaggi presenti nel tuo romanzo? Ti sei ispirata a delle persone vere per dar vita a Matteo, Ginevra e agli altri protagonisti?
  • la locanda delle emozioni di carta - le tazzine di yokoCredo che quando si scrive, inevitabilmente, ci si ispiri a personaggi reali o, quantomeno, a specifiche caratteristiche o, ancora più banalmente, a semplici dettagli. Isabel Allende dice: “Non invento i miei libri: saccheggio storie dai giornali o ascolto con orecchio attento le vicende degli amici. […] Da questi spunti poi i miei personaggi emergono da soli, con naturalezza.” Ecco, io faccio lo stesso. E i miei personaggi nascono proprio rubando vite altrui o proiettandole in un ipotetico futuro. In particolare, i protagonisti del mio romanzo sono individui in debito con la vita e che chiedono – e temono – le seconde opportunità.

  • I personaggi del romanzo hanno tutti alle spalle delle vicende famigliari piuttosto complesse che hanno influenzato profondamente la loro vita me ne parli?
  • È un po’ come accade a ognuno di noi. Spesso, si paga per non aver avuto il coraggio di scegliere, per aver preferito accettare compromessi piuttosto che imporre la propria volontà, per non aver affrontato i propri demoni. E tutto questo fuggire, prima o poi, ci chiede il conto.

  • Sarà proprio il libro pubblicato da Matteo “La libraia dai capelli rossi” a far crollare il castello di carte che è ormai diventato il matrimonio del protagonista, in che modo la pubblicazione del romanzo ha influenzato il rapporto di Matteo con la figlia Ginevra?
  • Il libro di Matteo, avvocato di professione e scrittore per passione, ha tolto il velo ad anni di finzione, sbattendo in faccia al mondo, e soprattutto a Ginevra, la vera natura del legame che era alla base della loro famiglia. Ma, soprattutto, ha fatto sì che tutti venissero a sapere che Matilde, ex psicoterapeuta e proprietaria della locanda, per oltre trent’anni, era rimasta impressa nel cuore di Matteo. E questo per Ginevra sarà vissuto come un tradimento.

  • Ho trovato certe reazioni di Ginevra… un po’ esagerate per i miei gusti, nonostante quello che la ragazza ha passato. Mi è dispiaciuto che lei e il padre siano riusciti a chiarirsi solo all’ultimo, in questa vicenda mi è parso di cogliere un consiglio, quello di non aspettare per riappacificarsi con i propri cari o per risolvere le questioni lasciate in sospeso. Come mai non hai concesso loro più tempo?
  • Proprio per lanciare il monito di cui parli tu. Le reazioni sono forti, è vero. Eppure, ti assicuro di averle sperimentate io stessa in prima persona, sebbene in contesti diversi.

  • Matteo è un avvocato che ha deciso, finalmente, di dedicarsi alla sua passione per la scrittura diventando un noto scrittore di noir. Attraverso le sue riflessioni ho colto la base di una più profonda critica all’editoria italiana, ad esempio Matteo riflette sull’editing fatto ai suoi romanzi e su come questo modifica il testo originale, specialmente quando questo viene tradotto in altre lingue… Ti va di approfondire la riflessione di Matteo?
  • Lavoro nel campo delle traduzioni e, a prescindere dal settore editoriale, è innegabile che una traduzione porti con sé il vissuto e il background di chi traduce. A mio avviso, la bravura di un traduttore che si occupa di rendere un romanzo nella propria lingua madre sta, invece, nel cercare di penetrare nel vissuto dell’autore per tentare di rendere fruibile il proprio pensiero a mondi differenti, sacrificando anche se stesso. Eppure, è praticamente un’utopia restare “impassibili” . Già il semplice fatto di intervenire “fisicamente” sul testo, scritto da un’altra persona, porta con sé il “rischio” di far percepire “il proprio passaggio”. Nella fase dell’editing, poi, questa peculiarità si spinge all’ennesima potenza, per ovvie ragioni. Personalmente, credo che, se l’editing è massiccio, quel libro non debba vedere la luce. Non ha senso.

  • Leggendo il romanzo ho notato anche una… leggera critica al mercato editoriale italiano che obbliga Matteo a sfornare sempre libri dello stesso genere. Ho colto nel segno o è solo una mia impressione?
  • Direi che è sotto gli occhi di tutti il fatto che si voglia rischiare sempre meno, battendo strade già fin troppo affollate.

  • Il romanzo si conclude con la pubblicazione del libro, scritto a due mani, da Matteo e Ginevra. Hai mai pensato di scrivere un romanzo a più mani?
  • Sì, ci sto lavorando, molto a rilento ma un progetto è in cantiere.

  • Nell’intero romanzo ho … colto il tuo amore per la cucina, in certi punti mi è venuta davvero l’acquolina in bocca. Sei una brava cuoca?
  • Per niente… però mangio di gusto, vale lo stesso? Scherzi a parte, sono poco avvezza a tutto quello che implica lavori manuali e creatività “fisica”.

  • Puoi scegliere una citazione dal tuo romanzo, una frase che ne rappresenti l’anima?
  • Eppure ci si innamora, di nuovo, in maniera totalizzante, penetrante, sospirando di fronte all’idea di un ancora possibile.”

  • Stai lavorando a un nuovo libro? “La libraia dai capelli rossi” diventerà mai un libro vero o resterà un romanzo nel romanzo?
  • Sì, sto lavorando a un romanzo breve, narrato in prima persona da un uomo che deve fare i conti con l’incapacità di amare e di prendere decisioni. Per quanto riguarda “La libraia dai capelli rossi” ti confermo che resterà un romanzo nel romanzo. Dargli vita propria ne ridurrebbe le implicazioni con la storia della locanda.

    Bene le mie domande sono finite, ti ringrazio per essere stata con noi e ti auguro buona fortuna per tutti i tuoi progetti.

    E io ringrazio te per aver sviscerato così a fondo il mio romanzo: spero che la permanenza in locanda ti abbia lasciato dei bei ricordi.

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2 Comments
  • Puglisi Mirella
    31 Maggio, 2014

    Complimenti! Bella intervista, aggiungerò il suo bel romanzo alla mia lista di lettura. Grazie per questa nuova conoscenza 😀

  • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
    strega del crepuscolo
    1 Giugno, 2014

    Grazie Mirella ^_^

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