Intervista all’illustratrice Francesca Resta

    Buon giorno cuplovers, oggi per la nostra rubrica una bevuta in compagnia abbiamo il piacere di ospitare Francesca Resta.
    Francesca è un’illustratrice italiana e expat a Londra, finché la tengono. Ha illustrato alcune copertine di libri per ragazzi per editori italiani e americani, negli States è rappresentata dall’agenzia newyorkese Astound US.
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    Intervista a Francesca Resta
    A CURA DI STREGA DEL CREPUSCOLO (Chiari)

    Ciao Francesca, benvenuta nel salottino virtuale delle Tazzine di Yoko. Accomodati pure, posso offrirti un caffè o una cioccolata calda virtuali?
    Ciao, grazie mille del benvenuto e dell’ospitalità! Ero quasi per il the… ma sai che con la cioccolata calda mi tenti? 😀

  • Come e quando è nata la tua passione per il disegno?
  • Non penso di essere molto originale nel dirti che disegno fin da bambina. Finché il liceo scientifico ad indirizzo artistico non è riuscito a farmi appendere pennelli e matite al chiodo per diversi anni, in cui ho deciso di seguire studi puramente scientifici. Poi ho ripreso gradualmente a dipingere grazie ad un regalo di mio padre: una tavoletta grafica.

  • Immagino che a molti artisti piacerebbe lavorare per le case editrici e mi chiedevo qual è il percorso che ti ha portato a lavorare nell’editoria.
  • Personalmente, è stato un percorso molto naturale nato innanzitutto dal mio amore per i libri. Durante le scuole medie ho cominciato a leggere libri fantasy e ad appassionarmi a questo mondo, ho imparato a riconoscere gli artisti delle copertine dei libri che amavo, a disegnarne i personaggi, ad avere un’idea del catalogo delle varie case editrici nel fantasy. Quando ho voluto cominciare a propormi come illustratrice, è stato normale rivolgermi al mondo che già conoscevo.

  • La copertina è molto importante per un libro, è la prima cosa che il lettore vede e deve, indubbiamente, colpire e attirare lo sguardo. Come si crea il concept di una copertina?
  • the-foreign-princess-francesca-resta-le-tazzine-di-yokoIdealmente si parte da una scheda del libro, in cui si identificano i concetti chiave del libro, quello che si vuole comunicare con la copertina, il target a cui si vuole rivolgere, ma anche quali saranno i “concorrenti” del libro sugli scaffali e tra che tipo di copertine si verrà ad inserire all’interno della collana e delle altre pubblicazioni della casa editrice.
    Poi può capitare che la casa editrice abbia già chiarissimo a livello di marketing che tipo di soggetto e di impatto vuole dalla copertina, mentre in altri casi si basano maggiormente sulle mie proposte, su cui poi si lavora comunque assieme. E’ sempre una collaborazione e una buona direzione artistica da parte della casa editrice fa veramente la differenza.

  • Quante sono le persone che hanno voce in capitolo sulla creazione della copertina e come ti rapporti con loro?
  • Il mio punto di contatto con la casa editrice è generalmente un grafico, che a sua volta generalmente risponde ad un Art Director. Il resto delle “voci” mi arrivano tramite i feedback che mi riporta il grafico, per cui è difficile capire quanto pesino sul discorso generale. Spesso gli editor sono quelli che più intimamente conoscono il testo e possono intervenire sulla coerenza. Sicuramente in alcuni casi ci sono delle riunioni interne in cui vengono presentati gli avanzamenti ad altre figure, tra cui il marketing.
    Ma la quantità delle persone coinvolte e la velocità del processo cambia di volta in volta!

  • Prima di arrivare al risultato finale, vengono create diverse prove di copertina, tra cui poi l’editore sceglie, oppure si mira a creare direttamente la cover finale?
  • Si possono verificare entrambi i casi: può essere che l’immagine di copertina sia decisa ancora brilliant-cover-di-francesca-resta-le-tazzine-di-yokoprima del mio coinvolgimento o che siano chieste a me delle proposte. Nel primo caso gli schizzi saranno più mirati, proponendo semplicemente delle variazioni sullo stesso soggetto. Nel secondo caso cerco di preparare alcune proposte che presentino il testo da punti di vista diversi, da cui poi si può partire a ragionare per chiarirsi le idee su quale aspetto del libro si vuole presentare e scegliere una direzione. In ogni caso è un lavoro di continuo confronto e dialogo, è normale che ci siano iterazioni e modifiche durante il corso del lavoro.
    Può anche succedere che un editore chieda delle prove ad illustratori diversi per la stessa copertina: generalmente, le prove dell’illustratore non scelto vengono comunque retribuite (anche se non quanto la copertina completa, ovviamente), o almeno così dovrebbe essere.

  • Gli autori quanta voce hanno in capitolo sulla creazione della cover del loro libro?
  • Quando lavoro per una casa editrice, non mi è mai capitato di parlare direttamente con l’autore. A volte mi arrivano feedback tipo “all’autrice è piaciuta molto questa idea…”, in generale penso che venga interpellato in maniera indicativa sulle sue preferenze, ma in alcuni casi non li ho proprio sentiti. Non so se perché non sono stati interpellati o perché i loro feedback sono stati riportati insieme a quelli di tutti gli altri. Andrebbe chiesto agli autori!
    Se non si tratta di una prima edizione ma una traduzione o una riedizione in un altro paese, ho l’impressione che non vengano proprio coinvolti.

  • Ci sono dei programmi che utilizzi per la creazione delle cover o è tutto fatto a mano?
  • Nella maggior parte dei casi, io mi occupo solo dell’illustrazione di copertina. L’impaginazione, il titolo, la preparazione per la stampa, sono gestite internamente dalle case editrici.
    Detto questo, lavoro soprattutto in digitale con una tecnica simile alla pittura tradizione (ma con l’”undo”!) tramite una tavoletta grafica. Per cui è “a mano” nel senso che non uso manipolazione fotografica né 3D e ogni tratto che compone le mie illustrazioni è tracciato dalla mia mano, ma è comunque digitale. Il software principale che uso si chiama Corel Painter.

  • So che hai lavorato sia per il mercato italiano (Giunti, Mondadori, Editrice La Scuola), sia per quello statunitense (Penguin, Sourcebooks, Simon & Schuster), che differenze hai riscontrato tra i due mercati e, soprattutto, con quale dei due ti trovi meglio?
  • a-un-passo-dalle-stelle-cover-di-francesca-resta-le-tazzine-di-yokoMi sono trovata bene con entrambi, sono sempre stata trattata con rispetto e professionalità, ma sicuramente sono diversi: generalmente nel mercato americano ci sono tempi più ampi e mi piace poter lavorare con calma, poter fare più prove, correggere più volte, cambiare idea…! D’altra parte a volte è anche bello vedere un lavoro finito senza tempi biblici e magari anche averlo tra le mani dopo pochi mesi! (Con gli editori americani, spesso lavoro alla copertina quasi un anno prima della pubblicazione del libro!)

  • Mi sai dire perché, talvolta, i romanzi americani arrivano da noi con la cover originale mentre, altre volte, viene fatta una nuova cover apposta per l’edizione italiana?
  • Io non sono in alcun modo coinvolta in questi processi, per cui posso solo fare delle riflessioni personali. La prima cosa da considerare è che ogni paese ha la sua cultura e il suo gusto: gli scaffali su cui si troverà il libro saranno quelli italiani non quelli americani ed è con libri diversi che dovrà relazionarsi. Penso che oltre ad essere “bella”, una copertina debba innanzitutto comunicare con il suo pubblico, spesso con una sola occhiata. Per cui si sviluppano delle mode che magari portano a stufare perché presentano copertine troppo simili, ma hanno anche la capacità di far riconoscere immediatamente un testo come appartenente ad un certo filone. Bisogna trovare il giusto compromesso!
    Poi io personalmente trovo che il gusto italiano sia molto simile a quello americano (invece pur vivendo a Londra fatico molto ad inserirmi nel mercato inglese), soprattutto nel fantasy e nello young adults, per cui di alcuni cambi non ho mai capito la necessità, ma penso che dietro ci siano ragionamenti molto più complessi di quel che potrebbe sembrare. E in fin dei conti, come anche voi avrete notato perché ho visto che avete una bellissima rubrica che mette a confronto le diverse edizioni di uno stesso libro, spesso i lettori italiani apprezzano le scelte dei loro editori.
    Poi potrebbero esserci anche problemi nell’acquistare i diritti della copertina originale, ma questo apre tutto un altro genere di discorsi.

  • C’è uno dei tuoi lavori, in particolare, a cui sei molto affezionata e perché?
  • scarlet-ivy-francesca-resta-le-tazzine-di-yokoOh non ho ancora illustrato abbastanza copertine per non essere legata ad ognuna di esse! Dovendo sceglierne una, probabilmente la prima copertina dell’edizione americana di Scarlet & Ivy, perché è stato un lavoro che ha funzionato bene in ogni sua parte: ho trovato facile identificare delle immagini molto solide per la copertina, ero soddisfatta di tutte le mie proposte ma hanno scelto probabilmente la mia preferita, le modifiche richieste dall’editore mi hanno aiutato a migliorare il concept, il lavoro è proseguito molto liscio e sono incredibilmente soddisfatta del risultato. Insomma, tutto perfetto! Inoltre il romanzo è molto carino! =)
    Poi non posso non citare la copertina che ho fatto recentissimamente per il prossimo libro di Renee Ahdieh, anche questa risultato di una splendida collaborazione che mi ha portato a mettermi alla prova come mai mi era successo prima (una fenice? io??)… ma finché non esce il libro non ci credo!

  • Attualmente stai lavorando a qualche nuovo progetto?
  • Ho firmato in questi giorni un contratto per una nuova copertina con una casa editrice americana che dovrà essere finita per Gennaio. E’ la prima volta che mi viene chiesto di fare una illustrazione che copra sia il fronte che il retro della copertina, sarà molto divertente e spero mi mandino presto il manoscritto per iniziare a lavorarci!! Inoltre c’è un lavoro per Giunti che non è ancora completato e su cui spero di proseguire presto perché è molto stimolante… ma non posso dire di più!

  • Che consiglio daresti a chi sogna di fare il tuo stesso lavoro?
  • Quello che mi sarebbe piaciuto sentirmi dire da ragazza è che è una professione. C’è gente normale che fa questo mestiere e non ci sono solo “le rockstar” che è facile notare su internet.flame-in-the-mist-cover-di-francesca-resta-le-tazzine-di-yoko
    Non è una professione facile e non è una professione che promette fama e ricchezza, ci mette molto anche solo per garantire una certa stabilità, per cui richiede una certa dose di testardaggine e dedizione, ma è comunque un lavoro e come tale va affrontato. Imparando l’inglese, studiando il mercato, avendo degli obiettivi chiari e pensando a come promuoversi. Non c’è purtroppo una strada preconfezionata da seguire, ma aiuta avere un piano. E’ una cosa per me difficilissima, e avrei voluto avere qualcuno che mi introducesse meglio alla professione, non solo ad imparare a disegnare. Proprio per questo, una cosa che trovo importante è conoscere altri illustratori, fare workshop, incontrare professionisti, farsi dare consigli, confrontarsi, chiedere se si hanno dubbi. E’ un lavoro in cui siamo molto lasciati a noi stessi e a tentoni cerchiamo di capire cosa possiamo chiedere, cosa è giusto pretendere, da cosa fuggire a gambe levate. Per cui non dobbiamo vergognarci di avere dubbi e neppure di sbagliare.

    Ti ringrazio per la tua disponibilità e per l’interessante chiacchierata, spero di poter presto comprare un libro con una tua cover, in italiano però, visto la mia scarsa dimestichezza con l’inglese.
    Ahahaha spero di poter presto lavorare ad una cover italiana di un libro che ti interessi, allora! 😀
    Grazie a voi per lo spazio e complimenti per il sito!

    Ps. Ci tengo a precisare che le immagini che ho inserito in questa intervista sono tutti lavori realizzati da Francesca.

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8 Comments
  • Barbarella
    14 Dicembre, 2016

    Bellissime queste cover complimenti!

  • Ellenita
    14 Dicembre, 2016

    Tanta invidia per questa brava illustratrice, nelle sue risposte si intravede divertimento ed entusiasmo nel fare il suo lavoro e questo è davvero bellissimo

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      14 Dicembre, 2016

      Concordo, fare un lavoro che si ama, dev’essere stupendo. *_* E che soddisfazione vedere le proprie illustrazioni su dei bellissimi libri.

  • Niji
    14 Dicembre, 2016

    Grazie ancora a Le Tazzine di Yoko per lo spazio e per le interessantissime domande!! 😀
    Tra parentesi, il progetto con Giunti di cui ancora non potevo parlare è stato rivelato in questi giorni… si tratta dell’ultimo volume di Nina la bambina della Sesta Luna, di Moony Witcher!
    Avevo comprato i primi volumi per la mia sorellina quando era piccola, è stata una grandissima emozione poter lavorare all’ultimo volume della saga! 😀

    Grazie anche per i gentili commenti di Barbarella e Ellenita! Se avete qualche curiosità, io continuerò a spiare i commenti 😉

    • tazzine e zollette - strega del crepuscolo
      strega del crepuscolo (Chiari)
      14 Dicembre, 2016

      Conosco la saga di nome (sono troppo fuori target) e mi ha sempre incuriosita! Complimenti *_*

      • Niji
        15 Dicembre, 2016

        eh sì, siamo un po’ fuori target! XD però è una saga molto amata dalle ragazzine ed è stato davvero divertente lavorarci! L’autrice ha una grandissima immaginazione 🙂
        Adesso non vedo l’ora di avere il libro fra le mani, dovrebbe uscire a Gennaio per cui non dovrò aspettare molto! ^^

  • Luigi Dinardo
    15 Dicembre, 2016

    bella intervista. e tanta invidia per il dono che ha!

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